L’Ente Bellinzona Teatro deve versare arretrati per quasi 8’000 franchi. Briciole rispetto al Galà di atletica costretto a rinunciare all’edizione 2025
Coinvolge anche il mondo della cultura quanto successo al Galà dei Castelli, la cui edizione 2025, ricordiamo, è stata annullata dal comitato organizzatore essendo costretto a pagare arretrati d’imposta alla fonte dovuta non solo per i compensi diretti versati agli atleti stranieri ma anche per le loro spese di vitto, alloggio e viaggio, così come stabilito nel 2021 sul piano nazionale dall’autorità fiscale federale le cui direttive non sono state da tutti recepite e applicate. Ai Cantoni compete la decisione sull’aliquota, che in Ticino risulta più elevata rispetto per esempio a Zurigo e Berna. Da qui l’intervento della politica cantonale che tramite un’interrogazione interpartitica chiede al governo se vi sia un margine che consenta un prelievo fiscale meno gravoso in ambito sportivo ma anche culturale, considerate in particolar modo le ricadute positive (sia immediate, sia a lungo termine) generate da determinati eventi a grande richiamo.
Detto del côté sportivo, quello culturale cos’ha da dire? Qualcosa, restando sempre nella città dei castelli, emerge dal consuntivo 2024 dell’Ente autonomo Bellinzona Teatro, la cui attività si concentra in grandissima parte sul Sociale. A pagina 10, detto di una stagione positiva dal profilo della qualità degli spettacoli e dell’affluenza, il messaggio affronta il tema finanziario: “L’esercizio 2023-24 si chiude con un avanzo di gestione corrente di 992 franchi. È il sesto anno di fila che Bellinzona Teatro chiude con un utile più o meno importante. In questo caso il buon risultato della vendita di biglietti e abbonamenti e un significativo contenimento dei costi, in particolare del Territori Festival, hanno permesso di compensare i maggiori oneri derivati dal rinvio alla stagione in esame della produzione Minotauro, non prevista nel preventivo 2023-24”.
Si arriva al dunque quando il messaggio municipale, nel frattempo sottoposto al Consiglio comunale, spiega che “in applicazione dell’articolo 10 capoverso 1 del Mandato di prestazione di Bellinzona Teatro, il contributo globale annuo della Città di Bellinzona all’Ente autonomo è stato adeguato a consuntivo di 7’900 franchi in conseguenza di un cambiamento di prassi dell’Ufficio imposte alla fonte (Uif). Tale cambiamento di prassi, che configura un evento eccezionale non previsto al momento della stipulazione del mandato di prestazione, è stato deciso dall’Uif a seguito di una sentenza emessa nel corso del 2024 dalla Camera di diritto tributario relativa all’imposizione alla fonte di prestazioni artistiche e riguardante un altro teatro ticinese. L’Uif ha così imposto secondo la nuova prassi gli spettacoli soggetti all’imposta alla fonte della stagione in esame (+ 4’102 franchi rispetto al preventivo), procedendo pure a un recupero d’imposta per le stagioni 2021-22 (2’299 franchi) e 2022-23 (1’500 franchi). Si osserva che il 40% dell’imposta alla fonte prelevata dal Cantone viene riversato alla Città, per cui il maggior onere netto a carico della Città a seguito di questa nuova prassi dell’Uif ammonta a 4’740 franchi per gli esercizi da 2021-22 a 2023-24”. Cifre irrisorie rispetto a quelle, non rese pubbliche, che hanno costretto il comitato del Galà di atletica ad alzare bandiera bianca per un anno (questa l’intenzione).
Interpellati dalla redazione per dei chiarimenti, i municipali Renato Bison (presidente dell’Ente teatro) e Fabio Käppeli (capodicastero Finanze) hanno ritenuto di comune accordo di non rilasciare dichiarazioni pubbliche considerata la competenza cantonale nell’applicazione delle disposizioni fiscali. Stando a nostre informazioni la sentenza emessa nel 2024 dalla Camera di diritto tributario che ha cambiato le carte in tavola anche al Sociale, riguardava una vertenza fra il Lac di Lugano e l’Ufficio delle imposte alla fonte. Il Lac propendeva per ritenere imponibile – come fatto per molti anni dal Lac medesimo e dal Sociale – la somma del compenso per gli artisti e del rimborso di talune spese (ne usciva in totale pari a circa due terzi del compenso complessivo), da cui dedurre spese forfettarie pari al 50% del totale. A questa cifra, per definire l’imposta dovuta, veniva quindi applicata un’aliquota del 20%. Diverso invece il nuovo approccio dell’Uif basato sulla Legge tributaria e sulla Legge sull’imposta federale diretta, in base alle quali la trattenuta fiscale è da calcolare sul cachet lordo dedotto il 50% più l’ammontare dell’imposta dovuta pari al 25%.
Tornando alle conseguenze dell’annullamento del Galà dei Castelli, emergono ulteriori espressioni di rammarico e delusione. Come quella del Gruppo sportivo integrato del Bellinzonese (Gsib). Infatti all’evento partecipavano anche persone con disabilità psichiatriche e fisiche. “Il Gala era per molti un punto di riferimento, un luogo in cui sentirsi accolti, valorizzati e visibili”, afferma il presidente del Gsib Vito Lo Russo in una presa di posizione. L’annullamento dell’edizione di quest’anno “rischia di trasmettere un messaggio di esclusione proprio verso le fasce più fragili della popolazione”, prosegue Lo Russo, deplorando “con forza” la decisione. “L’accessibilità culturale e sociale è un diritto, non un privilegio, e ogni occasione persa è una sconfitta per la collettività tutta”. Il Gsib rivolge dunque “un appello alle istituzioni e agli organizzatori affinché si apra un dialogo costruttivo e si valutino soluzioni alternative per non privare ancora una volta le persone con disabilità della possibilità di essere parte attiva della vita pubblica e culturale”.