Semisvincolo: chi lavora vicino alla cantonale nota il miglioramento. A Camorino però spesso si forma ancora una lunga coda a causa del verde più breve
Due mesi di esercizio completo per il semisvincolo di Bellinzona e un bilancio in fase di allestimento tramite un costante monitoraggio che richiederà mesi per poter fornire un primo quadro esaustivo. Questo sebbene già sin d’ora il giudizio degli addetti ai lavori sia positivo. Parola di Guido Biaggio, vicedirettore dell’Ufficio federale delle strade, invitato settimana scorsa come correlatore alla serata pubblica organizzata dal Plr e incentrata sullo sviluppo viario, infrastrutturale e urbano della capitale ticinese. Biaggio ha ricordato che Ustra esegue il monitoraggio insieme al Cantone e alla Città per quanto riguarda i rispettivi flussi di traffico lungo le varie tipologie di arterie: «Per ora possiamo dirci molto soddisfatti e notiamo che non si presenta il temuto ingolfamento di via Tatti in entrata e uscita».
Uno dei punti chiave è il buon funzionamento della rete semaforica il cui nuovo sistema informatico da alcuni mesi gestisce la lunga serie di incroci presente da Arbedo a Giubiasco, semisvincolo compreso. Tutto bene? «Puntiamo a calibrare quanto meglio possibile i flussi nell’arco delle 24 ore a dipendenza delle situazioni che si presentano». A questo riguardo Guido Biaggio ha citato il semaforo giubiaschese presente all’incrocio fra via Monte Ceneri e via al Ticino: «Oggi, per chi arriva da sud, il verde dura un terzo rispetto a prima del semisvincolo. Con questa modifica sostanziale dei tempi miriamo a sensibilizzare gli utenti sulla presenza del nuovo asse di penetrazione autostradale, preferibile rispetto alla strada cantonale». Molti conducenti tuttavia preferiscono rimanere su quest’ultima, a tal punto che in certi momenti la coda raggiunge ancora quasi lo svincolo di Camorino. Come prima insomma. A ogni modo il numero di veicoli incolonnati è calato rispetto al passato: in pratica se la coda persiste è perché il verde dura meno. Anche la Città ha il suo bel daffare per capire se il semisvincolo sia all’origine di miglioramenti o peggioramenti puntuali, in particolare laddove gli studi sui flussi del traffico preconizzavano una riduzione dei transiti parassitari lungo strade di quartiere spesso usate come scappatoie dalle code, ad esempio viale Olgiati a Giubiasco e Strada Novo a Monte Carasso.
Per capire se il quartiere di Giubiasco sia riuscito a liberarsi dalla morsa del traffico che lo attanaglia da decenni, abbiamo interpellato alcuni commerci affacciati sulla cantonale. «La mia percezione è che effettivamente il transito si sia ridotto», risponde senza esitare il responsabile della stazione di benzina Euro Service in via Monte Ceneri aggiungendo di aver «anche riscontrato un certo calo di lavoro». Meno viavai uguale meno incassi dunque. Spostandoci quasi un chilometro più a sud, al Garden center Bürgi di Camorino situato in via Tirada la sensazione è invece che il traffico non sia diminuito: «Alla nostra altezza si formano lunghe code di auto nelle ore di punta e questo non è cambiato nemmeno di recente con l’apertura completa del semisvincolo». Come detto prima, questo potrebbe legarsi alla riduzione del verde semaforico.
Tornando a Giubiasco interpelliamo due esercizi pubblici. Dal Tea room Peverelli, situato all’imbocco della trafficata rotonda di Piazza Grande, giunge un’opinione in presa diretta: «Se guardo in questo momento verso la strada vedo che è congestionata, ci sono molte auto. Ma dipende anche dai momenti, nelle ore di punta non percepiamo molta differenza, il traffico c’è sempre», rileva a metà mattinata una dipendente. Un centinaio di metri a nord ecco il Bar del Borgo, situato vicino al posteggio della chiesa parrocchiale: «Il viavai si è in effetti ridotto e posso confermare che al mattino arrivando qui da sud trovo meno traffico», ci riferisce una dipendente.
Emerge però anche un nuovo aspetto: dal bar si osserva un incremento del flusso di veicoli che dalla cantonale imbocca Piazza Grande verso via Rompeda. Si tratta di coloro che verosimilmente abitano nel comparto attorno al Borghetto e che prima potevano raggiungere il domicilio attraverso via della Posta, ora non più percorribile dalla cantonale ma solo nel senso opposto. Chiusura, ricordiamo, implementata a seguito dell’apertura totale del semisvincolo per sgravare sia quella strada già molto sollecitata dal transito di bus e dagli utenti di posta e banca, sia viale Olgiati. «Notiamo molte più auto che transitano verso via Rompeda e infatti alcuni abitanti si sono lamentati», rimarca la cameriera del Borgo. Si tratta infatti di una strada con limite di velocità 20 nel primo tratto che diventa poi zona 30 percorsa anche da numerosi bambini – a piedi, in bici o in monopattino – trattandosi di un quartiere residenziale. Chi ha fatto click fra i giubiaschesi doc è l’ex granconsigliere e ufficiale della Polizia cantonale in pensione Giorgio Galusero di casa vicino al Grotto Sbardella: «Per recarmi in auto verso sud o per raggiungere i centri commerciali di Sant’Antonino è diventato più comodo risalire verso nord fino a Bellinzona e imboccare l’A2 dal semisvincolo. Stesso percorso per il rientro. Risparmio ogni volta diversi minuti».