Quando le luci si abbassano sono le note di "Planet telex" ad aprire il concerto più atteso del 2025, la tensione accumulata in otto anni senza vederli sul palco in Italia si scioglie in un boato: i Radiohaed sono tornati, per i 15000 dell'Unipol Arena di Bologna inizia una notte di musica difficile di dimenticare.
Dopo i primi quattro live a Madrid, è un successo annunciato la prima data italiana della band di Oxford, il palasport di Casalecchio di Reno ospiterà anche gli altri tre concerti (15, 17 e 18 novembre, tutti sold out). Tom Yorke e compagni suonano al centro del parterre su un palco circolare, sovrastato da 12 schermi verticali. Dopo l'attacco con un brano estratto dal secondo album "The bends" tocca a "2+2=5" e "Sit down stand up": l'Arena balla con il frontman. Per le prime canzoni, un video sipario oscura in parte la visuale per poi alzarsi gradualmente. Tutto intorno canta il pubblico che attendeva i Radiohead dopo la pausa live più lunga della carriera, non si esibivano in Italia dal 2017. Alla batteria Chris Vatalaro sostituisce Clive Deamer dei Portishead.
Dopo i due pezzi energici c'è Bloom, seguito da "Lucky": Yorke pare in gran forma, equilibrista della voce sulla chitarra e gli arrangiamenti di Jonny Greenwood, per il pubblico parte il primo grande coro collettivo "Ful stop" è quasi un intermezzo perché poi ci sono "The gloaming" e "There there" ancora da "Hail to the thief" l'album più rappresentato dopo Ok Computer (6 brani): da pochi mesi la band ha fatto uscire il disco dal vivo "Hail to the thief, live recordings 2003-2009". "No surprises" merita un capitolo a parte per la partecipazione dei fan e il primo "grazie" di Yorke. Da "In Rainbows" arrivano "Videotape" e poi "Arpeggi" con la voce di O'brien ai cori.
Tutto é al posto giusto verrebbe da dire con "Everything is in its right place", il palco circolare permette Yorke di spostarsi sui quattro lati con "15 step". Non c'è minima tregua, subito "The national anthem". "Daydreaming" vale un "tutto bene?" dal leader della band poi "Subterranean homesick alien", "Bodysnatchers" e Idioteque" chiudono la prima parte, volata via in 90 minuti.
Ai supplementari i bis: "Fake plastic trees" parte acustica trascinando il pubblico nei successi degli anni 90' fino a "Let down" e "Paranoid Android", quest'ultima accolta da un boato. Gli acuti di Yorke incantano, si alternano con gli assoli alla chitarra di Jonny Greenwood. "You and whose army" è l'unico estratto da "Amnesiac", "Wolf at the door" è quasi una novità dal vivo, poco suonata in passato, diventa uno dei momenti più intensi del live bolognese. "Just" chiude il cerchio con il brano di apertura sempre da "The bends". Il gran finale é "Karma police" che si fonde nel coro finale dei fan.
Due ore abbondanti di concerto inclusi i bis, 25 brani, poche parole e tanta musica. Tra meno di 24 ore si replica, nuovo live, nuova scaletta per altri 15mila fortunati che sono riusciti a trovare il biglietto per un viaggio con l'ultima grande rock band.