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‘Se La Posta chiuderà l’ufficio di Mesocco presenteremo ricorso’

L’ex regia federale vorrebbe inserire un'agenzia nella Coop. Ma il sindaco Mattia Ciocco resta ‘irremovibile’ e spera nella moratoria a livello nazionale

‘Mantenere il servizio in particolare a favore delle fasce più deboli della popolazione’
(Archivio Ti-Press)
26 febbraio 2025
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Mesocco non molla di un centimetro in merito alla prospettata chiusura dell’ufficio postale. Da un lato «attendiamo la decisione del Consiglio degli Stati sulla mozione (già accolta dal Nazionale) che in sostanza chiede una moratoria sulle chiusure», afferma a ‘laRegione’ il sindaco Mattia Ciocco. Dall’altro, «nel caso in cui La Posta dovesse confermare la propria decisione, presenteremo sicuramente ricorso alla Commissione federale delle poste (Postcom)», come hanno pure già annunciato ad esempio il Comune di Blenio per l’ufficio di Olivone e quello di Locarno per quello di Solduno.

Ma facciamo un passo indietro. Come noto La Posta nell’estate del 2024 aveva indicato che entro il 2028 una ventina di uffici postali del Ticino e del Moesano sarebbero stati toccati nell’ambito di un processo di ristrutturazione. In altre parole, l’ex regia federale – come precisato nell’ottobre dell’anno scorso – intende chiudere gli uffici (circa 170 filiali in tutta la Svizzera) trasformandoli in agenzie postali gestite in collaborazione con dei partner. E questo principalmente a seguito del costante calo del volume di lettere e della diminuzione delle operazioni dei clienti effettuate nelle filiali. Agenzie che però, sottolineano i contrari a questo processo di ristrutturazione, non garantiscono gli stessi servizi di un ufficio postale.

Lavori di ristrutturazione al supermercato

Tornando a Mesocco, negli scorsi giorni vi è stato un ulteriore incontro tra Municipio e rappresentanti de La Posta. Incontro dal quale in realtà non sono emerse grandi novità, visto che entrambe le parti sono rimaste ferme sulle loro posizioni: l’esecutivo si oppone categoricamente alla chiusura della filiale, mentre l’ex regia federale ha da parte sua confermato l’intenzione di trasformare l’ufficio in un’agenzia in partenariato. E il partner individuato da La Posta sarebbe il supermercato Coop che proprio nei prossimi mesi sarà sottoposto a importanti lavori di ristrutturazione – si parla di un investimento milionario – per poi riaprire durante l’estate.

Un’opzione che in ogni caso continua a non piacere a Ciocco: «Siamo irremovibili e faremo tutto il possibile per mantenere aperto l’ufficio postale, in particolare a favore delle fasce più deboli della popolazione, come gli anziani, che dovrebbero percorrere decine di chilometri per effettuare operazioni postali recandosi alla filiale di Roveredo». E questo in un contesto di zona periferica nella quale «la frequenza dei trasporti pubblici è scarsa, limitando quindi la raggiungibilità di questo servizio». Senza poi dimenticare il rilancio e lo sviluppo di San Bernardino, dove si stanno investendo circa 300 milioni di franchi, che, oltre a generare posti di lavoro, renderà anche l’alta Mesolcina più attrattiva quale luogo dove abitare.

Pressione sui consiglieri agli Stati

Di conseguenza «scriveremo ai nostri consiglieri agli Stati Stefan Engler e Martin Schmid, affinché accolgano la cosiddetta moratoria sulla chiusura degli uffici postali che sarà trattata verso aprile durante la sessione delle Camere», sottolinea il sindaco di Mesocco. Mozione che concretamente incarica il Consiglio federale di chiarire e definire in modo chiaro il mandato di servizio universale della Posta. Stabilisce inoltre che fino alla conclusione della revisione della legge in materia si dovrà rinunciare a qualsiasi misura di ristrutturazione, compresa la chiusura degli uffici postali. Una strategia – quella di fare pressione sui rispettivi consiglieri agli Stati – «condivisa anche da altri Comuni, in particolare della Svizzera occidentale, che si trovano nella nostra stessa situazione, ovvero in regioni periferiche nelle quali il servizio postale deve essere capillare e garantito». E se, dopo il Consiglio nazionale, la mozione dovesse essere accolta anche dagli Stati, questo «ci permetterà di guadagnare tempo» per trovare una soluzione migliore. Ricordiamo che Ciocco aveva indicato quale possibile alternativa il comparto dell’ex stazione della Ferrovia retica, dove vi sarebbe la possibilità di mettere a disposizione de La Posta spazi più ampi e moderni per rendere il servizio più efficiente. Se però le posizioni non cambieranno e dovesse arrivare la decisione ufficiale di chiusura della filiale «presenteremo sicuramente ricorso».

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