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Ha un nome il 14enne trovato senza vita vicino a Pasture

Il giovane richiedente l'asilo mancava dal Centro federale da qualche giorno. ‘Ora è giunto il tempo di affrontare il tema dei minori non accompagnati’

La zona di Pasture e il riale che scorre accanto alla strada
(Ti-Press)
1 aprile 2025
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Aveva un nome (noto alla redazione ma taciuto per riservatezza). E aveva una storia. E forse c'era anche lui tra i ragazzi che, ormai abitualmente, vanno a tirare calci a un pallone o animano le attività proposte da Mendrisiotto Regione Aperta o dalla Fabbrica dell'ospitalità. Per i tanti volontari delle associazioni che lavorano sul territorio, qui nel Mendrisiotto, il 14enne richiedente l'asilo ritrovato senza vita lunedì sera, poco dopo le 19, nel riale che scorre poco distante dal Centro federale d'asilo di Pasture, a Balerna, è ben più di qualche riga in cronaca: tra coloro che dividono la propria quotidianità con le persone migranti le emozioni si rincorrono. Origini nordafricane, anche il giovane aveva un suo passato e aveva i suoi problemi; gli stessi che, con tutta probabilità, l'hanno convinto a mettersi in viaggio e a raggiungere la Svizzera. Sulle ragioni che hanno portato alla sua morte ora, in ogni caso, spetterà agli inquirenti, coordinati dalla magistratura dei minorenni, fare chiarezza e dare delle risposte. Le ipotesi sono aperte: incidente, malore o gesto estremo? L'unico punto che appare fermo, al momento, è l’assenza di elementi che, come anticipato dalla Rsi, rimandano all'intervento di terzi.

Sem, stretto riserbo

A trovare il ragazzo, ormai esanime, nella serata di lunedì, sono stati altri due richiedenti l'asilo, i quali hanno poi dato l'allarme e fatto scattare, da prassi, il dispositivo di sicurezza che ha portato sul luogo del ritrovamento la Polizia cartonale, la Comunale di Chiasso – che a quanto pare conosceva già il 14enne per dei furtarelli –, i Pompieri e i soccorritori. Da quanto abbiamo potuto appurare, sembra che il giovane mancasse all'appello da venerdì. Sul caso è però calato subito il più stretto riserbo. La Segreteria di Stato della migrazione (Sem) ha fatto sapere, infatti, che sull'accaduto non verranno fornite informazioni di sorta, per motivi che rimandano alla protezione dei dati e della personalità.

Il 14enne e gli altri

Resta, in ogni caso, la morte di un 14enne, che ha colpito molti nella regione. A far riflettere, del resto, è proprio la giovane età del richiedente l'asilo. A memoria, infatti, non si ricorda un evento simile. La cronaca rinvia alle storie di Youssouf Diakite, ventenne del Mali, rimasto folgorato nel 2017 mentre si trovava sul tetto di un treno. Convoglio sul quale si era nascosto per riuscire a passare la frontiera. O ancora a Mohammed Kouji, marocchino, che dal treno è stato travolto nel 2018 a Chiasso. Oppure, più di recente, ad Arash, il ventenne afghano ospite del centro per richiedenti l’asilo di Cadro morto suicida nel 2023.

Presa a carico dei minori, ‘nodo da sciogliere‘

Oggi come ieri a restare aperti sono quindi molti interrogativi. Domande in sospeso alle quali chi opera per Mendrisiotto Regione Aperta vorrebbe dare un seguito. E il tema dei minori non accompagnati è tra quelli ben presenti sul tavolo della discussione. «Da parte nostra – ci dice il co-coordinatore Willy Lubrini – cercheremo di comprendere cosa è successo e di portare le nostre riflessioni all’interno del Gruppo di accompagnamento a Pasture. Di certo il caso di questo 14enne chiama la necessità di affrontare, con razionalità, la problematica e di trovare il modo di migliorare la presa a carico di questi ragazzi».

Non è la prima volta, d'altra parte, che l'Associazione richiama l'attenzione, anche del Consiglio federale, sul nodo dei minori. «Più una struttura è rigida, più deve essere accorta verso i bisogni individuali delle persone, soprattutto se minorenni», ci fa notare Lubrini. E qui la Svizzera si misura in modo differente, cantone per cantone. «Nella regione di Zurigo, ad esempio – ci spiega –, si è finanziato un gruppo di sostegno agli operatori che si occupano di minori non accompagnati».

‘Dovrebbero valere i diritti dell’infanzia’

Per Immacolata Iglio Rezzonico, avvocato e specialista della migrazione, è tutto il sistema asilo a funzionare male, in realtà a livello europeo. Nel caso dei minori, però, in Paesi come Italia, Francia, Spagna o Germania, si può contare su uno statuto diverso. «Per loro in quelle nazioni fa stato la Convenzione sui diritti dell'infanzia – ci spiega –, dunque vi è tutta una serie di misure di protezione che garantiscono loro una collocazione al di fuori dei centri, ovvero in comunità o presso famiglie affidatarie, la scolarizzazione e la formazione. Mi chiedo: perché in Svizzera non è così? Perché ci si accanisce, semmai, a dimostrare che questi giovani sono tutti maggiorenni? Così facendo mettiamo dei ragazzi che pensano di trovare protezione in condizioni di ulteriori vulnerabilità».

Iglio Rezzonico si spinge anche oltre: «Di fatto – rimarca – stiamo testando fino a che punto ci si possa spingere nella violazione dei diritti dell'uomo. E questo in un Paese democratico, che dovrebbe accogliere». Notizie come quella del 14enne, quindi, sono dolorose. «Fa male – conclude – vedere una vita sprecata così perché non abbiamo la capacità di essere umani».