Il rogo è scoppiato giovedì scorso sul Monte Erto a seguito di un fulmine. Dopo essere stato domato dai pompieri ha ripreso vigore sabato. Nessun pericolo
«La situazione è sotto controllo e non vi è mai stato alcun pericolo per la popolazione». Lo assicura a ‘laRegione’ il comandante del Corpo civici pompieri di Biasca Corrado Grassi, riferendosi all'incendio scoppiato sul Monte Erto giovedì scorso, 26 giugno, a seguito di un fulmine che si è abbattuto sulla montagna durante un temporale. Incendio che sembrava essere inizialmente domato, ma che sabato pomeriggio ha ripreso vigore. Una situazione che non ha sorpreso Grassi: «Era prevedibile e di conseguenza eravamo pronti». Anche in questo caso le fiamme in superficie «sono state circoscritte e contenute».
Oggi, domenica 29 giugno, sul posto è giunta una ventina di militi del Corpo pompieri montagna 3 Valli e del Centro di soccorso cantonale di Biasca che sono intervenuti nella parte alta della zona colpita – circa un ettaro, con un perimetro di 380 metri –, ovvero quella accessibile via terra. Infatti una delle difficoltà maggiori è rappresentata dal luogo interessato inizialmente dalle fiamme, ovvero una zona molto impervia, caratterizzata da un dirupo inaccessibile via terra. Zona – che rappresenta oltre la metà dell'area interessata – sulla quale oggi un elicottero ha gettato acqua «con lanci mirati su determinate aree calde individuate con le telecamere termiche dei droni», precisa il comandante. Nell'area accessibile i pompieri sul posto hanno invece «raffreddato le zone calde in profondità nel terreno». Un lavoro che non può essere eseguito in modo efficiente con l'elicottero che permette essenzialmente di spegnere le fiamme in superficie.
Ed è proprio il calore scaricato dal fulmine a diversi metri di profondità nel terreno che ha permesso alle fiamme di rinvigorirsi dopo circa 48 ore, complici anche le temperature molto elevate registrate negli scorsi giorni in Ticino e in particolare sul territorio di Biasca. «In superficie l’incendio è spento, ma anche se non si vedono più fiamme, in caso di roghi provocati da fulmini, il ‘fuoco’ continua ad alimentarsi nel sottosuolo e può poi riemergere in superficie», spiega Grassi. Come detto, la situazione è sotto controllo. Situazione che continuerà a essere monitorata nei prossimi giorni (domani mattina è previsto un sopralluogo) in particolare con le telecamere termiche dei droni. «Il dispositivo attivato rimarrà in zona, così da pote intervenire immediatamente in caso di necessità», assicura il comandante dei Pompieri di Biasca. In ogni caso la giornata di domenica si è conclusa in modo positivo: «È stato svolto un ottimo lavoro: siamo riusciti a raffreddare le zone calde». Ora «la speranza è che la situazione si risolva in modo definitivo».