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Camoghè, presto un rifugio per escursionisti in vetta

Il progetto, sostenuto anche da enti pubblici, offrirà un riparo sicuro e contribuirà a valorizzare l’area in vista del futuro parco naturale regionale

Presto avrà un tetto
(Ti-Press / Massimo Piccoli)
5 agosto 2025
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Ammirare il Luganese dall’alto e perdere la cognizione del tempo. Una sensazione che chiunque salga in cima al Camoghè ha probabilmente provato, ma non senza il rischio di imbattersi in un improvviso rovescio meteorologico, come può facilmente accadere a 2’227 metri di altitudine. Grazie all’impegno di un’associazione di appassionati di questa montagna – che segna uno dei confini tra Sopraceneri e Sottoceneri – presto sarà disponibile un rifugio dove trovare riparo, rifocillarsi e, se necessario, attendere che si diradino le nuvole cariche di pioggia sulla vetta.

Da quarant’anni è un rudere

In origine, la struttura era stata concepita come una piccola caserma, ma al termine della Prima guerra mondiale venne utilizzata come rifugio dal Club alpino Svizzero. Durante la Seconda guerra mondiale venne ripresa in mano dall’esercito e, dopo anni di abbandono, negli anni 70 diventò sede dei radioamatori ticinesi che vi installarono un ripetitore, ma nel 1984 l’edificio fu distrutto da un incendio e da allora rimase un rudere. Solo negli ultimi anni, grazie all’interessamento dell’Associazione degli studenti e dei professionisti cattolici ticinesi, conosciuta come Lepontia Cantonale, si è iniziata a pianificare la rimessa in servizio dello stabile. Fino alla vendita dell’immobile da parte di Armasuisse immobili, come successo a molte altre strutture simili, aveva mantenuto la sua destinazione d’uso militare, ma con la cessione, ha seguito il destino di diversi altri bunker ormai in disuso e riattati per scopi anche turistici.

Da allora, grazie al lavoro dell’architetto Urs De Polo, la Lepontia Cantonale ha iniziato ad attivarsi per restituire dignità e valore a quella che considera questa montagna il simbolo di aggregazione tra i due Distretti. Come spiega il presidente dell’associazione, Jonathan Binaghi, «siamo sempre stati legati al Camoghè. Già nel 1991, in vista dei 700 anni della Confederazione e dei 150 anni della Società degli Studenti svizzeri (di cui la Lepontia è una delle 70 sezioni, ndr) abbiamo costruito una cappella in vetta, dedicata a San Nicolao. Frequentando spesso la cima, ci siamo resi conto di quanto il meteo possa cambiare rapidamente e diventare inclemente. Per questo abbiamo iniziato a riflettere sulla possibilità di costruire un riparo da mettere a disposizione di chi raggiunge la vetta». Da queste considerazioni sono nate le prime trattative che, nel 2022, hanno portato all’acquisto del terreno e dello stabile. L’obiettivo, precisa Binaghi, «è rendere il rifugio accessibile a tutti gli escursionisti».

Avviata la raccolta fondi

Ottenuto il via libera delle autorità con il rilascio della licenza edilizia nel 2023, l’associazione si sta ora mobilitando per raccogliere i 400mila franchi necessari alla realizzazione del progetto. «Abbiamo già iniziato a raccogliere fondi da alcune fondazioni e da enti pubblici, come i Patriziati», spiega Binaghi. I primi soldi racimolati a partire da marzo hanno già consentito di avviare alcuni lavori: «Questo inverno c’è stato un crollo dovuto al peso della neve. A inizio anno lo abbiamo segnalato e siamo intervenuti per rimuovere i sassi dal sentiero, rendendolo di nuovo agibile. Proprio in questi giorni abbiamo trasportato un escavatore e del materiale per consolidare il muro, rimettere le pietre all’interno del perimetro e fare in modo che non possano più cadere sul sentiero sottostante». Il grosso dei lavori dovrebbe iniziare nelle prossime settimane e concludersi entro il 2026. Il progetto prevede la ricostruzione del tetto con una copertura in metallo, interni con pavimentazione in Pet, la costruzione di un bagno, tavoli, panche e un angolo dove accendere il fuoco. Inoltre, sarà previsto uno spazio per poter trascorrere la notte in caso di emergenza escludendo però la possibilità di pianificare il pernottamento.

‘Offerta turistica migliorata’

A cogliere con favore l’iniziativa è anche Franco Voci, presidente dell’Ente regionale per lo Sviluppo del Luganese: «Il progetto della Lepontia Cantonale è compatibile con il potenziale parco regionale del Camoghè il quale studio di fattibilità verrà concluso nel prossimo autunno. La struttura potrà migliorare l’offerta per gli escursionisti». Conclusi i lavori, il nuovo riparo ristrutturato si troverà all’interno di quello che potrebbe diventare l’unico parco naturale di valenza regionale del Ticino, il quale prevede la tutela della qualità ambientale e paesaggistica all’interno del suo perimetro. Inoltre, precisa Voci, «questa tipologia di parchi è uno strumento di sviluppo regionale sostenibile col quale l’Ufficio federale dell’ambiente supporta misure in ambito di turismo naturalistico e di valorizzazione del patrimonio naturale e paesaggistico. Studi scientifici dimostrano gli importanti benefici dei parchi naturali regionali in termini di indotto economico, posti di lavoro e valorizzazione sostenibile del territorio». E proprio quest’ultimo è uno degli obiettivi che ha mosso la Lepontia Cantonale: «Il nostro piccolo progetto, senza scopo di lucro – conclude Binaghi –, mira a valorizzare l’intera area e a far riscoprire una montagna che unisce il Ticino, contribuendo al tempo stesso a rafforzare l’educazione civica dei cittadini».