L'Mps ricorda di aver suggerito il prestito obbligazionario a un tasso nettamente più conveniente e ribadisce le critiche all'accordo di Ppp

La decisione di riscattare il Palazzetto dello sport per 80,2 milioni equivale alla “certificazione pubblica del fallimento politico – condito da impressionanti dosi di inettitudine – del Municipio e del Consiglio comunale di Lugano riguardo al progetto del Pse. È la conferma lampante dell’assurdità di aver fatto ricorso all’accordo di partenariato pubblico–privato. Il riacquisto da parte della Città dimostra che la via dell’autofinanziamento – al di là della validità dei singoli progetti – avrebbe dovuto essere intrapresa fin dall’inizio”. Lo scrive il Movimento per il socialismo (Mps) nella presa di posizione in cui ribadisce il concetto che aveva espresso a più riprese, l’ultima delle quali dopo che l'Esecutivo di Lugano ha proposto al Legislativo il riscatto dell’Arena sportiva per 114,5 milioni di franchi.
Nel comunicare i contenuti della richiesta di credito di 80,2 milioni di franchi il Municipio ha sottolineato che, così facendo, si risparmiano 18 milioni di franchi: la locazione prevista nell’Accordo di partenariato pubblico-privato avrebbe infatti comportato una spesa complessiva di 98 milioni. Secondo l'Mps, “la decisione di riscatto – prima dello stadio e ora del Palazzetto – dimostra inoltre che la Città non era in grado di sostenere una tale operazione finanziaria Oggi l’esecutivo concentra quindi l’attenzione pubblica sui presunti risparmi derivanti dall’acquisto delle due infrastrutture sportive”. In realtà, il Municipio sta riproponendo la stessa opzione che aveva suggerito l’Mps durante la campagna referendaria, ossia proprio quella di far capo a un prestito obbligazionario per realizzare — magari in versioni meno dispendiose — stadio e Palazzetto. Con una grande differenza, mette in evidenza il movimento: “L’operazione attuale sarà comunque più costosa! Il prestito obbligazionario per l’acquisto del Palazzetto comporta infatti un tasso d’interesse stimato all’1,2%. Nel 2020, durante la discussione sul finanziamento dei progetti, la Città aveva rinnovato un prestito obbligazionario di 140 milioni per 50 anni con l’allora Credit Suisse a un tasso dello 0,165%. Una differenza abissale!”
L'Mps non mollerà la presa: “Questa triste vicenda politica – i cui effetti negativi si faranno sentire a lungo – speriamo sia almeno servita a fissare una certezza: l’accordo di partenariato pubblico–privato rappresenta una soluzione da cestinare una volta per tutte, perché contraria al più elementare interesse pubblico. A tutti quegli ostinati – e, come abbiamo visto, incompetenti – politici luganesi che ancora la sostengono (e sono molti), ad esempio per la futura realizzazione del Polo congressuale (al campo Marzio, ndr.), annunciamo fin d’ora che la combatteremo con ogni mezzo”.