laR+ Bellinzonese

Levata di scudi sulla sede delle Opere pubbliche progettata con mandato diretto

Conferenza delle associazioni tecniche e minoranza commissionale chiedono il concorso pubblico. Che il Municipio esclude, forte della deroga governativa

La freccia indica lo stabile prefabbricato da demolire e sostituire con la nuova sede Dop
(Ti-Press)
12 giugno 2025
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Un mandato diretto che fa discutere la politica cittadina e gli addetti ai lavori. E che rischia di impattare contro una levata di scudi. Sta andando di traverso in più ambiti la decisione del Municipio di Bellinzona di affidare a uno studio di architettura, scelto senza concorso pubblico, la progettazione definitiva, ora in fase di affinamento, della nuova casa del... Dicastero opere pubbliche (Dop) prevista in via Lavizzari, dietro l’ex Stallone, al posto del vecchio prefabbricato da demolire. Mandato diretto che s’inserisce nell’iter di ‘appalto generale’ voluto sempre dal Municipio per accelerare i tempi e avallato dal Consiglio di Stato, per motivi d’urgenza, con decisione emessa il 4 giugno. Decisione però impugnabile con ricorso al Tram. Da notare che l’investimento ammonta a 8,4 milioni e siccome il costo di progettazione assorbe solitamente circa il 10% del totale, la cifra prevedibile supera di gran lunga il tetto massimo di 150mila franchi ammesso dalla Legge sulle commesse pubbliche. Un problema cui lo stesso governo cantonale pone rimedio scrivendo nella decisione che “l’aggiudicatario dell’appalto generale sarà responsabile anche dell’ultimazione della progettazione definitiva”. Così facendo sarà dunque l’impresa edile generale, ricevuto il credito comunale, a pagare la parte restante della progettazione.

Lo studio scelto è l’Orsi & Associati di Bellinzona e lo stabile con prefabbricati modulari disegnato in stretta collaborazione col Dop medesimo accoglierà anche altri servizi comunali attualmente dislocati in sedi provvisorie, insufficienti o logisticamente svantaggiate. Il programma prevede l’avvio cantiere a inizio 2027 e la consegna nell’autunno 2027. Il tempo stringe. Infatti il Dop entro due anni dovrà lasciare la propria sede di vicolo Von Mentlen dove la prevista realizzazione del terzo binario ferroviario richiede spazio e dovrebbe appunto iniziare quell’anno (ma finora è stata procrastinata più volte, a cominciare dal 2023, a causa di ricorsi e non si può escludere che vi possano essere altri rinvii). Il mandato diretto di progettazione sta facendo storcere il naso sia alla Commissione edilizia del Consiglio comunale, sia alla Conferenza delle associazioni tecniche del Cantone Ticino. Cat che riunisce centinaia di professionisti e, oltre alla facoltà di vigilare ed esprimere raccomandazioni, ha pure, in taluni contesti, diritto di ricorso. Per ora non si spinge fino a lì, in attesa di vedere come viene accolta la sua richiesta, che è anche della minoranza commissionale, di indire il concorso pubblico.

‘Criticità già più volte segnalata in passato’

Per cominciare la politica. La Commissione edilizia si è spaccata in due esprimendosi sul credito di 755mila franchi, necessario alla demolizione del prefabbricato, che sarà discusso dal plenum nella seduta del 16-17 giugno. Affrontando già in questa fase la realizzazione del futuro nuovo edificio, la commissione ha espresso un corale rammarico per il fatto che si sia preferito un mandato diretto di progettazione anziché, considerati luogo e ammontare dell’investimento, la messa a concorso. “La commissione – sottolinea il rapporto di maggioranza scritto da Tiziano Zanetti del Plr e sottoscritto da Lega/Udc e Centro – riafferma una criticità già più volte segnalata in passato. Anche in questa occasione, nonostante la natura strategica e rappresentativa dell’opera futura, non è stato promosso un concorso pubblico di idee architettoniche, strumento imprescindibile per garantire trasparenza, qualità progettuale e partecipazione nell’ambito della committenza pubblica. Pur comprendendo le urgenze logistiche e la necessità di avviare rapidamente il processo edilizio, si ribadisce che la qualità architettonica degli spazi pubblici è un valore da preservare e promuovere, soprattutto in una città come Bellinzona che ambisce a un ruolo centrale a livello cantonale e regionale. Per contro viene accolta con soddisfazione la dichiarata volontà del Municipio di procedere mediante concorso pubblico per l’attribuzione dell’impresa generale che si occuperà della realizzazione”.

La relatrice: ‘Quanto già fatto sia usato da base’

Più pressante la minoranza commissionale (relatrice Maura Mossi Nembrini di Più Donne, sostenuta da Unità di sinistra e Verdi/Fa) che invita il Municipio a pubblicare “senza indugi al più presto una procedura di concorso di progetto d’architettura, magari estendendo il perimetro al parco e altri elementi di pregio del comparto”. Vari gli argomenti sollevati, a cominciare dal fatto che su questo oggetto dovrebbe far stato la legislazione sulle commesse pubbliche, il regolamento di applicazione e il Concordato intercantonale: “Procedere per incarico diretto non è possibile, visti i valori in gioco delle varie commesse necessarie per la progettazione e la direzione dei lavori”. Inoltre il fatto che si opti per un edificio prefabbricato, “non preclude minimamente l’organizzazione di un concorso di progetto. Già solo per il pregio del comparto (...) è necessario garantire una qualità architettonica e urbanistica scelta dal committente tramite la valutazione di più progetti. È un’opportunità irripetibile, visto anche che da tempo la Città non promuove più per sé stessa sul suo territorio (senza contare su altri enti) dei concorsi di progetto”.

La minoranza ricorda poi il contenuto della scheda di Piano direttore R10, secondo cui i Comuni sono tenuti a ricorrere a procedure di confronto di idee nella progettazione e pianificazione, a processi partecipativi che coinvolgano la popolazione e a organi consultivi, il tutto in grado di “alimentare il dibattito e la presa di coscienza collettiva sulla qualità di quello che si costruisce, e individuare soluzioni condivise e qualitative”. Intanto però, facciamo presente alla relatrice, i buoi sono fuori dalla stalla: «Vero. Infatti il lavoro svolto da Orsi & Associati a mio avviso non dev’essere buttato via, ma deve poter fare da base tecnica, come studio preliminare, alla pubblicazione di un bando di progettazione. Confido che il Municipio recepisca questa esigenza espressa da più parti».

IL MUNICIPALE

‘Dignitosa, economica e attuabile rapidamente’

Interpellato dalla redazione, il municipale Henrik Bang, capodicastero Opere pubbliche, spiega il perché della via intrapresa: «Anzitutto nel corso degli anni, a partire dall’aggregazione e poi da quando le Ffs hanno confermato la necessità di spazi per il terzo binario in fondo a vicolo Von Mentlen, per la futura nuova sede Dop si è cercato il luogo ideale. Diverse le ipotesi approfondite, ma ogni volta qualcosa è andato storto. Cito ad esempio l’ex ospedale di Ravecchia, che la Confederazione ha invece deciso di non più vendere malgrado un accordo preliminare; o il comparto al Vallone, dove lo studio strategico per lo sviluppo delle scuole ha però indicato la necessità di prevedere lì una nuova sede scolastica; o l’ex Birreria di Carasso, dove la riunione di vari servizi di pronto intervento, più il Dop, aveva raggiunto una quota d’investimento pari a 70 milioni ritenuta insostenibile. Alla fine, come soluzione d’emergenza, si è optato per risanare il vecchio prefabbricato di via Lavizzari, oggi usato per altri scopi e da associazioni. Ebbene, se il cantiere per il terzo binario inizierà effettivamente nel 2027, e se la procedura per la nuova sede Dop andrà per le lunghe, quell’anno il Dop medesimo dovrà giocoforza insediarsi nel vecchio prefabbricato. Per contro, se la procedura andrà a buon fine nei tempi previsti, dapprima si demolirà il vecchio prefabbricato e nell’arco del 2027 si realizzerà quello nuovo con tempistiche rapide e una durata di vita calcolata in una trentina d’anni».

La domanda però s’impone: davvero è mancato, e ora mancherebbe, il tempo per un concorso? «Sì. Il continuo peregrinare di ipotesi in più punti della città, per vari motivi indipendenti dalla nostra volontà, ci ha condotti ora a una tempistica stretta che impedisce la procedura di messa a concorso. Lo ha confermato il Cantone valutando la nostra richiesta e concedendo la deroga a favore dell’appalto generale. Ma si tratta di un’eccezione. Infatti la messa a concorso della progettazione riguarderà diverse altre strutture comunali importanti, fra cui la nuova palestra doppia al Palasio, la scuola al Vallone e la nuova casa anziani, per le quali si possono mettere in conto tempistiche dagli otto ai dieci anni». Quanto alla nuova sede Dop, «il progetto avanza e le prime bozze indicano una qualità, in contenuti e forma, in linea con le richieste fatte. Un architetto del Dop stesso collabora in modo proficuo con lo studio di architettura esterno».

È prevista una sala riunioni per 35-40 persone e metà edificio ospiterà gli uffici degli ambiti più tecnici fra Dop, Servizi urbani ed Ente Sport, l’altra metà gli uffici di Giudicatura di pace, Laps e Direzione scuole comunali. «Peraltro – conclude Bang –, i Servizi urbani lascerebbero così l’ex casa comunale di Monte Carasso, che rimarrebbe a disposizione per le scuole e le sue diverse attività oltre ad eventuali altri servizi. Per tutti questi motivi, che abbiamo esposto alla commissione, il Municipio ritiene che quanto previsto sia una soluzione dignitosa, economica e soprattutto attuabile con dei tempi ristretti».

LA CAT

‘L’unica strada giusta per un’opera di valore’

La Cat dal canto suo intende mobilitarsi? “Innanzitutto – ci risponde via e-mail il direttore Loris Dellea – va premesso che solo attraverso i rapporti di maggioranza e minoranza abbiamo appreso dell’intenzione municipale di edificare un nuovo e importante edificio pubblico in un luogo pregiato e di grande valore territoriale per la città, attraverso un appalto generale, quindi un concorso per imprese, probabilmente provenienti tutte da fuori dal nostro cantone”. Il messaggio per la demolizione del vecchio prefabbricato “astutamente annuncia unicamente la volontà del Municipio di procedere con l’edificazione della nuova opera pubblica, indicando tempistiche di costruzioni alquanto ottimistiche e raggiungibili solamente attraverso la prefabbricazione dell’opera e come abbiamo poi letto nel rapporto di maggioranza attraverso l’utilizzo dell’appalto generale, concesso in deroga, eccezionalmente alle normali procedure previste dalla Legge sulle commesse pubbliche, da parte del Consiglio di Stato”.

Entrano qui in gioco – rimarca la Cat – le strategie politiche, le difficoltà programmatiche dell’amministrazione pubblica e le necessità sempre dichiarate urgenti, “quando una normale programmazione delle opere pubbliche necessarie a un comune deve in realtà essere pianificata col giusto anticipo”. Infatti la Cat “da sempre auspica e difende che il concorso di progetto è la corretta forma di messa in concorrenza intesa a fornire un piano o un progetto ai fini della realizzazione di un’opera, anche ai sensi degli intenti che stanno alla base della Legge sulle commesse pubbliche”. Ed è ciò che chiede il rapporto di minoranza: “Che non solo è sacrosanto – sottolinea la Cat – ma anche l’unica strada percorribile per non perdere un’altra occasione per costruire un’opera di valore valorizzando un luogo di qualità”. Perciò la Cat non mancherà di “coinvolgere i propri soci per fare tutto quanto nelle sue possibilità per convincere prima il Municipio, nel caso poi il legislativo, e se necessario i cittadini di Bellinzona, per procedere alla realizzazione di questa importante opera pubblica adottando la corretta e migliore procedura: quella del concorso di progetto”.