L'organizzazione elvetica avverte sui rischi per l'immagine pubblica e il possibile sospetto di corruzione dopo l'incontro sui dazi
Transparency International punta il dito contro i regali che rappresentanti di aziende svizzere, recatisi la settimana scorsa a Washington, avrebbero fatto al presidente americano Donald Trump.
"La nostra preoccupazione più grande, riguardo a quanto si è sentito negli ultimi giorni, è l'immagine pubblica di questi avvenimenti", afferma Urs Thalmann, direttore della sezione elvetica dell'organizzazione non governativa che lotta contro la corruzione, in un'intervista alla radio romanda RTS. "Si comincia a vedere come una sorta di normalità: oggi ci si avvicina a dirigenti pubblici con dei regali in mano e questo ci preoccupa".
"A partire dal momento in cui un regalo ha veramente la caratteristica di poter influenzare una decisione o quando la volontà dietro al gesto è quella di condizionare un provvedimento pubblico, bisogna farsi delle domande, chiedersi se non si tratta di corruzione", argomenta l'esperto, con laurea in diritto a Friburgo e dottorato a Tarragona, in Spagna.
Secondo notizie di stampa, durante lo scambio di opinioni avvenuto nello Studio Ovale della Casa Bianca fra dirigenti aziendali svizzeri e Trump, tutto incentrato sulle conseguenze degli elevati dazi doganali imposti alla Confederazione, al 79enne sono stati portati anche un lingotto d'oro con un'incisione speciale e un orologio Rolex.