Il Municipio chiede al Consiglio comunale di accogliere un credito di quasi 3,7 milioni per ripristinare la sicurezza, al momento carente, dell'opera
Quasi 3,7 milioni di franchi per risanare il cavalcavia (compresa la rampa di accesso) che collega la zona industriale di Castione alla rete stradale cantonale. Un intervento ritenuto dal Municipio “necessario e urgente per ripristinare la sicurezza e garantire la continuità funzionale di un’infrastruttura strategica per la mobilità e per il tessuto economico locale”, si legge nel relativo messaggio. In particolare, da recenti approfondimenti, è infatti emerso che “allo stato attuale la sicurezza strutturale dell’opera risulta inficiata dal cattivo stato degli appoggi”.
Se il Consiglio comunale accoglierà la richiesta di credito di 3'695'000 franchi – tutti a carico del Comune; non sono previsti sussidi o contributi di terzi – durante la seduta straordinaria del prossimo 20 ottobre, il programma dei lavori prevede proprio innanzitutto la sostituzione degli appoggi tra il 2025 e il 2026. Nella seconda fase (2026) è poi in programma il rifacimento giunti di transizione e trattamento anticorrosivo della carpenteria metallica, nella terza (2027) l’impermeabilizzazione e il rifacimento della pavimentazione e nell'ultima e quarta fase (2028) il risanamento della rampa lato Castione e altre opere accessorie. Lavori, spalmati dunque su più anni, che saranno eseguiti in coordinamento con le Ffs, visto che nelle immediate vicinanze dell'opera è in costruzione il nuovo stabilimento industriale ferroviario (Nsif). In questo contesto, l’esecutivo di Arbedo-Castione assicura che “di principio il cavalcavia rimarrà in esercizio durante i lavori”, anche se saranno “necessarie misure di gestione del traffico con l’ausilio di segnaletica temporanea e impianti semaforici”. In ogni caso gli interventi previsti consentiranno “di contenere i disagi all’utenza e di prolungare la vita utile di 20-25 anni, assicurando l’accesso alle attività produttive presenti e future”.
Il cavalcavia, in esercizio dal 1994, “è da sempre molto sollecitato dal traffico pesante generato dalle numerose attività presenti nell’area”, afferma il Municipio nel messaggio. Va inoltre tenuto conto che negli ultimi anni i transiti sono ulteriormente cresciuti, in particolare a causa del cantiere per la realizzazione del Nsif e “al consolidamento del polo logistico-industriale di Castione”. Da un’ispezione tecnica effettuata nel 2018 era così emerso che il manufatto era in uno “stato deteriorato”, senza però presentare “deficit strutturali tali da mettere in pericolo la sicurezza”. La situazione è però cambiata nel 2024: da un'altra ispezione commissionata dal Municipio “sono risultate circostanze tali per cui non era possibile escludere a priori la presenza di carenze in termini di sicurezza strutturale”. Dai susseguenti approfondimenti era così emerso che l’opera si presenta in “cattivo stato”. In particolare i dispositivi d’appoggio sono risultati essere “disassati, danneggiati, rotti e localmente distaccati dal calcestruzzo”. Di conseguenza la struttura non rispetta più le condizioni per “supportare, nel rispetto delle vigenti norme Sia, gli attuali carichi da traffico” in particolare per quanto riguarda i mezzi pesanti di 40 tonnellate. L'esecutivo segnala inoltre che sono giunti a fine vita utile “i rivestimenti anticorrosione delle travi in acciaio (spessore residuo di vernice ridotto, corrosioni puntuali in atto); i giunti di transizione (completamente usurati); la pavimentazione (ormaie e fessurazioni)”. Di conseguenza è “necessario un intervento urgente di risanamento strutturale per ripristinare la sicurezza dell’opera e garantirne la fruibilità”.
Vista la necessità di intervenire in tempi brevi, il Municipio, richiamata la clausola d’urgenza, ha deciso di anticipare “le delibere per la progettazione e la fase d’indagine per un importo di circa 240mila franchi”, ma anche “gli interventi urgenti di messa in sicurezza dell’opera (sostituzione appoggi) per un importo di circa 520mila franchi”. Per quanto riguarda il finanziamento l'esecutivo nel messaggio precisa da un lato che “i lavori di risanamento del manufatto sono opere di manutenzione” e dall'altro che “ai sensi del ‘contratto di cessione’ dell’opera avvenuta nel 1992 tra Confederazione, Ffs, Cantone e il nostro Comune, non abbiamo la base legale per richiedere né sussidi né contributi terzi”.