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‘Lugano non è una città solo per ricchi’

Secondo il sindaco Michele Foletti, in base agli ultimi dati di Statistica urbana, ci sarebbe un sufficiente numero di abitazioni a costo contenuto

Una città in crescita
(Ti-Press)
3 luglio 2025
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«È indispensabile conoscere i dati prima di prendere decisioni a livello politico». Una frase che sembra quasi scontata, ma che Michele Foletti ripete da tempo e ha voluto ricordare in occasione della presentazione delle analisi statistiche riguardanti le migrazioni e l’alloggio sostenibile. Il sindaco di Lugano ha inoltre tenuto a sottolineare che «Lugano non è una città per vecchi e non è una città solo per ricchi», smentendo così due tesi emerse negli ultimi anni di presentazioni statistiche.

Bellinzona e Chiasso attraggono

Primo punto in agenda è stato il resoconto migratorio presentato dal responsabile della statistica Lorenzo Barisone, che comprendeva l’analisi del saldo – il rapporto tra arrivi e partenze –, la composizione della mobilità interna e le motivazioni che spingono le persone a spostarsi. La città di Lugano può ritenersi soddisfatta: nel 2024, come nel 2023, il saldo migratorio è stato infatti positivo ed è grazie agli arrivi che la popolazione globale è aumentata. Tuttavia, quest’ultimi sono in calo del 4,5% rispetto a quelli del 2023, mentre le partenze sono aumentate del 2,3%.

Un dato influenzato del conflitto in Ucraina, che nel 2022 ha causato più arrivi della media. Il calo documentato nel 2024 è dovuto dalla «stabilizzazione della popolazione ucraina in città», spiega Barisone. Il saldo positivo favorisce la crescita demografica e la riduzione dell’età media, sintomi di una città che, a detta del sindaco, «è dinamica, si sta ringiovanendo. Questo lo ritengo assolutamente interessante e importante. Qui, tutto sommato si vive bene e sta diventando sempre di più una scelta appetibile per gli universitari». E a tal proposito, la fascia d’età più mobile, in entrambi i sensi, è proprio quella tra i 20 e i 29 anni. Interessante, infine, rilevare che gli arrivi sono di più rispetto alle partenze, quando parliamo di estero. Guardando al Ticino, la situazione cambia: sono molte di più le persone che si trasferiscono nei comuni del Luganese rispetto a quelli che da lì arrivano a Lugano. Nel confronto le altre realtà urbane, Bellinzona, e un po’ a sorpresa Chiasso, sono poli attrattori, mentre da Locarno e Mendrisio sono più le persone che arrivano rispetto a quelle che vi si trasferiscono.

Al contrario dei dati precedenti, in continuità con quelli del 2023, questo studio ha rivelato un cambiamento di rotta sugli spostamenti interni. È stato osservato un aumento della mobilità all’interno dei quartieri e una diminuzione di quella fra i quartieri. Prendendo in analisi quest’ultimi, in base al rione di residenza, si osserva un saldo migratorio positivo per i distretti centrali e affacciati sul lago e uno negativo per quelli residenziali, caratterizzati da un carovita più basso.

Perché ci si sposta?

Le ragioni in comune trovate da chi parte e da chi arriva sono: motivi professionali, di studio e ricerca di una migliore qualità della vita. Chi parte lo fa anche per tornare nel proprio luogo d’origine e per il carovita troppo elevato. Chi arriva, è spinto dal ricongiungimento familiare e da motivi di salute. Quest’ultimi sono inoltre all’origine degli spostamenti interni e legati alla presenza maggiore di case anziani in determinati quartieri – come Loreto o Molino Nuovo – rispetto ad altri. I cittadini hanno dunque necessità di spostarsi per accedere a determinati servizi, così come anziani o genitori sono portati ad abbandonare la loro proprietà per stabilirsi come locatari a seguito della migrazione dei figli per motivi di studio.

PIGIONI MODERATE

‘Non c’è lo stress degli alloggi’

Per quanto riguarda i costi degli appartamenti, l’esperto di statistica della Città, ha spiegato come la percezione del caro affitti spesso è diversa dalla realtà. In particolare è emerso che rispetto al 2023, il prezzo d’affitto mediano è cresciuto dello 0,2% attestandosi a 18,86 franchi al metro quadrato. Una stabilità che per Barisone è motivata in quanto, «durante tutto il 2024 il tasso ipotecario di riferimento è rimasto invariato all’1,75%». Se si scompone il dato nelle diverse zone di Lugano si può notare che tale percentuale è però influenzata esclusivamente dall’aumento di prezzo nella zona ‘Lugano ovest’. Infatti in quest’area – che comprende Besso, Breganzona e Loreto –, tale importo è aumentato del 3,4% attestandosi a 19,38 fr/mq (18,75 fr/mq nel 2023). Ecco i prezzi nelle altre zone: a ‘Lugano centro’ – che comprende Molino Nuovo, Centro, Viganello, Cassarate e Pregassona – il prezzo è calato dello 0,5% (da 18,92 fr/mq a 18,82 fr/mq); a ‘Lugano est’ – Aldesago, Brè, Cureggia, Castagnola e Gandria – il calo è stato dell’1,1% (da 19,79 fr/mq a 19,58 fr/mq); a ‘Lugano nord’ – Davesco-Soragno, Cadro, Sonvico, Villa Luganese e Val Colla – si è passati da 18,18 fr/mq a 18,08 fr/mq (-0,6%) e nella zona definita ‘Lugano Sud’ – Pazzallo, Pambio-Noranco, Carona, Carabbia e Barbengo – la diminuzione è stata dell’1,4% (da 18,50 fr/mq a 18,24 fr/mq). Come ha sottolineato Barisone «in alcuni quartieri si segnala una forte percezione del caro affitti, anche dove i prezzi reali sono inferiori alla media cittadina. Questo mostra quanto la componente soggettiva da parte del cittadino possa influenzare tali valutazioni, ma, invece, bisogna rifarsi chiaramente a dei parametri oggettivi».

Per quanto riguarda altri dati oggettivi in tutta Lugano solo gli appartamenti trilocali hanno registrato un calo del prezzo d’affitto: da 17,95 a 17,39 fr/mq (-3,1%). Le altre tipologie di abitazione hanno visto aumentare il costo mediano. I monolocali sono passati nell’ultimo anno da 28,93 a 29,68 (+2,6%); i bilocali da 21,55 a 21,66 (+1,9%) e la categoria quadrilocali – che comprende anche gli appartamenti più grandi – l’aumento è stato del 2,4% (da 15,98 a 16,36).

In aumento gli alloggi a pigione moderata

Il lavoro coordinato da Barisone si è inoltre incentrato sugli appartamenti a pigione moderata. Dalla comparazione dei campioni di affitti rilevati annualmente, emerge come nel 2024 il 42% delle pigioni rientri nel concetto di alloggio sostenibile, in crescita rispetto al 2023 (era il 38%). In particolare, per ottenere tale risultato lo studio ha tenuto in considerazione un campione di prezzi d’affitto lordi a negli ultimi due anni: 1’420 franchi per la categoria mono e bilocali, 1’670 per i trilocali e 2’004 franchi per gli appartamenti più grandi. A questi valori lordi è stato poi tolto il 20% del prezzo per i costi accessori: una percentuale figlia di «un’analisi sugli annunci online dei portali dove è riportato che l’80% dei costi è legato l’affitto netto». Pertanto la soglia che considera un appartamento a pigione moderata per le tre classi di appartamenti diventano rispettivamente: 1’136, 1’336 e 1’603 franchi.

Lo studio ha inoltre mostrato come la disponibilità di appartamenti a basso costo varia a seconda della tipologia abitativa: il 77% dei monolocali, il 39% dei bilocali, il 42% dei i trilocali e il 19% per i quadrilocali o più sono sotto questa soglia. Più la casa è grande più difficile accedere a questo tipo di abitazioni. «Attraverso questa analisi possiamo dire che oggi la disponibilità di appartamenti in Città, per tutte le fasce di reddito, risponde alle necessità della popolazione», ha ribadito Foletti. Questi dati, serviranno a «evitare di portare avanti delle scelte che possono andare a compensare delle distorsioni e rispondere in maniera compiuta, con un uso razionale, economico e intelligente delle risorse pubbliche», conclude il sindaco.