‘Sapremo farne buon uso’, conferma l'assemblea. Ma la ferita resta aperta: l’esperienza dell’autogestione, si ribadisce, non si fermerà

Ancora un paio di giorni e si conoscerà la decisione del Municipio di Lugano sull'ex Macello. Per chi ha dato vita agli anni dell'autogestione cittadina gli sgomberi prima e l'abbattimento notturno poi (nel 2021) rappresentano ancora delle ferite aperte. L'assemblea del SOA, in ogni caso, ha acconsentito al dissequestro delle macerie e al ritiro della denuncia civile, accettando un rimborso di 35mila franchi quale "risarcimento dei danni materiali o, in alternativa, della messa a disposizione di uno spazio con le caratteristiche adeguate e da noi ritenuto idoneo per l'autogestione". Risarcimento, si conferma, di cui "sapremo fare buon uso". Tutto ciò, si tiene a ribadire in una nota, "non cancella in alcun modo le responsabilità politiche, tanto meno l'accusa di abuso di autorità e la messa in pericolo della popolazione di cui, i vertici istituzionali comunali e/o cantonali, dovranno rispondere".
SOA il Molino prende oggi la parola per "chiarire alcuni aspetti che ci riguardano e fare il punto sulla situazione a quasi quattro anni dal secondo – e a oltre quattro dal primo – sgombero dello CSOA il Molino dagli spazi dell'ex Macello". Nel frattempo, l'esperienza si è trasformata, divenendo appunto Strade Occupate Autogestite, e si è trasferita negli spazi della città Ticino, "continuando a tenere aperta la frattura e ribadendo le necessità di spazi d’autogestione e conflitto".
In questi ultimi anni, si rivendica, "abbiamo saputo individuare, recuperare, attraversare, liberare, diversi luoghi abbandonati a Lugano. Edifici pubblici e privati, spesso posizionati in luoghi di grande pregio fondiario, presi prigionieri dalla speculazione edilizia, che li preferisce vuoti e inerti". Insomma, si rilancia, "vi piaccia o no, come più volte ripetuto, qui siamo e qui rimaniamo".
Sul fronte dell'inchiesta della magistratura, coordinata dal procuratore generale Andrea Pagani, si è proposto di far capo alla perizia di un tecnico esterno, chiamato a chiarire le possibili alternative all’abbattimento in viale Cassarate. Un parere di cui ora si attende di conoscere le risultanze.