BLENIO/LEVENTINA/RIVIERA

Comuni e patriziati al CdS: ‘Misure concrete per tutelarci dal lupo’

Gli Enti pubblici dell'Alto Ticino si mobilitano a pochi giorni dalla manifestazione di sabato a Bellinzona ‘per una gestione efficace del predatore’

16 ottobre 2025
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È in programma sabato 18 ottobre a Bellinzona, tra Largo Elvezia e Piazza Governo, la manifestazione promossa dal Gruppo territorio e ambiente per rivendicare una gestione del lupo davvero efficace e adeguata, prima che il proliferare del predatore comprometta in maniera irrimediabile l’attività alpestre ticinese.

Una situazione, quella legata al lupo, che coinvolge in primo luogo le valli. E nei giorni scorsi i Comuni e i Patriziati delle valli Blenio, Leventina e Riviera, l’Ente di sviluppo regionale Bellinzonese e Valli, e l’Organizzazione turistica regionale Bellinzona e Alto Ticino hanno trasmesso al Consiglio di Stato una lettera congiunta nella quale si fa stato della crescente preoccupazione “in merito alla gestione e alla presenza del lupo sul nostro territorio”.

Nella loro missiva, gli enti delle tre valli ricordano che se in quota la presenza dell’animale è consolidata da parecchio tempo, “a destare particolare apprensione vi è il fatto che il predatore è stato recentemente e più volte avvistato sul fondovalle, in luoghi frequentati da cittadini, turisti, ma soprattutto scolari e bambini”. Una preoccupazione da parte dei cittadini che le autorità comunali non trascurano, pur trovandosi loro malgrado a dover gestire una situazione ritenuta ben al di là della loro sfera di competenze.

Il fatto poi che il lupo sia più volte stato avvistato sul fondovalle crea apprensione in tutti quegli allevatori che da qualche giorno hanno scaricato gli alpi e ora si apprestano a far tornare gli animali da reddito nelle loro stalle. “La presenza del predatore, le statistiche lo dimostrano, se non bastassero le testimonianze dirette, mostrano una fotografia impietosa e preoccupante: sempre più allevatori, soprattutto chi opera con un sistema semi-estensivo molto utilizzato alle nostre latitudini in passato, rinunciano alla loro attività perché esasperati dalla situazione di incertezza in cui si trovano”.

Gli alpeggi, dunque, vengono abbandonati e questo mette in difficoltà anche i patriziati, proprietari del 70% del territorio ticinese, i quali si trovano a dover fare i conti con la mancanza degli introiti legati agli affitti di pascoli e strutture di montagna, in aggiunta alla perdita di biodiversità e specialità culinarie. Una preoccupazione condivisa dall’Ente regionale di sviluppo e dall’Organizzazione turistica regionale, i quali si interrogano su quello che potrà essere lo sviluppo e il mantenimento del tessuto economico delle regioni interessate, alla luce della mancanza di alternative di pari valore economico in grado di sostituire l'attività di allevamento sugli alpeggi, ma anche nel fondovalle.

Chiara, la richiesta rivolta all’Esecutivo cantonale: “Alla luce di quanto esposto, chiediamo al Consiglio di Stato di assumere un ruolo più incisivo e di adottare misure concrete e tempestive per garantire sicurezza, tutela del settore primario e salvaguardia del territorio. Gli enti locali delle Tre Valli, così come quelli di altre regioni di montagna del nostro cantone, non possono essere lasciati soli a fronteggiare una problematica che va ben oltre le competenze locali”.

Gta, raccolta firme a gonfie vele

Dal canto suo, il Gruppo territorio e ambiente ricorda in un comunicato di presentazione della manifestazione di sabato, come il 2025 abbia segnato un record negativo, con 200 capi predati, 153 dispersi e con alpeggi a produzione casearia scaricati in anticipo. “Un risultato purtroppo prevedibile, poiché il 94% degli alpeggi ovini e caprini non è proteggibile di giorno, mentre quelli dove è possibile il recinto notturno sono meno di un quarto”.

E non mancano le critiche all’indirizzo del Governo, spesso dichiaratosi impotente di fronte a Berna, “una giustificazione sovente smentita da quanto intraprendono gli altri cantoni di anno in anno”.

A sostegno della lotta contro il lupo, nelle scorse settimane è stata lanciata una petizione: «In meno di due settimane abbiamo raccolto quasi 2’000 firme – ha annunciato il direttore dell’Unione contadini ticinesi, Sem Genini –. Ogni giorno riceviamo formulari firmati e ne inviamo di nuovi. C’è interesse e soprattutto impegno, con numerose persone che si mettono a disposizione per raccogliere le firme. È la miglior prova di quanto il problema sia percepito come profondo».