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Richiedenti l’asilo, a Faido apre un nuovo centro

I tredici appartamenti dello stabile in via Birreria verranno occupati da famiglie con bambini, le prime cinque arriveranno a fine agosto

(Ti-Press)
31 luglio 2025
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Un nuovo Centro di accoglienza per richiedenti l’asilo aprirà a breve le sue porte a Faido; le prime cinque famiglie, per un totale di undici bambini, alloggeranno nella struttura da fine agosto. Lo stabile si trova in via Birreria 27, all’estremità sud del vecchio comune di Faido in un quartiere residenziale. L’edificio si sviluppa su quattro piani, ha sedici appartamenti, due sono già affittati a privati e uno sarà occupato dal personale che si occuperà di gestire il centro. Sono quindi tredici gli appartamenti a disposizione dei richiedenti l’asilo, per un totale di una quarantina di persone. Una nuova apertura che, come spesso accade in questi casi, ha sollevato anche un po’ di preoccupazione e perplessità tra gli abitanti, soprattutto riguardo alla tipologia di persone che sarebbero state ospitate nella struttura. Per rassicurare e fornire informazioni alla popolazione del quartiere, il Municipio ha quindi organizzato un incontro con i responsabili dei servizi del Dipartimento della sanità e della socialità e Croce Rossa Svizzera, a cui sarà affidata la gestione del centro. «L’incontro è stato positivo, i responsabili hanno esposto il progetto in maniera molto chiara, spiegando anche il funzionamento di questi centri di accoglienza», riferisce interpellato dalla ‘Regione’ il sindaco di Faido Corrado Nastasi. «Gli appartamenti verranno occupati da famiglie con bambini – fa presente – si tratta di persone che sono già state ospitate nei centri di accoglienza federali e hanno ora ottenuto il permesso B o lo stanno per ricevere e devono ora essere integrate nel tessuto sociale». Durante l’incontro è stato spiegato ai presenti che i richiedenti l’asilo appena giunti in Svizzera vengono ospitati nei centri di accoglienza federale e, dopo una prima selezione, circa il 50% viene attribuito ai Cantoni. Di questo 50% il 4% viene assegnato al Ticino; a queste persone, in una prima fase, viene trovato alloggio in centri collettivi o in strutture temporanee (come quella presto attiva a Faido), che sono gestite dalla Croce Rossa. In Ticino sono già presenti 17 di queste strutture. Si tratta dei richiedenti l’asilo a cui è stata riconosciuta la possibilità di rimanere in Svizzera e che quindi hanno già ottenuto o riceveranno a breve un permesso B. Queste persone vivono nelle strutture temporanee per 8-14 mesi, durante i quali vengono accompagnate in un programma di integrazione. I bambini vengono scolarizzati, mentre agli adulti vengono proposti vari corsi (civica, usi e costumi, salute ed economia domestica e di lingua italiana per citarne alcuni) e vengono aiutati nella ricerca di un posto di lavoro, come anche nelle piccole cose di tutti i giorni, come trovare un medico o determinati uffici e negozi. Terminata questa fase nel centro di accoglienza collettivo, verranno aiutati a trovare un appartamento.

‘La popolazione è stata rassicurata’

«Dall’incontro la popolazione è stata rassicurata, anche perché, secondo le statistiche, le tipologie di persone che verranno ospitate non hanno mai generato problemi. È una garanzia che abbiamo ricevuto dai responsabili degli uffici del Cantone e della Croce Rossa e che per noi era importante ricevere, anche perché il centro si trova in una zona residenziale», osserva Nastasi. Altro aspetto che è stato evidenziato dal sindaco è che i costi del progetto sono interamente a carico del Cantone. «Il Comune cercherà tuttavia di sostenere questo progetto con obiettivi di integrazione, di benessere e socializzazione. Abbiamo pensato anche di organizzare un momento conviviale con gli abitanti del quartiere e l’idea è stata accolta positivamente», spiega.

‘Siamo fiduciosi, ma monitoreremo la situazione’

«Il nostro compito è di trovare le migliori soluzioni per la nostra popolazione e in questo caso ci sembra di aver trovato il giusto compromesso tra le esigenze cantonali, federali e nostre. Il Municipio monitorerà la situazione e in caso di problemi ci si siederà al tavolo per discuterne, ma siamo fiduciosi che con le garanzie che abbiamo ricevuto tutto potrà funzionare bene; nella speranza che queste famiglie possano integrarsi al meglio». Il sindaco ha inoltre tenuto a ricordare che Faido ha alle spalle una lunga storia di immigrazione. Lo stesso stabile che accoglierà i richiedenti l’asilo è infatti risalente alla fine degli anni Sessanta ed era stato costruito per ospitare gli operai, perlopiù immigrati, che lavoravano all’ex Galvanica, negli anni in cui la fabbrica si occupava di forgia, pressatura e stampaggio dei metalli.