Durante la cerimonia per i 40 anni del museo, il sindaco Mario Branda ha ventilato l'idea di realizzare un percorso che valorizzi la storia della Città
«Collegare meglio Villa dei Cedri al nucleo cittadino, magari con un percorso che ricordi anche la storia della Città» e in particolare di Ravecchia. Lo ha affermato il sindaco di Bellinzona Mario Branda in occasione della cerimonia ufficiale per celebrare i 40 anni del museo che caratterizza il comparto, composto dallo storico edificio con il suo parco pregiato. «Una gemma preziosa» che però «ha un piccolo difetto: è un po’ separata dalla Città». L'intenzione è quindi quella di realizzare un collegamento che andrebbe «valorizzato anche con una segnaletica adeguata» dedicata in particolare ai sempre più numerosi visitatori. Visitatori che così facendo troverebbero «più facilmente la strada» verso questo luogo di grande importanza in ambito culturale per Bellinzona.
Ad aprire la cerimonia per festeggiare il quarantesimo dall’apertura del Museo Villa dei Cedri – tenutasi oggi, 2 aprile, direttamente sul posto alla presenza di diverse autorità politiche locali e cantonali, così come di sostenitori e amici – è stata la direttrice Carole Haensler: «Sono un po’ emozionata», ha esordito. Malgrado il «momento difficile» che sta attraversando la cultura in generale, l’obiettivo resta quello di «proteggere e valorizzare non solo la collezione, ma anche la villa e in particolare il parco». In questo contesto «da tre anni stiamo lavorando per integrare questa parte del comparto nella programmazione espositiva». Un esempio in quest’ambito è proprio «l’installazione artistica che sarà inaugurata il prossimo fine settimana che darà voce agli alberi del parco e in particolare ai faggi che stanno soffrendo». Più in generale vi è la volontà di far sì che il museo continui a rappresentare «un’identità forte legata al territorio, sia a livello locale, sia nazionale e anche internazionale».
Per celebrare i 40 anni è anche stata inaugurata una mostra intitolata ‘Condividere l’arte. Tra universi pubblici e privati. Bellinzona e oltre’, visitabile fino al 3 agosto. Mostra che, come ‘laRegione’ aveva già riferito, approfondisce in modo inedito le origini del comparto, la collezione del museo – che oggi conta «circa 7’000 opere», di cui «il 60% proviene da donazioni private», ha precisato la curatrice Manuela Kahn-Rossi –, la storia museale di Bellinzona e, non da ultimo, i mecenati, amatori d’arte, studiosi, collezionisti e associazioni che hanno contribuito alla crescita culturale della città. L’obiettivo è quello di «fornire più elementi per capire il patrimonio del museo», ha indicato Kahn-Rossi.
Dopo Branda che ha ricordato come il collezionismo possa essere anche visto come «un figlio dello sviluppo che ha conosciuto Bellinzona alla fine del XIX Secolo», in particolare con l’arrivo della ferrovia «che ha segnato la storia del Cantone e della Città», è intervenuta la consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti. La direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport ha osservato che Villa dei Cedri «non è solo un luogo di conservazione, ma anche di incontro e scoperta». Oltre a essere «un punto di riferimento per tutto il territorio», permette anche di «avvicinare le scuole all’arte». E proprio in tema giovani Carobbio Guscetti ha ricordato l’Abbonamento Cultura dedicato a chi ha meno di 26 anni che permette di accedere a migliaia di concerti, spettacoli, film, festival e mostre. L’intenzione del Cantone è infatti quella di «investire nella cultura» anche per renderla «accessibile a tutta la popolazione».