Patrick Scimè: ‘Probabilmente si tratta delle prime nidificazioni in assoluto nel cantone’, considerando pure quelle avvenute con successo nel 2023
Da alcuni anni un altro maestoso uccello rapace veleggia nei cieli ticinesi, più precisamente del Sopraceneri. Stiamo parlando del nibbio reale che ha nidificato con successo per la prima volta in Ticino nel 2023 (due pulcini) e che recentemente si è ripetuto: «Nelle scorse settimane dal nido di una coppia in valle di Blenio si sono involati due giovani esemplari», conferma a ‘laRegione’ Patrick Scimè, collaboratore di Ficedula, l'Associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana. Nibbio reale che «con la sua dieta variegata, può ad esempio essere un buon alleato degli agricoltori». Più in generale rappresenta in ogni caso «un nuovo ingranaggio all’interno del nostro ecosistema, rendendolo così più equilibrato», aggiunge l’esperto. «E di questo ne beneficiamo tutti».
Con un’apertura alare che può raggiungere i 165 centimetri, il nibbio reale, in qualità di rapace nidificante, è superato in dimensioni solo dal gipeto e dall'aquila reale. «Probabilmente per il Canton Ticino si tratta delle prime nidificazioni in assoluto siccome negli archivi storici non viene riportata alcuna traccia di precedenti nidificazioni di questa specie», afferma Scimè. Infatti quelle in valle di Blenio alle quali se ne aggiunge un’altra, sempre nel 2023, sul Piano di Magadino, rappresentano «la prima nidificazione documentata nella Confederazione sul versante sudalpino». Al momento a sud dell’arco alpino sono state confermate sole quattro nidificazioni con successo: oltre alle due in Ticino, negli scorsi anni ne sono state documentate altre due nell’Italia settentrionale: una in Provincia di Torino e una in Provincia di Bolzano. Tentativi di nidificazione sono anche stati osservati in Lombardia.
A nord delle Alpi questo uccello è invece abbastanza diffuso: le popolazioni più importanti sono presenti nella Svezia meridionale, nell’Europa centrale e nella penisola iberica. Per quanto riguarda la Svizzera, il nibbio reale si era estinto all’inizio del XX secolo, per poi essere nuovamente avvistato dopo il 1945. Dal 1950 la presenza si è fatta più regolare nelle regioni nord-occidentali, mentre dagli anni 70 ha allargato il suo areale verso sud. Negli anni 90 ha così raggiunto il margine settentrionale delle Alpi. Da allora la specie ha iniziato a nidificare in alcune ampie vallate alpine. Nel 2008 si è avuta la prima nidificazione nei Grigioni, nel 2012 in Vallese e nel 2013 nel Canton Uri. In seguito ha quindi superato le Alpi: una prima coppia stanziale (si tratta di una specie monogama) è stata osservata in valle di Blenio durante l’inverno 2019/20. Coppia che ha poi costruito un nido a un’altezza di 12 metri sui rami e contro il tronco di una conifera alta almeno 20 metri nel 2022. La nidificazione è però fallita, al contrario del 2023 quando è stato osservato l’involo di un pulcino. Nel 2024 la nidificazione è nuovamente fallita, ma non quest’anno, visto che due giovani esemplari hanno spiccato il volo.
Per quanto riguarda la coppia avvistata nel 2023 sul Piano di Magadino (anno in cui è pure stato osservato l’involo di un pulcino), al momento risulta ‘dispersa’. Nel 2024, a causa del taglio di alcune piante eseguito durante l’inverno nei pressi del nido, ha infatti abbandonato il sito. «Verosimilmente la coppia si è solo spostata, ma il nido non è ancora stato trovato», precisa Scimè. Non è dunque escluso che in Ticino possa presto avvenire un’altra nidificazione con successo, anche sul Piano di Magadino. Anzi, non è nemmeno escluso che ve ne siano già state, visto che «altre coppie sono state individuate, ma non il loro nido». Ulteriori esemplari adulti sono inoltre stati avvistati anche in Riviera. In ogni caso, stando ai dati a disposizione, questo rapace «sta progressivamente colonizzando anche il versante meridionale delle Alpi», compreso il Ticino.
Come detto il nibbio reale può pure essere visto come un alleato degli agricoltori: «Ha una dieta molto variegata che comprende anche piccoli mammiferi, come roditori, o grossi insetti che possono danneggiare le coltivazioni», sottolinea l’esperto. «Inoltre caccia anche altri uccelli, come ad esempio le cornacchie». Insomma, «può sicuramente aiutare a regolare le popolazioni di animali che possono recare disturbo alle attività umane, ripristinando un certo equilibrio».
Come tutti gli uccelli non va però disturbato, in particolare durante il periodo della nidificazione per non farla fallire, «mantenendo per le osservazioni una distanza di almeno 300 metri dal nido». Infatti «è stata constatata una certa suscettibilità al disturbo antropico», precisa Scimè. «In particolare è stato osservato che al passaggio involontario di persone nei pressi del nido almeno uno degli adulti ha manifestato segnali di irrequietezza attraverso l’emissione di frequenti vocalizzazioni di allarme e con il sorvolo ripetuto dell’area: come per molti altri rapaci è una specie particolarmente vulnerabile al disturbo, in particolare se si sente osservata nelle vicinanze del loro nido». Per favorire l’insediamento di questa specie in Ticino occorrerà dunque tenere in considerazione le sue esigenze per la selezione del nido.