Bellinzonese

Uno studio dell’Irb solleva dubbi sulla sicurezza dei tatuaggi

Stando a un gruppo di ricerca guidato dal professore Santiago F. González, l'inchiostro può compromettere il normale funzionamento del sistema immunitario

Può influenzare altre patologie?
(Ti-Press)
25 novembre 2025
|

L'inchiostro utilizzato per effettuare tatuaggi può compromettere il normale funzionamento del sistema immunitario e di conseguenza può esporre le persone tatuate a potenziali problemi di salute. È questo in sostanza quanto è emerso da uno studio condotto dal gruppo di ricerca svizzero ‘Infezione e Immunità’ dell’Istituto di ricerca in biomedicina (Irb) di Bellinzona – affiliato all’Università della Svizzera italiana (Usi) – guidato dal professore Santiago F. González, e pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Proceedings of the National Academy of Sciences’ (Pnas). “Questi risultati sollevano importanti interrogativi sulla sicurezza dei tatuaggi e pongono nuove domande”, si legge in un comunicato. “In che modo l’infiammazione cronica causata dall’inchiostro può influenzare altre patologie, come tumori o malattie autoimmuni? Saranno necessari ulteriori studi per approfondire la nostra conoscenza a riguardo e suggerire procedure più attente alla sicurezza di questa pratica sempre più diffusa”.

Una pratica parecchio diffusa, tanto che oggi si stima che una persona su cinque nel mondo abbia almeno un tatuaggio. Tuttavia attualmente “si conosce ancora poco sulle possibili interferenze degli inchiostri con il sistema immunitario, che protegge l’organismo da infezioni e tumori”. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce lo studio (risultato di sette anni di attività) che è stato realizzato dai ricercatori dell’Irb in collaborazione con 12 altri gruppi di ricerca internazionali e finanziato da diverse organizzazioni svizzere. Studio che “ha analizzato il percorso dell’inchiostro nel corpo utilizzando modelli animali e campioni umani”. Più precisamente è stata studiata la tossicità degli inchiostri per tatuaggi, concentrandosi sui tre colori più utilizzati, ovvero nero, rosso e verde.

Risposta infiammatoria acuta e cronica

Ebbene, “i ricercatori hanno scoperto che, una volta effettuato un tatuaggio, l’inchiostro si sposta rapidamente attraverso il sistema linfatico e, nel giro di poche ore, si accumula in grandi quantità nei linfonodi, organi chiave del sistema immunitario”, si precisa nella nota. “All’interno dei linfonodi, cellule immunitarie chiamate macrofagi catturano attivamente tutti i tipi di pigmento. L’assorbimento dell’inchiostro innesca una risposta infiammatoria in due fasi: una fase acuta, che dura circa due giorni, seguita da una fase cronica che può proseguire per anni. Quest’ultima risulta particolarmente preoccupante, poiché contribuisce all’indebolimento del sistema immunitario, aumentando potenzialmente la suscettibilità a infezioni e tumori”. Da questa ricerca è inoltre emerso che “i macrofagi non sono in grado di digerire l’inchiostro, come farebbero con altri agenti patogeni, e questo ne causa la morte”. Ciò accade “soprattutto con gli inchiostri rosso e nero, suggerendo che questi colori potrebbero essere più tossici”. La conseguenza è che “l’inchiostro rimane intrappolato nei linfonodi in un ciclo continuo di acquisizione e morte cellulare, compromettendo progressivamente la capacità di difesa del sistema immunitario”. Insomma, uno dei risultati principali dello studio “rivela che l’inchiostro non rimane solo nella pelle, ma si accumula anche nel sistema immunitario, dove resta associato alle sue cellule per anni”. E questo può provocare “la morte cellulare” e innescare “una reazione infiammatoria cronica che compromette il normale funzionamento del sistema di difesa dell’organismo”.

Risposta ridotta al vaccino contro il Covid

Lo studio ha anche esplorato una domanda emersa durante la pandemia legata alla diffusione del Covid-19: ricevere un vaccino in un braccio tatuato può influenzarne l’efficacia? A questo proposito i ricercatori hanno dimostrato “che topi tatuati sviluppano livelli di anticorpi significativamente inferiori dopo la vaccinazione”, si sottolinea nel comunicato. “Questo effetto è probabilmente dovuto alla compromissione delle cellule immunitarie, che restano associate all'inchiostro per lunghi periodi. Risultati simili sono stati osservati anche in cellule immunitarie umane precedentemente esposte all’inchiostro, che hanno mostrato una risposta ridotta al vaccino”.