Gli sforzi di Municipio e Consiglio comunale per rendere maggiormente accettabili finanze fragili, con un disavanzo superiore ai 2 milioni di franchi
Va agli archivi col bollo del legislativo un preventivo ’25 in cui si rispecchiano finanze cittadine «fragili e preoccupanti», secondo la definizione del relatore del rapporto gestionale, Orlando Bianchetti (Plr). Finanze la cui conduzione, stando al nuovo portavoce del Plr Michele Martinoni, dimostra «un equilibrio fra rigore finanziario e qualità dei servizi», anche in ambito sociale, dove «è ora necessario cercare maggiore efficienza».
Dalla Sinistra Unita è invece partito l’invito a mantenere «servizi pubblici di qualità e infrastrutture moderne», integrando «criteri di impatto sociale e ambientale per una maggiore vivibilità anche dei residenti». Senza dimenticare, come sottolineato dal capogruppo Francesco Albi, l’importanza del Nido pubblico, che «va difeso» al di là del suo peso finanziario (in questo senso non piace, così come non piace al Centro, l’idea di utilizzare i fondi per le famiglie bisognose per coprirne il disavanzo). E la stessa difesa dovrebbe valere per la figura del curatore comunale, introdotta 20 anni fa e destinata ora a cadere a causa dei cospicui tagli al personale, preponderanti sulla bilancia dei risparmi.
L’appello, in tempi come questi, a «non spendere più del necessario», è poi giunto proprio dal Centro, con Barbara Angelini Piva, che ha chiesto anche «una maggior ridistribuzione di determinati costi sui Comuni della regione», ma anche un occhio di riguardo verso le parrocchie. Per il Centro è fra l’altro inaccettabile continuare a erogare contributi alla Palacinema Sa «senza ben capire per cosa si spende» e accollarsi gran parte delle spese accessorie dello Spazio Elle. Inoltre, occorre una maggior simmetria dei sacrifici, che in realtà, osservando i vari Dicasteri, «non c’è».
Sulla tempistica dei preventivi si è poi espresso criticamente Bruno Bäriswyl per il gruppo Lega-Udc, secondo il quale «abbiamo un “caso asilo Nido”» che va affrontato. In materia di investimenti, «rimane un mistero il perché sia sparito quello riguardante l’ampliamento dell’autosilo di Largo Zorzi verso Piazza Grande». Un altro mistero, anche per Bäriswyl, riguarda il “per cosa” la Città finanzi la Palacinema.
Infine, l’ex municipale Pier Zanchi, per i Verdi e Indipendenti, ha chiesto più sensibilità in ambito energetico, dove «il potenziale di intervento è enorme» e chiesto di «non ridurre la questione energetica a questione ideologica». Serve insomma essere «più proattivi, a beneficio di tutta la cittadinanza».
Il disavanzo calcolato per il 2025 è di 2,1 milioni di franchi, derivante da spese per 43 milioni di franchi ed entrate per 40,9 milioni. In sede di presentazione dei conti, il Municipio aveva definito per il deficit una particolare tonalità di “rosso riforme”, riferendosi in primo luogo a quelle fiscali. I contraccolpi derivanti da queste ultime sono infatti importanti, e particolarmente significativi sono gli effetti della riforma approvata nel giugno del 2024 dalla popolazione ticinese.
Per le imposte delle persone fisiche il calo delle entrate si era già fatto sentire l’anno scorso, facendo registrare un milione in meno di introiti. Per questo 2025 l’ammanco dovrebbe raggiungere gli 1,2 milioni. Per le persone giuridiche la perdita sarà addirittura più marcata, attorno agli 1,8 milioni. La risposta dell’esecutivo cittadino sta nell’applicazione del moltiplicatore differenziato: al 90% (stabile) per le persone fisiche, e al 97% (+7%) per le persone giuridiche, le quali potranno per altro beneficiare della già citata riforma fiscale sulle imprese, con una riduzione dell’aliquota sull’utile. Commentando questo dato, il capodicastero Finanze Mauro Silacci aveva comunque sottolineato che anche con un incremento di 7% del moltiplicatore comunale, le imprese pagheranno a Locarno fra il 20 e il 25% in meno di imposte rispetto a prima.
Fra le contromisure ideate dal Municipio per contenere i costi e incrementare le entrate vi sono una concessione limitata del carovita ai dipendenti (0,5%), la rinuncia ad iscrivere due agenti alla scuola di polizia, la fatturazione delle spese accessorie alle associazioni che usano gli spazi pubblici, una crescita sensibile delle entrate da multe (più 400mila franchi!) grazie alla videosorveglianza che legge le targhe, nonché un lieve adeguamento dei costi per pasto (da 8 a 9 franchi) a carico delle famiglie degli allievi delle Elementari. Aumento, questo, contestato con un emendamento dalla Sinistra Unita che il legislativo ha deciso di appoggiare. Sempre in tema di emendamenti, il Consiglio comunale ha bocciato quello per non tagliare i contributi alle parrocchie e approvato un altro che chiedeva lo stralcio del prelevamento di 200mila franchi (su due anni) dal fondo famiglie bisognose per coprire parte del disavanzo del Nido comunale a carico della Città. Entrambi gli emendamenti erano stati presentati dal Centro.
Nel suo intervento precedente il voto, Silacci ha messo l’accento sulle criticità strutturali con cui è confrontata la Città; in parole povere, gran parte della spesa pubblica è vincolata da leggi superiori o da contingenze che richiedono una partecipazione comunale: basti dire che i contributi richiesti alla Città ammontano complessivamente a 26 milioni di franchi, ovverosia un terzo delle spese totali. Silacci ha però anche sottolineato la debolezza del substrato fiscale di Locarno, che emerge da un gettito procapite di circa 3’000 franchi, di molto inferiore alla media cantonale, che si assesta oltre i 4’300 franchi.
In apertura di seduta, al consigliere Spase Zlatanov della Sinistra Unita, dimissionario, è subentrato Daniele Laganara.