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Caso Hospita, il conflitto di opportunità. Tante domande, poche risposte

Mazzoleni, alla testa della ‘Giustizia’ e nel vertice leghista che decise l'inchiesta parallela. Petrini che la eseguì e che era/è nel CdA di BancaStato

Un bubbone politico e giudiziario
(Ti-Press)
2 luglio 2025
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“La Commissione giustizia e diritti valuterà, sulla base dei propri approfondimenti, se sentirvi in un prossimo futuro”. È la frase centrale della lettera (nove righe nove) che l’organo parlamentare ha spedito l’altro ieri a Matteo Pronzini e Giuseppe Sergi, dopo che i due deputati dell’Mps avevano comunicato la disponibilità a essere ascoltati in relazione alla loro recente interrogazione, che sta agitando la politica cantonale, dal titolo ‘Sabrina Aldi, Cristina Maderni, Alvaro Camponovo, Eolo Alberti, Claudio Camponovo, Norman Gobbi, Claudio Zali: tanti soldi, sponsorizzazioni, politica e magistratura e... tanto altro’. Sergi e Pronzini hanno esortato il Gran Consiglio a considerare l’attivazione dell’alta vigilanza e/o l’istituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla commistione, a detta del Movimento per il socialismo, tra affari, politica, inchieste ‘parallele’, conflitti di interesse e nomine in magistratura all’ombra della società Hospita.

Il coordinatore della commissione: ‘Frase evasiva? È ora l’unica possibile’

Dunque la ‘Giustizia e diritti’ “valuterà”... “se”... “prossimo futuro”. Una frase un po’ evasiva... «È l’unica possibile in questo momento – afferma, da noi contattato, il presidente Alessandro Mazzoleni (Lega) –. La scorsa settimana abbiamo deciso, e lo abbiamo reso noto pubblicamente, di attendere da un lato le risposte del governo ai quesiti dell’Mps. E dall’altro l’esito degli accertamenti del Consiglio della magistratura». Il riferimento è al capitolo dell’affaire Hospita concernente Alvaro Camponovo (figlio del dottor Claudio), eletto, in quota Lega, procuratore pubblico nel marzo dello scorso anno. Nei confronti di Camponovo jr. il procuratore generale Andrea Pagani aveva aperto due inchieste per fatti avvenuti quando era segretario giudiziario. Una per violazione del segreto d’ufficio e l’altra per accettazione di vantaggi, sfociate entrambe rispettivamente in un decreto d’abbandono e in un non luogo a procedere. Sul piano penale il discorso è chiuso, ma potrebbe non esserlo su quello disciplinare. Un dubbio che traspare dalle ultime quattro delle oltre sessanta domande contenute nell’interrogazione di Sergi e Pronzini. Da qui le verifiche – in corso – del Cdm. Riprende Mazzoleni: «Solo a bocce ferme, potremo, se sarà ritenuto necessario, esercitare come commissione l’alta vigilanza, proponendo ad esempio delle modifiche legislative come era stato fatto a suo tempo per consentire al Consiglio della magistratura di sospendere un giudice o un procuratore nei cui confronti è in corso una procedura disciplinare, oppure formulando delle raccomandazioni. Ed è in quel contesto, se si realizzerà, che verrà esaminata l’opportunità di sentire Pronzini e Sergi».

‘Astenermi sul tema? Non mi si rimprovera nulla, ma valuterò’

A proposito di opportunità, Mazzoleni era (ed è) nel comitato di coordinamento della Lega, guidato sino al gennaio di quest’anno dal consigliere di Stato Norman Gobbi, che nel 2024 aveva deciso l’indagine cosiddetta parallela sui rapporti tra la società Hospita e il suo ex direttore amministrativo Eolo Alberti (finito poi sotto inchiesta penale per presunte malversazioni), affidandola all’avvocato, nonché membro del Consiglio di amministrazione di BancaStato, Enea Petrini, già deputato al Gran Consiglio per il movimento di Via Monte Boglia (come Alberti). Anche il rapporto stilato da Petrini e indirizzato ai vertici della Lega è oggetto dell’atto parlamentare dell’Mps all’attenzione del Consiglio di Stato. Inevitabile la domanda a Mazzoleni: non sarebbe opportuno astenersi, in ‘Giustizia e diritti’, dal trattare il dossier Hospita sino a quando la vicenda non sarà del tutto chiarita? «Come ha già indicato il procuratore generale, quel rapporto non contiene elementi di rilevanza penale – osserva Mazzoleni –. Per quel che mi concerne non mi è stato rimproverato alcunché. Tuttavia – aggiunge il leghista – come politico e come presidente della commissione ’Giustizia e diritti’ valuterò, in vista della nostra prossima riunione, in programma per il 25 agosto, se rinunciare a occuparmi di questo argomento per il periodo che si renderà necessario e a dipendenza dei temi che emergeranno in commissione». Vedremo.

Le domande di Dadò

Intanto a sollevare ulteriori dubbi sull’operato dei vertici leghisti, e in particolare su quello dell’attuale capo del Dipartimento istituzioni ed ex coordinatore del movimento Gobbi è il presidente del Centro Fiorenzo Dadò nel suo editoriale sul periodico del partito ‘Popolo e libertà’. “L’avvocato Enea Petrini, nelle vesti di improvvisato Sherlock Holmes, sarebbe andato a rovistare in un ufficio di una ditta che nulla ha a che fare con l’ente pubblico e la politica, scavando in fatti privati di cittadini ignari, per poi mettere tutto nero su bianco in un rapporto consegnato ai vertici della Lega, ossia a persone senza nessun titolo specifico”. Continua Dadò: “L’inchiesta segreta, oltre a svelare a terzi le relazioni di interesse intrattenute dalla banca, tratta proprio i temi che sono stati, qualche mese più tardi, all’origine dell’arresto di Alberti e del suo contabile. Lo stesso rapporto svela ad esempio di un credito Covid depositato sempre nella stessa banca e usato impropriamente, concesso alla ditta Hospita, della quale Alberti era direttore amministrativo, per far fronte a eventuali difficoltà di liquidità dovute alla pandemia”. E a proposito di Gobbi: “Il consigliere di Stato è stato sentito dal procuratore (il pg Andrea Pagani, ndr) come persona informata sui fatti. Ma di quali fatti si tratta? Sino ad oggi, il consigliere di Stato, all’epoca pure coordinatore della Lega, se n’è guardato bene dal spiegarlo. Perché? Non sarebbe opportuno che ne parli nelle opportune sedi e lo spieghi bene almeno ai suoi colleghi di governo? Il rapporto segreto è stato visionato e discusso dai vertici della Lega non in locali privati, ma negli uffici pubblici del governo e, secondo quanto dichiarato da Gobbi al procuratore ‘non vi era alcuna evidenza di irregolarità soprattutto dal profilo penale’. Evidenze che sembrerebbero aver convinto il gotha leghista, ma, evidentemente, un pochino meno gli inquirenti. Sempre secondo quanto dichiarato dal consigliere di Stato – prosegue l’editoriale di Dadò – dal rapporto emergeva però che Eolo Alberti e Sabrina Aldi avevano brigato affinché il primo potesse divenire membro del CdA di Eoc (Ente ospedaliero cantonale, ndr) con la conseguenza che la seconda, d’accordo con lui, avrebbe occupato la sua posizione in seno a Hospita e che quanto emerso in questo contesto nel rapporto irritò moltissimo i membri del coordinamento della Lega. Noi il rapporto l’abbiamo letto più e più volte, ma non abbiamo trovato una sola sillaba che si riferisca anche solo lontanamente alla presunta combine. Di questa combine che tanto ha fatto discutere, a parte le dichiarazioni di Gobbi, non v’è nessuna traccia nel rapporto segreto. Allora, per quale motivo il consigliere di Stato Norman Gobbi ha dichiarato al procuratore pubblico una cosa non vera?”. Domande per ora senza risposta. Come quelle dell’interpellanza depositata il 30 maggio da Pronzini e Sergi. Titolo: ‘Norman Gobbi e le sue inchieste private e di partito’.

E le nostre all’istituto di credito cantonale

Da nostre informazioni: gli accertamenti demandati dai vertici leghisti a Petrini erano stati autorizzati dall’azionista di maggioranza, nel frattempo deceduto, di Hospita; Petrini non è mai stato l’avvocato di Hospita; fin dall’inizio della sua attività, nel 2014, la società aveva i propri conti in BancaStato. Ciò detto, l’interrogativo è legittimo: era comunque opportuno accettare l’incarico conferitogli dai responsabili della Lega? Enea Petrini siede nel CdA di BancaStato dall’agosto 2023. All’istituto la ‘Regione’ ha posto i seguenti quesiti: il Consiglio di amministrazione di BancaStato si è posto la domanda a sapere se esistano ancora i requisiti di irreprensibilità – ai sensi dell’articolo 3, capoverso 2, lettera c della Legge federale sulle banche e le casse di risparmio – affinché Petrini possa continuare a far parte del Cda? Al riguardo, e al momento, la Finma, l’autorità federale di vigilanza, si è mossa/espressa? Breve la risposta di BancaStato: “La posizione della Banca è quella di non esprimersi al riguardo”.

L’inchiesta su Alberti, il Tf boccia l’istanza di ricusa nei confronti della pp

In merito al filone penale della vicenda Hospita, e meglio il procedimento per le presunte malversazioni contestate all’ex azionista e direttore amministrativo Alberti, il Tribunale federale ha respinto l’istanza di ricusazione presentata dall’imputato nei confronti della titolare dell’indagine, cioè la procuratrice pubblica Chiara Borelli.

Per ora, ma solo per ora, è tutto.