Dal 26 al 29 giugno a Roveredo nella consueta commistione tra arte, natura, condivisione e tanta musica, di cui parliamo con Christian Gilardi
Eccole di nuovo le musiche dal mondo a Roveredo, terra di quel GRIN Festival che lo scorso anno si dovette arrendere al maltempo ma che torna dal 26 al 29 giugno prossimi per un’ottava edizione possibilmente “indimenticabile”, scrivono gli organizzatori, pronti a trasformare i Grigioni in un crocevia di world music e culture altrettanto world. Della quattro giorni di musica, arte, natura e condivisione cominciamo a parlare partendo dal primo dei quattro temi, facendo i nomi di Bcuc dal Sud Africa, Antti Paalanen dalla Finlandia, Sanan dal Libano, gli svizzeri Ambäck con Goran Stojadinovic alla fisarmonica, Buzz’Ayaz da Cipro, Tengerton dalla Mongolia, Zoord dall’Ungheria, Saffron Strings dall’Iran, Kin’Gongolo Kiniata dal Congo, Gordela dalla Georgia, Meisterjaan dall’Estonia e, ancora dalla Svizzera, i Sorelli e Gionata Pieracci. Più un progetto che doveva transitare per Roveredo già un anno fa e che riguarda da vicino Christian Gilardi, flautista, compositore, editore nonché responsabile del settore musicale della Rsi. C’è anche lui dietro ai nomi di questa edizione, sempre artisticamente diretta da Nico Fibbioli. Ma non chiamatelo condirettore o co-curatore…
«È già qualche anno che la Rsi è presente al GRIN per registrare le sue proposte musicali, in quanto momento importante degli appuntamenti estivi che si tengono sul territorio della Svizzera italiana. Importante perché in continua crescita su progetti che non sono così facili da trovare anche in altri festival, quelli che erroneamente si fanno confluire nelle espressioni ‘world music’ o ‘musica etnica’, ma che sarebbe meglio interpretare come musiche dal mondo, che rappresentano sì la tradizione, ma in continuo rinnovamento». Un impegno che si unisce a quello di portare in tutte le case, attraverso la radio, “una pluralità musicale che è propria del servizio pubblico”, da riproporre all’interno dei programmi.
«Non sono un co-curatore. Mi confronto con la direzione artistica, insieme a Nico possono nascere idee da portare a Roveredo». Come gli Ambäck, al secolo i pluripremiati Markus Flückiger (Schwyzerörgeli), Andreas Gabriel (violino) e Pirmin Huber (contrabbasso): «È un trio che trovo tra le proposte più interessanti nel contesto di rinnovamento della tradizione della musica alpina», spiega Gilardi. «Lo facciamo incontrare con un fisarmonicista ben noto a queste latitudini come Stojadinovic. Questa è una delle idee nate confrontandoci, in un rapporto fatto di scambi proficui di esperienze musicali che ascoltiamo personalmente e poi mettiamo in condivisione». Tecnicamente, la Rsi sarà presente tutti i giorni per registrare, dal pomeriggio fino a sera, tutti i gruppi del palco principale; il materiale registrato verrà poi ricomposto per proposte radiofoniche in differita serale, solitamente l’ultimo martedì del mese, il giorno dedicato alle musiche dal mondo.
Zoord Official
Zoord, dall’Ungheria
L’interruzione dell’edizione 2024 del GRIN lasciò al palo il concerto che arrivava e ancora arriva direttamente dal documentario diretto l’anno prima da Fabio De Luca e prodotto da Gilardi per la Rsi. «Partendo dalla nota canzone di Pietro Gori, il documentario faceva incontrare Alessio Lega, cantautore due volte Targa Tenco, con musicisti della Svizzera italiana per registrare il resto delle canzoni del film, non solo di Gori. Quella formazione è andata ben oltre il documentario, suonando al Kaufleuten di Zurigo, al Sociale di Bellinzona. Avrebbe suonato anche al GRIN, ma è andata come è andata, e lo farà quest’anno». Altro che viene dal confronto Gilardi-Fibioli è rappresentato dagli Zoord, gruppo ungherese il cui sito li definisce “ethno-trance dall’Ungheria”: «Utilizzano lo scacciapensieri, un piccolo strumento che è presente in varie parti del mondo, che collochiamo solitamente nell’ambito del Sud d’Italia, in Sicilia in particolare, ma nato antropologicamente in Siberia. Lo ritroviamo ripartito dall’India alla Norvegia, dalla Finlandia all’Estonia, anche in Russia e Ucraina. E nella zona alpina, visto che la Valsesia fu una delle valli nelle quali si costruivano tanti strumenti musicali, portati fino in Svizzera». Quanto agli Zoord, utilizzano lo scacciapensieri, «che in fondo è stato il padre dell’armonica a bocca», in maniera innovativa: «Una volta amplificato, diventa una sorta di synth da bocca, un minimoog tascabile».
G. M. Castelberg
Gli svizzeri Ambäck
Guardando alle nazioni che compaiono in cartellone, colpiscono le provenienze. A differenza di altre rassegne, nelle quali si parla di musica africana ma non sono gli africani a eseguirla, o di terre che sono lontane solo sulla carta, perché i musicisti suonano altrove, il GRIN attinge da parti anche remote della Terra portando l’originale. «È per questo che siamo interessati a questo e altri festival che andiamo a registrare, da Estival a JazzAscona, al Festate di Chiasso, dove arrivano gruppi di questo filone. Al di là delle scelte di qualità, il GRIN riesce a creare un ambiente molto particolare». E limitatamente alle scelte musicali, «la musica tradizionale – chiude Gilardi – non è un prodotto congelato e tirato fuori dal freezer, ma vive soprattutto oggi di un rinnovamento particolare. Lo si deve a formazioni tendenzialmente giovani, che s’ispirano a una tradizione ma con l’orecchio attento ai suoni odierni, ecco quindi l’elettronica insieme agli strumenti tradizionali, le modalità di canto che arrivano dal passato, come la tradizione mongola, che accostati a strumenti e arrangiamenti di oggi ci proiettano dentro una pluralità di linguaggi, accessibile a tutti coloro che vogliano vedere un concerto dal vivo e vivere allo stesso tempo un contesto di socialità di cui tutti abbiamo bisogno».
E mentre giugno arriva, c’è una sorta di ‘Aspettando il GRIN Festival’, fissato per sabato 17 maggio alla Locanda della Masseria a Lugano: dal Salento arriva il trio ‘Mundial’, una fusione di pizzica, taranta, world music ed elettronica, in cui le radici musicali del Sud Italia diventano danza universale e moderna.