Piano trasporti inviato al Cantone: più fermate AlpTransit e coincidenze, riapertura stazioni, passerelle ciclopedonali, incroci linee bus e bike sharing
«Si può fare decisamente di più e meglio per allacciare adeguatamente le Tre Valli alla rete del trasporto pubblico. Ed è ciò che abbiamo comunicato al Cantone trasmettendogli il nostro Piano regionale dei trasporti per la valutazione delle misure proposte e la decisione sul loro finanziamento pubblico». Questo il sunto dell’intervento che Massimo Ferrari, presidente della Commissione regionale dei trasporti Tre Valli, ha fatto settimana scorsa durante l’incontro pubblico organizzato dal Centro a Monte Carasso al quale è intervenuto come relatore insieme ai presidenti delle analoghe commissioni del Bellinzonese (Mattia Lepori) e Luganese (Filippo Lombardi).
Mattia Lepori dopo aver ricordato che il Programma di agglomerato di terza generazione è stato realizzato nell’ordine del 50% e che il 40% è in fase di concretizzazione, ha ricordato che il Pab5 è attualmente al vaglio dell’autorità federale: «Con esso miriamo a ridurre dell’8% il traffico motorizzato individuale, che attualmente occupa il 68% del totale, e incrementare le quote di mobilità dolce in particolare ciclabile (oggi 3%) e il trasporto pubblico (8%). Il semisvincolo sta dando i benefici auspicati, ma la recente chiusura per alcuni giorni di via Birreria ha dimostrato quanto il sistema viario del nostro comprensorio sia giunto al limite. D’altronde non abbiamo più spazio per nuove strade, ma abbiamo un potenziale inespresso di ciclomobilità funzionale che vogliamo migliorare, specialmente nella connessione dei quartieri alla città».
Anche il Pal5 del Luganese sarà trasmesso a Berna e Filippo Lombardi non ha nascosto la sua forte delusione nel constatare quanto fatichino a trovare una concretizzazione le misure viarie contenute nei vari Programmi di agglomerato sin qui succedutisi: «Questo mi preoccupa molto, al pari dell’esplosione dei costi annunciata proprio di recente per l’atteso Tram-Treno. Confido che la politica non bocci il credito addizionale necessario. Senza contare poi lo stallo in cui si trova la pure prevista ma mai realizzata circonvallazione stradale Agno-Bioggio che però è di esclusiva competenza cantonale e non federale. In termini generali anche per noi la priorità è ridurre il traffico motorizzato dell’8-16%». Tuttavia, come pubblicato ieri, il Consiglio di Stato approvando il Pal muove a sua volta diverse critiche alla Crtl ritenendo lacunoso il documento.
Infine le Tre Valli. Massimo Ferrari ha insistito sulla necessità di integrarle meglio nella rete di trasporto pubblico locale e sovraregionale, pena l’emarginazione della popolazione e del suo tessuto economico. Senza mezzi termini ha parlato di «disservizio che colpisce ingiustamente le zone più periferiche del Ticino, considerando peraltro i lunghi tempi morti di attesa». Un esempio su tutti l’esclusione di Biasca come fermata frequente, e non solo saltuaria come ora, dalla rete AlpTransit: «Lo rivendichiamo da trent’anni! Per contro Altdorf, del tutto simile a Biasca per posizione e territorio, è meglio connessa e ne trae evidenti benefici in termini di aumento demografico e insediamento di attività. Un potenziale che invece Biasca, letteralmente tagliata fuori, vede passare letteralmente sotto il naso». Subendo peraltro ripercussioni negative: «Ricordo infatti che nostri rilievi fatti eseguire da studi di ingegneria qualificati evidenziano, dal profilo del rumore e delle vibrazioni, che la Riviera subisce enormemente il transito dei treni veloci e merci. Riviera che fra Castione e Biasca, in tutto 17 chilometri, non ha nemmeno una fermata del treno. Un caso unico in Ticino».
Per ovviare a questa situazione e per affinare quanto già presente, la Commissione trasporti Tre Valli – il cui vasto comprensorio, a differenza degli altri centri ticinesi, non rientra nei Programmi di agglomerato e perciò nemmeno beneficia dei corposi finanziamenti federali – ha inviato al Dipartimento del territorio un corposo dossier. Riassuntivamente chiede di riaprire le stazioni ferroviarie di Osogna-Cresciano, Rodi e Giornico, negli ultimi due casi anche per favorire il turismo; di far fermare i treni di AlpTransit anche a Biasca quattro/cinque volte la mattina e il pomeriggio/sera; di creare una linea bus urbana fra il nodo intermodale di Biasca (in procinto di realizzazione) e la zona industriale; di modificare le due linee bus 221 e 222, direzione Bellinzona, spostandone i rispettivi tragitti da una parte all’altra del fiume Ticino, con incroci in corrispondenza degli attraversamenti di Lodrino-Cresciano e Claro-Preonzo, così da connettere meglio i vari abitati di sponda destra e sinistra della Riviera. Ultime richieste: testare un’estensione del bike sharing di Bellinzona nord alla Riviera servendo anche bassa Leventina e bassa Blenio. Bike sharing che però stenta a entrare in temperatura: «Bisogna in effetti lavorare molto nella persuasione dell’utente. In questo senso confidiamo che si migliorino i collegamenti ciclopedonali anche realizzando in tempi celeri le passerelle ciclopedonali previste: tre nel Comune di Riviera, una a Biasca, una a Serravalle e una ad Airolo». Pure da testare un servizio di trasporto pubblico su chiamata per le località più discoste. Infine Massimo Ferrari, dopo le critiche già emerse l’anno scorso, rincara la dose sulla Comunità tariffale Arcobaleno che a suo avviso «discrimina le zone periferiche: paghiamo di più rispetto agli utenti dei centri urbani e abbiamo collegamenti con troppi tempi morti. È ora di finirla con questa disparità di trattamento che ci penalizza pesantemente».