Locarno, le ruspe per la storica sede del Partito comunista. Al suo posto appartamenti a pigione moderata
Al piano terra ci sarà uno snack-bar il cui nome (provvisorio) è tutto un programma: Glasnost, trasparenza. Ma la notizia è un’altra: Casa Gaby, la storica sede del Partito del Lavoro, oggi del Partito comunista, sarà demolita. Al suo posto, in via Varenna 66, una lunga e stretta palazzina di 6 piani – una sorta di “grissino” –, con 12 appartamenti fra mono e bilocali, più una decina di parcheggi coperti e meccanizzati. Costo dell’operazione: poco meno di due milioni di franchi.
La domanda di costruzione è all’albo comunale di Locarno e ci rimarrà fino all’8 di ottobre. Proprio fino a quella data i vertici del Partito comunista preferiscono astenersi da ogni tipo di informazione aggiuntiva rispetto a quelle conosciute poiché contenute nel progetto pubblicato. Alberto Togni, contattato dalla “Regione”, nota infatti che «per correttezza preferiamo seguire la normale procedura, quindi fintanto che il progetto sarà all’albo, ci rimettiamo a quanto pubblicato. Quando il tutto avrà un contorno definitivo informeremo i media».
Questa scelta di riservatezza potrebbe indurre a credere nel timore, per il Pc, che la decisione di cancellare a colpi di ruspa un pezzo significativo della sua storia non abbia fatto l’unanimità fra i “rossi” di più marcata fede, anche e soprattutto in relazione a quelle che potevano essere le volontà della benefattrice Gaby Antognini. Per altro, risulta che lo stesso Pc, tramite il suo segretario Massimiliano Ay, aveva debitamente orientato i “vecchi” del Partito del Lavoro locarnese in merito alle intenzioni di costruire uno stabile al posto di Casa Gaby.
Un avallo a malincuore
Fra essi, Stelio Mondini, già consigliere comunale per il PdL a Locarno e fra le anime del movimento negli ultimi decenni. «Sì – conferma Mondini –, ero stato informato e avevo dato il mio avallo... a malincuore. Secondo le volontà testamentarie di Gaby Antognini, che aveva lasciato la casa al PdL, il beneficiario avrebbe potuto disporne liberamente. Vent’anni fa avevo combattuto per evitare che lo stabile venisse ipotecato, perché allora non aveva un senso. E quella battaglia aveva generato anche una frattura nel Partito. Oggi mi sembra invece che la soluzione prospettata sia condivisibile. Il Partito comunista è in mano a dei giovani con delle idee. Facciano allora liberamente le loro scelte». Stando ad altre fonti, il senso dell’operazione immobiliare non è speculativo: i 12 appartamenti saranno a pigione moderata, e verranno quindi affittati alle fasce più deboli della popolazione.
In uno degli alloggi, a quanto ci risulta, il Partito comunista manterrà la sua sede.
La disputa sull'eredità
Nata nel 1910, prima donna a entrare in Consiglio comunale a Locarno, prima rappresentante femminile del Partito del Lavoro (Pdl) in un legislativo ticinese, Gabriella Antognini morì nel novembre del 1988, lasciando la propria casa al partito. Un’eredità che negli anni scorsi è stata oggetto di una contesa. Antognini aveva specificato in uno scritto che lo stabile doveva andare al PdL. Ma la sezione ticinese di questo partito è stata sciolta. Il Partito comunista (Pc), si considera diretto discendente del PdL; il Partito operaio popolare (Pop) rivendica la stessa genealogia.
La tappa successiva di questa diatriba è stato il cambiamento nell’iscrizione della casa a registro fondiario, confermandola al Pc. Una mossa avallata (nell’agosto del 2018) dal pretore di Locarno Città, che ha pure tenuto conto delle testimonianze di alcuni ex dirigenti del PdL, che a suo tempo avevano collaborato con Antognini e che oggi sono iscritti al Pc. Il Pop non ha impugnato la sentenza per mancanza di fondi. Negli ultimi anni diversi giovani del Pc hanno utilizzato Casa Gaby (ormai al limite dell’abitabilità) come punto d’incontro, eseguendo alcuni piccoli lavori di manutenzione e creando persino una biblioteca.