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Orizzonte 2040: quante visioni per una Locarno migliore

In mostra nel foyer del Fevi il lavoro svolto dai tre consorzi selezionati nell'ambito del Programma d'azione comunale

Tanti percorsi possibili
(Ti-Press)
10 marzo 2025
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Sarà una goccia nel mare, ma dalle visioni per una Locarno all’orizzonte 2040 elaborate dai tre consorzi selezionati nell’ambito del Programma d’azione comunale emerge un appunto semplice ma tremendamente al passo con i tempi: da Città Vecchia va allontanato il traffico di transito. Questa necessità, sottolineata dal Collegio di esperti incaricato dalla Città di riassumere il lavoro svolto dai tre gruppi di lavoro – il Consorzio Cento Anni, il Consorzio StudioPaolaViganò e il Consorzio Vilo – fa capolino laddove si parla della rete della mobilità lenta e dei trasporti pubblici. E va dunque a confermare come la strada imboccata dalla Città con la richiesta di credito per la sperimentazione viaria nel nucleo – messaggio che come sappiamo ha diviso le tifoserie – è perfettamente in linea con quanto è lecito immaginarsi per la Locarno del futuro.

Territorio di alta qualità

In realtà, la documentazione elaborata dai tre consorzi (in mostra da ieri e fino al 24 marzo nel foyer del Palexpo Fevi) va ben oltre questo aspetto, poiché abbraccia una moltitudine di tematiche attinenti a Locarno e al suo possibile sviluppo. Nel presentare le loro visioni tutti i gruppi, scrive nel suo rapporto finale il Collegio di esperti, “hanno sottolineato l’alta qualità attuale del territorio di Locarno, dovuta ai suoi ampi spazi naturali planiziali e collinari-montani direttamente a contatto con le zone edificate, a un tessuto insediativo differenziato con un ricco patrimonio storico e identitario e alla presenza del lago e del paesaggio agricolo del Piano di Magadino”.

Lavorando sulle visioni, tutti hanno ravvisato l’importanza dell’impronta culturale della città; impronta data in particolare dall’audiovisivo e che “va ulteriormente rafforzata”, e allo stesso modo tutti quanti hanno sviluppato strategie e azioni “che si orientano verso gli obiettivi di uno sviluppo centripeto di qualità”, così come del resto stabilito a livello federale. È unanime in questo senso la raccomandazione di “realizzare un’effettiva riqualifica degli spazi pubblici votata all’incremento sostanziale della qualità residenziale nei diversi quartieri”. A questo scopo risulta “indispensabile ottenere una significativa riduzione della pressione del traffico motorizzato sulla rete viaria, così da disporre dei sufficienti margini di manovra”. Le azioni indicate come fondamentali da questo punto di vista sono “la canalizzazione del traffico di transito su strade appropriate ai margini dei quartieri”, nonché “la ricollocazione, con possibile riduzione graduale, dei parcheggi diffusi, concentrando quelli destinati alle soste di giornata in punti specifici (posteggi filtro o di attestamento). Nei quartieri permangono quelli destinati ai residenti e ai servizi locali, possibilmente da gestire in strutture dedicate e possibilmente sotterranee, promosse attraverso collaborazioni pubblico-privato”.

Da Piazza Castello, un ‘boulevard’

Contestualmente al ripensamento della viabilità, è fondamentale per tutti riorganizzare la porta di accesso ovest alla città, ovverosia l’area della rotonda di Piazza Castello (rotonda notoriamente ora di proprietà comunale). Ebbene, “qui si propone la realizzazione di una struttura ‘filtro’ che accolga un sufficiente numero di posteggi per la sosta giornaliera, cui corrisponde la soppressione di un analogo numero di posteggi sparsi nei quartieri”. Questo intervento offrirebbe “l’opportunità di riqualificare dal profilo urbanistico un’area oggi anonima e di proporre un nuovo ‘boulevard’ per l’accesso alla città”. Non può allora non venire alla mente il corrispettivo “boulevard” d’accesso a est, costituito quello che sarà il nuovo Largo Zorzi con “La Nouvelle Belle Èpoque”.

Un’ulteriore visione condivisa riguarda la strategia di sviluppo edilizio “basata sul principio di non consumare ulteriore suolo”. Contestualmente, si parla dell’“attivazione dei piani terra, attraverso una progettazione e un utilizzo degli spazi a livello stradale degli edifici, che favorisca l’interazione tra l’interno (spazio privato) e l’esterno (spazio pubblico)”. Ciò “contribuisce alla vitalità e la coesione sociale dei singoli quartieri e all’inserimento di servizi di prossimità laddove mancanti”. La raccomandazione è di “esplorare questa opportunità attivando collaborazioni con privati e associazioni di quartiere, integrandola, dove possibile, con modelli abitativi innovativi, come le cooperative, e con spazi aggregativi”.

Pardo: una o più vie (al più presto)

Non di secondaria importanza è la realizzazione della (o delle) via (o vie) del Pardo, considerata “una proposta strategica virtuosa che punta alla valorizzazione dell’impronta culturale della città attraverso la connessione e la riqualifica di alcuni spazi urbani pregiati”. Il suggerimento è “sviluppare nel dettaglio questa proposta cercando di avviarne la concretizzazione al più presto attraverso alcuni interventi relativamente semplici ma dal forte significato, come, ad esempio, la connessione dei luoghi tramite una apposita segnaletica e/o un percorso didattico”.

Proseguendo, nel suo rapporto finale il Collegio di esperti isola un elemento emerso trasversalmente: quello dei parchi. “Il concetto di ‘Unione dei parchi’ è apprezzato come un’efficace immagine promozionale per la città, poiché evidenzia la presenza e l’importanza delle ampie aree verdi che la circondano”. Tenuto conto che il Parco del Piano di Magadino è una realtà consolidata, il Collegio raccomanda di “concentrarsi prioritariamente sul progetto di Parco del Delta della Maggia”.