Di proprietà dell’Istituto agrario cantonale di Mezzana, produce un formaggio pregiato che va a ruba
Dopo alcune estati altalenanti, contrassegnate talvolta da lunghi e problematici periodi di siccità e altre volte da settimane fredde e piovose, quella in corso che si appresta a fare il giro di boa sarà ricordata all'alpe Giumello come una stagione «decisamente da incorniciare». Parola del casaro con diploma federale Luciano Cereghetti, che abbiamo raggiunto in questi giorni sul posto. Situata a 1'600 metri di quota e ad alcuni chilometri di strada sopra Carena, nell'alta Val Morobbia, la struttura è di proprietà dell’Istituto agrario cantonale di Mezzana e viene caricata in giugno e scaricata in settembre. La produzione di pregiato formaggio è molto apprezzata dalla clientela, tant'è che di anno in anno non rimangono forme invendute.
Durante la nostra visita, a fare gli onori di casa c'era Mauro Calderari, che in veste di responsabile della logistica, cuciniere e aiutante di caseificio è presente a Giumello da oltre 35 anni. Sentiamolo: «A inizio giugno la squadra composta, oltre che da Luciano Cereghetti, anche dai preziosi collaboratori Flavio Roncoroni e Tristan Taddei, ha esperito la ricognizione necessaria per mettere a punto l’infrastruttura e pulire caseificio, cantine, sala per la mungitura programmata, stalloni e locali per il personale. Sul posto abbiamo trovato tutti i pascoli con erba alta e bella, tanti fiori e acqua in abbondanza». Il carico dell’alpe è quindi avvenuto il 12 giugno con 54 mucche lattifere dell'azienda di Mezzana, 15 maiali, dieci galline con gallo, un cane e un gatto. La prima casata nel luccicante caseificio è quindi avvenuta nella prima mattinata del 13 giugno. Nel frattempo, prosegue Calderari, «tutto sta procedendo bene, il bestiame è sano e il nostro veterinario di fiducia Carlo Keller di Giubiasco è rimasto inoperoso. Lo vedremo invece fra qualche giorno perché sarà impegnato nella particolare attività delle fecondazioni».
Cereghetti dal canto suo evidenzia che «qui si lavora con gioia ed entusiasmo in un team molto affiatato. Flavio e Tristan sono abilissimi in tutte le mansioni, come la mungitura programmata, la disinfezione della macchina, la pulizia di stalloni e piazzali e il controllo del bestiame nei pascoli». Nelle casate di giugno e luglio si è avuta una produzione giornaliera di 15-18 forme e nelle spaziose cantine stanno maturando circa 800 forme. «Ora la produzione di latte è leggermente diminuita – annota Cereghetti – e la produzione di formaggio si attesta ancora sulla decina di forme». Lo scarico, meteo permettendo, è programmato nella prima decade di settembre. Da notare che nei giorni scorsi ha visitato l’alpe Alex Farinelli, consigliere nazionale e presidente della Società ticinese di economia alpestre.