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Pestaggio al Rabadan, colpevoli non ancora identificati

Le immagini della videosorveglianza non sono a disposizione degli inquirenti: il Regolamento comunale in vigore prevede la cancellazione dopo 100 ore

La vittima ha subito un trauma cranico, un’amnesia perdurante, fratture al naso e danni a un occhio
(Ti-Press)
2 luglio 2025
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«Appena dopo la mezzanotte di sabato su domenica tre o quattro giovani hanno pestato selvaggiamente il mio compagno. Dapprima buttandolo a terra, poi colpendolo ripetutamente al capo con delle pedate e provocandogli così un trauma cranico, un’amnesia perdurante, fratture al naso e danni a un occhio. Ma l’inchiesta di polizia non ha finora permesso di risalire agli aggressori, anche perché i filmati della videosorveglianza sono stati cancellati dopo pochi giorni». Più precisamente dopo 100 ore, come prevede il Regolamento comunale in materia di Bellinzona in vigore. Cancellazione che «ha impedito agli inquirenti di risalire ai colpevoli».

‘Un agire brutale, durato pochi istanti’

Disavventura e delusione per due giovani del Mendrisiotto che durante la serata principale dell’ultimo Carnevale di Bellinzona, verso mezzanotte e mezza di domenica 2 marzo, si trovavano in Piazza del Sole. «Camminavamo mangiando qualcosa. A un certo punto un tizio, che non conosciamo, si avvicina al mio compagno e lo insulta. La cosa va avanti per un po’ e all’improvviso se ne aggiungono altri tre. E succede quanto ho raccontato. Un agire brutale, durato pochi istanti, poi scappano. Il mio ragazzo giace a terra ferito e privo di sensi. Qualcuno chiama la Croce Verde e solo la mattina dopo viene dimesso dall’ospedale, malconcio». Segue tempo dopo un intervento all’occhio, che non è ancora del tutto guarito, mentre il naso dev’essere ancora sistemato. In polizia, al momento della denuncia presentata una settimana dopo i fatti, «abbiamo spiegato tutto per filo e per segno. E ci è stato subito spiegato che non c’erano immagini della videosorveglianza, perché erano state cancellate».

Cercansi testimoni

Degli aggressori la giovane coppia ricorda solo che uno era travestito da calciatore e uno indossava una tunica bianca. «Ma ora, senza filmati, l’inchiesta per tentato omicidio è ferma. Per questo ci siamo rivolti alla Fondazione Damiano Tamagni», lo studente vittima di un pestaggio nel 2008 mentre partecipava al Carnevale di Locarno. Rendendo pubblica la vicenda, vi è quindi la speranza che emergano testimoni, così da poter sbloccare l’inchiesta: «Chiunque abbia visto o sentito qualcosa, si rivolga al più presto alle autorità». Il caso peraltro è seguito da un avvocato di fiducia.

‘Come da prassi, comunicazione repentina’

Da parte sua il comitato Rabadan – da noi interpellato – ci garantisce che nel caso in cui riceva segnalazioni di fatti gravi, a sua volta, come da prassi, li segnala subito sia alla Polizia cantonale sia alla Comunale. Ed è ciò che è accaduto – assicura il comitato – anche in questo caso specifico. Sempre il comitato sottolinea inoltre che fra gli organizzatori del Carnevale e le ‘luci blu’ – quindi polizia compresa – vi sono momenti di scambio regolare e puntuale (due volte al giorno) su tutto ciò che è avvenuto durante le varie giornate e nottate della manifestazione, oltre ai contatti bilaterali in ogni momento in caso di necessità.

La gestione della videosorveglianza su suolo pubblico è di competenza della Polcom, che si basa sul relativo Regolamento comunale in materia. Regolamento, risalente al 2008, che prevede la cancellazione delle registrazioni “al più tardi dopo 100 ore”. Va detto che questo mese di giugno il Gran Consiglio ha approvato la nuova Legge cantonale sulla videosorveglianza pubblica. La quale prevede – stando al messaggio governativo – una durata massima di conservazione dei dati di 100 giorni. Di conseguenza, una volta che entrerà in vigore la normativa cantonale, anche la legislazione comunale verrà adeguata.

‘In caso di segnalazione blocchiamo immediatamente le immagini’

In ogni caso, al momento dei fatti – com’è il caso ancora tuttora – la normativa comunale prevedeva una durata di conservazione massima di 100 ore: «Appena riceviamo la segnalazione di un’aggressione o di una rissa, noi blocchiamo immediatamente le immagini che saranno poi fornite alla Polizia cantonale o al Ministero pubblico nel caso in cui venga sporta una denuncia», spiega alla redazione Fabrizio Martinella, comandante della Polcom di Bellinzona. Insomma «nei casi in cui la segnalazione ci arriva entro le 100 ore, il filmato viene conservato, mentre in caso contrario non vi è più la possibilità di bloccare le immagini». Martinella precisa inoltre che quando «la segnalazione giunge alla Polizia cantonale, quest’ultima ci chiede immediatamente di bloccare e conservare le immagini relative ai fatti avvenuti». Resta il fatto che nel caso specifico i filmati non sono a disposizione degli inquirenti e che da qualche parte sembra perciò essersi verificato un problema di comunicazione.