laR+ Mendrisiotto

Una ‘Casa di luce’ per accogliere gli anziani di Morbio Inferiore

Nei dettagli del progetto che si è aggiudicato il concorso di architettura. Verrà realizzato un nuovo edificio e ci saranno 10 posti letto in più

Il progetto vincitore
(Ti-Press/Benedetto Galli)
27 settembre 2025
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Sarà una ‘Casa di luce’ che si svilupperà attorno a una corte interna quella dove vivranno, tra qualche anno, i residenti del Parco San Rocco di Morbio Inferiore. Il progetto dello studio di architettura Itten+Brechbühl Sa si è aggiudicato il concorso di architettura a due fasi promosso dalla Fondazione San Rocco, pronta a investire circa 46 milioni di franchi per una nuova struttura che metterà a disposizione 120 posti letto (10 in più rispetto agli attuali). Entriamo nei dettagli del progetto con il direttore della sede luganese dello studio di architettura Thomas Salmaso. Tra gli obiettivi fissati dal bando c’era la creazione di una struttura che promuovesse al meglio le interazioni intergenerazionali, con spazi sociali e la possibilità di relazioni qualitative con la società. Inoltre il mantenimento dei posti letto durante tutta la fase dei lavori, disagi limitati per residenti, personale e utenti della struttura, nonché il mantenimento dei servizi alla comunità. Aspetti, questi, che hanno fatto passare al team di progettazione «qualche momento difficile». Prima di arrivare alla «scelta ottimale – spiega l’architetto – di introdurre un nuovo volume rispetto al recupero di quello esistente, rendendo così possibile tutta una serie di trasformazioni altrimenti difficilmente realizzabili». Dopo la presentazione, che ha raccolto «riscontri positivi» e la mostra che ha presentato i sette progetti ammessi alla seconda fase del concorso (una quarantina quelli che si sono annunciati per la prima fase), nelle prossime settimane la fase operativa potrà entrare nel vivo. Tempistiche al momento non ce ne sono. «Ci confronteremo con il committente – conferma Salmaso –. Ho visto molto entusiasmo e decisione: visto che questo progetto fa parte di una pianificazione cantonale ormai datata, penso ci sia la necessità di chiudere prima della nuova pianificazione del 2030». La rete della Fondazione San Rocco prevede 259 posti letto: ai 120 di Morbio si aggiungono i 79 di Coldrerio e altri 60 di una terza casa anziani per la quale sono stati avviati contatti con il Comune di Breggia.

Più relazioni nel comparto

Il nuovo volume che andrà a sostituire l’attuale forma ‘a elle’ verrà realizzato sul margine sud dell’area e ridefinirà gli spazi aperti, creando una relazione più fluida tra casa anziani, Municipio e chiesa di San Rocco. «Ci troviamo all’esterno del nucleo – ricorda l’architetto –. Abbiamo riscontrato una certa esclusività per chi abita la struttura ma allo stesso tempo una certa divisione tra l’interno e l’esterno». Un aspetto che «ci è sembrato inconciliabile con la prospettiva di voler dare forma a questa visione di intergenerazionalità, di voler aprire la struttura all’interazione e di far appartenere la casa al nucleo di Morbio». Dopo la lettura di «molte varianti» la scelta è caduta sulla «soluzione urbanisticamente più forte anche per permettere alla piazza del Municipio di creare una connessione fluida verso il Parco San Rocco che diventa quindi un luogo di incontro intergenerazionale che collega il nucleo, la chiesa di San Rocco, la Casa comunale e la nuova struttura». A livello architettonico si tratta invece di «una sfida impegnativa per poter contenere gli spazi e dare un’impronta molto compatta grazie alla corte interna che vuole anche richiamare la tradizione delle corti presenti nel nucleo». Non da ultimo, la riorganizzazione dell’area riproporrà la vista sul paesaggio collinare del Mendrisiotto, che per molto tempo è stata occupata dalla struttura esistente. La struttura risolverà anche un problema annoso: in collaborazione col Municipio, è infatti prevista anche la realizzazione di un’autorimessa pubblica e quella esclusiva della casa.

Solo uno spostamento provvisorio

Per garantire la richiesta continuità operativa, l’attuale struttura ospiterà i residenti fino alla fine del cantiere. Solo una piccola parte di loro dovrà essere spostata per consentire la demolizione, nella prima tappa dei lavori, della chiesa esistente e delle camere al piano superiore. Un numero ridotto di camere verrà spostato in uno spazio provvisorio sopra l’ala ovest. «Il Piano regolatore in vigore – puntualizza ancora l’architetto – indica che si potrebbe pensare di mantenere una parte della costruzione esistente per trasformarla, per esempio, in appartamenti protetti per anziani».

Come saranno divisi gli spazi

La relazione tecnica della ‘Casa di luce’ permette di scoprire come saranno organizzati gli spazi della futura casa anziani che “trova coerenza con il contesto e la scelta progettuale dell’edificio”. Sfruttando le pendenze della strada, al livello inferiore verrà creato un reparto Alzheimer con 24 posti letto e con tutte le camere collegate con il giardino esclusivo. Il pian terreno sarà “un’estensione dello spazio esterno”, che si sviluppa attorno alla corte centrale. A contatto con la piazza ci saranno il portico d’ingresso, la ricezione-posta accanto al nucleo dei collegamenti verticali principale, l’area per i bambini rivolta verso la corte e verso lo spazio multiuso e il bar con il ristorante che possono godere dell’accesso diretto al giardino della casa. Sul lato rivolto a valle, la sala multiuso avrà un affaccio panoramico, mentre verso l’interno si estende completamente verso la corte interna che potrà quindi anche far parte delle attività della casa. La chiesa ritroverà una collocazione esclusiva nell’angolo dell’edificio. Il suo spazio si aprirà verso la sala multiuso permettendo, attraverso lo spazio del ristorante, la lettura dell’intero fronte a valle originariamente caratterizzato dal terrazzamento del parco San Rocco. Gli spazi terapeutici e di cura saranno invece rivolti verso via Francesco Chiesa. Al primo piano ci sarà un reparto di cura psichiatrico con 24 posti letto. Al secondo e al terzo verranno invece ricavati i reparti di cura, con ognuno tre cluster di 12 camere per piano. L’ultimo livello ospiterà le camere per la comunità religiosa.

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