Le campane della Collegiata non danno pace ad alcuni residenti. Questione sollevata durante gli incontri tra municipali e cittadini: ‘Approfondiremo’
Per chi suona la campana. Il titolo del romanzo di Hemingway è anche la domanda che alcuni abitanti nei pressi della chiesa Collegiata di Bellinzona si pongono. Perché di certi rintocchi farebbero volentieri a meno. Il tema dello scampanio prolungato e ripetuto più volte nei giorni di festa per richiamare i fedeli a messa, può infastidire chi invece la domenica vorrebbe concedersi un momento di riposo. La questione è stata sollevata durante gli incontri tra municipali e cittadini organizzati settimana scorsa in piazza Nosetto. Una confinante ha esposto al municipale Renato Bison le proprie rimostranze: «I rintocchi sono davvero tanti, troppo forti e prolungati», ha fatto presente ritenendo che «oggigiorno richiamare i fedeli a suon di campane appare una pratica un po’ superata».
Il tema è annoso e ciclicamente torna a far discutere e a dividere l’opinione pubblica in varie località ticinesi: se da un lato c’è chi si chiede il senso delle campane al giorno d’oggi, quando tutti hanno un orologio e chi si reca alle funzioni religiose non ha certo bisogno del richiamo sonoro, dall’altro c’è chi difende le tradizioni e non vuole rinunciarvi. Tant’è, il municipale ha preso nota del reclamo e dopo una verifica ha comunicato alla diretta interessata che la chiesa Collegiata è sì di proprietà della Città, ma per quanto riguarda il suono delle campane è necessario distinguere tra due usi: quello liturgico, legato alle funzioni religiose e di competenza del Consiglio parrocchiale, e l’uso civile (o laico), come il battito delle ore, stabilito invece dal Comune.
Essendo i rintocchi domenicali di carattere liturgico, il margine di manovra appare dunque limitato e la sollecitazione andrebbe semmai rivolta al Consiglio parrocchiale. A infastidire altri residenti è anche lo scampanio mattutino delle 6.30, l’Angelus che per tradizione cattolica invita i fedeli all’alba, a mezzogiorno e al tramonto a recitare tre Ave Maria. «Pur essendo abituata alle campane, ogni mattina vengo svegliata a quell’ora», ci dice una residente nei pressi del campanile. Peraltro la questione è parzialmente regolata a livello legislativo: secondo l’articolo 23 della Legge sulla Chiesa cattolica e l’articolo 2 del relativo Regolamento, “l’uso delle campane a scopi non liturgici, in particolare il battito dell’ora e lo scampanio, non deve arrecare disturbo alla quiete dalle 21 alle 7”. «Dovremo approfondire ulteriormente la questione e capire come procedere», ci spiega Bison. Il tema potrebbe dunque arrivare presto sul tavolo del Municipio.
Per un’eventuale riduzione del volume sonoro e del numero di tocchi potrebbero quindi esserci delle chances nel caso dell’uso laico. In questo senso, emblematico è il caso verificatosi tre anni fa a Giubiasco, dove tramite l’interpellanza del consigliere comunale Claudio Buletti (Unità di sinistra) era stata sollevata la questione e il Municipio cittadino era quindi intervenuto. In quell’occasione l’esecutivo decise di coinvolgere il Consiglio parrocchiale, chiedendo alcune modifiche all’utilizzo delle campane, oltre al rispetto degli orari già stabiliti. Le principali richieste furono: l’eliminazione della ripetizione dopo il rintocco dell’ora (all’epoca effettuata tre minuti più tardi); l’introduzione di un mezzo rintocco per segnalare la mezz’ora, senza ripetizioni né scandizione dell’ora completa (che veniva invece ripetuta interamente). Grazie a questi interventi l’uso laico delle campane è stato ridotto di due terzi.
Sempre nel 2022 anche Stabio aveva silenziato le sue campane. L’esecutivo aveva deciso di dar seguito alle lamentele di diversi cittadini decidendo che dalle 21 alle 7 non potevano più risuonare. Poco da fare invece per le proteste riguardo ai rintocchi nei giorni festivi per il richiamo alla messa. In questi casi soltanto il Consiglio parrocchiale potrebbe decidere di limitare o fermare il batacchio. Il tema ha tenuto banco durante l’estate anche in Val di Muggio dove il Municipio di Breggia e i sette Consigli parrocchiali hanno raggiunto una soluzione di compromesso: ridurre i rintocchi notturni.
Un altro residente vicino alla Collegiata, che pure reclama per i rintocchi mattutini, invita a considerare il problema anche dal punto di vista della salute: «Che ne è del mio diritto al riposo?», chiede evidenziando che il suono delle 6.30 non è per lui un semplice fastidio. «È documentato che a quell’ora il corpo è ancora in pieno ciclo di sonno, soprattutto nel weekend quando si va a letto un po’ più tardi. In quel frangente l’effetto di un suono forte e improvviso può essere molto più dannoso che in altri momenti della giornata». Le campane infatti hanno picchi sonori brevi e intensi, anche oltre gli 80-100 decibel vicino al campanile: «E questo tipo di rumore è tra i più disturbanti perché interrompe bruscamente il sonno e impedisce di tornare in modo naturale al ciclo normale. Se voglio continuare a dormire devo prima correre a chiudere la finestra (lo stesso vale per riuscire a conversare) e anche se poi ci si riaddormenta, il sonno dopo un risveglio forzato è più frammentato e meno profondo. E non da ultimo, chi viene svegliato troppo presto, spesso è più nervoso e meno tollerante allo stress durante il giorno».