La minoranza commissionale si oppone alla privatizzazione e ne chiede il reintegro nel nuovo Regolemento sui cimiteri
Che fine ha fatto il Crematorio cittadino nel nuovo Regolamento sui cimiteri che dovrà essere votato settimana prossima dal Consiglio comunale? Letteralmente scomparso. Perciò la minoranza della Commissione della legislazione (il relatore Alessandro Lucchini, comunista, e tre colleghi fra Unità di sinistra, Verdi/Fa e Avanti con Ticino&Lavoro/Più Donne/Noce) ne chiede il reintegro letterale emendando buona parte del testo. Linea che va a scontrarsi con quella municipale volta a confermare una gestione privatizzata. “Su questo punto – scrive la minoranza in vista della seduta di Legislativo – esprimiamo un dissenso convinto, ritenendo tale orientamento non condivisibile sul piano politico, su quello del principio del servizio pubblico e anche da un punto di vista finanziario”.
Giunto quasi a fine vita, da diversi mesi il forno è stato dato in gestione, tramite mandato di prestazione, alla nuova Crematoria Sa Bellinzona e Valli che riunisce sei onoranze funebri del territorio. Il Municipio non intende infatti investire in un nuovo apparecchio che richiederebbe un milione di franchi. E guardando al futuro vuole mettere a concorso realizzazione e gestione, considerata l’alta concorrenza fra operatori privati e la presenza dal 2022 del crematorio di Carasso che ha dimezzato le cifre di quello comunale rendendolo meno sostenibile finanziariamente.
Ma la minoranza non ci crede, per vari motivi: “Mantenerlo in mano pubblica assicura una gestione etica, universale e centrata sulla dignità umana, la quale può effettivamente realizzarsi se non persegue alcuna finalità di lucro. Questo principio è rispettato in tutta la Svizzera: dei 31 centri di cremazione solo cinque sono privati, quattro di questi sono in Ticino e uno a Friborgo”. Inoltre la presenza di un servizio di cremazione pubblico “garantisce un controllo democratico sui prezzi applicati in questo delicato settore e assicura la stabilità tariffaria”. Per contro la privatizzazione in Ticino “ha fatto lievitare i prezzi, i quali sono oggi, tranne il Crematorio comunale di Bellinzona, i più alti della Svizzera, come evidenziato anche nel 2022 da Mister Prezzi”.
Citando i passi indietro compiuti nel passato (privatizzazione Amb e Clinica dentaria), la minoranza commissionale rimarca infine che la presenza di una concorrenza nel settore “non dovrebbe portare l’ente pubblico a ritirarsi dallo svolgere un ruolo attivo, soprattutto quando si tratta di garantire tariffe accessibili e una gestione improntata alla trasparenza amministrativa e al controllo democratico in un settore sensibile come questo. Ragionamenti che giustificano il disimpegno del pubblico in nome della competizione con il privato sono pericolosi e precursori di un futuro continuo smantellamento del servizio pubblico, garanzia, tra le altre cose anche di condizioni di lavoro più dignitose per la popolazione residente”.