Il sindaco Cavadini ha annunciato che il 2024 chiuderà con un avanzo di 4,8 milioni. ‘Ma è un risultato a termine’. Le previsioni restano incerte
‘Carramba che sorpresa’: la Città di Mendrisio è riuscita a sovvertire le previsioni. I Consuntivi 2024 non solo chiuderanno nelle cifre nere, ma lo faranno abbondantemente. Tirate le somme: i bilanci chiuderanno con un avanzo di 4,8 milioni (a fronte di un deficit da profondo rosso). Ancora prima di addentrarsi nelle proiezioni di un Piano finanziario che guarda lontano (al 2031 e oltre), il sindaco Samuele Cavadini questa sera davanti all'aula del Consiglio comunale ha tolto il proverbiale coniglio dal cilindro. Le ragioni di un tale risultato? Risparmi ed «eventi straordinari». Sia chiaro, la carrambata - evocata da Maurizio Agustoni, Centro, a cui va la paternità della citazione - sarà a... «termine», ha precisato subito il sindaco. Come dire che sarà difficile replicare un tale esito: «Le previsioni sono sicuramente incerte. Noi cerchiamo di adattarle con la dovuta attenzione. Infatti, un buon Piano finanziario cerca di mantenere un certo equilibrio in una situazione non facilmente interpretabile e in un contesto non facile».
La lista dei desideri - si legga il Piano delle opere prioritarie e un programma di investimenti che parla (al netto) di 121 milioni in 8 anni - in una mano e la dura legge dei numeri nell'altra, la Città sta cercando, insomma, di costruire il suo futuro, strizzando l'occhio ai potenziali nuovi residenti e insediamenti. «Mendrisio ha delle opportunità da cogliere, quindi non vogliamo rassegnarci, ma essere proattivi», ha rilanciato Cavadini. A cosa però si darà la precedenza? Al primato delle finanze o alla qualità dei servizi e della vita della sua comunità? Qui le forze politiche hanno ricette diverse: se a Destra si continua a insistere sulla necessità di far leva con maggiore convinzione al controllo della spesa pubblica, nell'area progressista si rilancia richiamando il valore della socialità e dell'aria che si respira.
«La sostenibilità – ha chiarito Jacopo Scacchi (AlternativA) – richiede una visione più ampia e integrata, gli aspetti ambientale e sociale meritano uguale rispetto e attenzione delle finanze, quindi va costruita senza dogmi». Tanto più che stavolta si è prestata maggiore attenzione al patrimonio storico e naturalistico, come richiamato da Tiziano Fontana (Lista civica). A conti fatti, ha replicato Roberto Pellegrini (Udc-Udf), «senza misure strutturali c'è il rischio che il miglioramento dei bilanci sia solo temporaneo: serve un piano di risparmio completo e incisivo per delle finanze sostenibili. Siamo preoccupati: i debiti sono una certezza, i profitti da investimenti no». L'ente pubblico che investe, però, gli ha fatto presente il sindaco, «non lo fa con la logica del privato».
Sta di fatto, che l'azione del Comune non è abbastanza vigorosa e appare statica, ha rimproverato Luca Pestelacci (Plr). Gli obiettivi centrati (quanto a opere), ha rincarato, sono pochi e limitati: a Mendrisio si studia troppo. Di più: «Quanto a investimenti nelle ultime legislature ci si è limitati a interventi di manutenzione. Dobbiamo svegliarci, la società è in continuo cambiamento e la politica non può restare a guardare». In effetti, da Mendrisio, ha fatto capire Agustoni, ci si attende maggiore coraggio. Un esempio: le cifre accantonate per progetti come la piscina coperta regionale o la copertura dell'A2 in Campagna Adorna sono esigue. Si tratta pur sempre di «due opere rivoluzionarie per la qualità di vita. Invito a insistere – ha chiosato il consigliere comunale del Centro – e persistere anche a favore di quei progetti che oggi possono sembrare utopici o avventati, ma che domani saranno l'orgoglio di una intera regione».
A proposito di promesse, Massimiliano Robbiani (Lega), dal canto suo, non ha mancato di cogliere l'occasione per aggiungere (una volta di più) all'elenco la sede delle Aziende industriali. Al di là delle liste, ciò che conta, ha sottolineato Giampaolo Baragiola (AlternativA), è come si guarda agli investimenti, che «non sono solo debiti ma generano anche ricchezza. In altre parole, dobbiamo scegliere se lasciare alle future generazioni servizi e infrastrutture di qualità, pur con conti che possono creare qualche grattacapo, oppure lasciare finanze floride ma servizi e infrastrutture minimaliste e forse precarie».
E a proposito di utopie, occorre puntare, ha richiamato ancora Giovanni Poloni (Plr), su «progetti ad ampio respiro. Resiste una riflessione: se la nostra Città investe (al lordo, ndr) oltre 140 milioni nell'arco di un Piano finanziario, Ustra ne spende 250 per intervenire nella Collina d’oro-Bioggio. Ci vuole il coraggio di investire risorse dove serve e non sprecarle in nuove avventure che non sappiamo dove ci porteranno». In ogni caso, ha tenuto a dire la vice sindaca Francesca Luisoni, «forse è vero che studiamo troppo, ma ciò che conta è che sappiamo dove vogliamo arrivare».
E a ribaltare le previsioni è stato anche il voto sulla proposta siglata dai consiglieri comunali Gianluca Padlina (Centro) e Luca Pestelacci (Plr) a favore di più tetti e pareti verdi. Bocciata dalla minoranza della Commissione della pianificazione e dal preavviso municipale, la mozione è riuscita invece a superare il Rubicone del Legislativo: hanno votato a favore in 32, contro in 24, 1 astenuto.
Dopo il Consiglio delle bambine e dei bambini (voce di alunne e alunni delle Elementari) e il Consiglio delle giovani e dei giovani (espressione di ragazze e ragazzi delle Medie), Mendrisio aprirà un dialogo anche con il Consiglio dei Giovani Momò, realtà dal novembre del 2024. Impegnato nell'avvicinare giovani cittadine e cittadini alla politica attiva e punto di riferimento della fascia di età tra i 14 e i 22 anni, in futuro potrà essere consultato su temi giovanili a carattere regionale. A riconoscere questo Consiglio come un interlocutore e a fissare il principio, lunedì sera, è stato lo stesso Legislativo, facendo sua (quasi all'unanimità, tolta l'area di Destra) una risoluzione promossa da un gruppo di consiglieri comunali di Centro-Verdi liberali, AlternativA, Plr e Lega.
Una decisione che vale un ulteriore segnale all’indirizzo di ragazze e ragazzi. La Città appare di fatto in controtendenza rispetto ai dati nazionali sulla partecipazione dei 18-24enni al voto. In effetti, come rilevato dai firmatari, alle ultime elezioni comunali l’adesione in quella fascia di età ha raggiunto il 50 per cento. Da stasera, del resto, un sesto del legislativo ha in media meno di 35 anni.