Prevenzione contro gli abusi, il Consiglio di Stato suggerisce agli istituti scolastici di rispettare il volere delle famiglie e proporre alternative
“Rispettare il volere delle famiglie che preferiscono che le loro figlie e i loro figli non seguano il percorso nella sua interezza, proponendo loro attività alternative”.
È l’indicazione che il Consiglio di Stato ticinese dà agli istituti scolastici del Locarnese in relazione al progetto ‘Sono unica/o e preziosa/o!’, il percorso didattico interattivo per la prevenzione degli abusi sessuali sui bambini e del maltrattamento infantile nato e sviluppato in Germania ma che ormai dal 2007 viene regolarmente proposto – con tutti gli aggiornamenti del caso – ai bambini dai 7 ai 9 anni delle scuole ticinesi dalla Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il sostegno e la Protezione dell’infanzia (Aspi), in collaborazione con la Sezione delle scuole comunali (Sesco), su mandato del Dipartimento della sanità e della socialità (Dss) e del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs).
La versione più recente, ha visto l’introduzione – marginale – di un personaggio di nome Kay, che a un certo punto, all’interno di un audio di circa due minuti nel quale si sentono ragazzini e ragazzine che parlano del rispetto del proprio corpo, afferma di non sentirsi né una bambina né un bambino. Un riferimento all’identità e alla fluidità di genere che ha fatto storcere alcuni nasi, spingendo diversi primi cittadini (attraverso il Convivio intercomunale dei sindaci del Locarnese, ma anche singoli Comuni come Brissago e Ascona) e non solo (dal Gran Consiglio è arrivata un’interrogazione interpartitica di Centro e Plr, primi firmatari Giuseppe Cotti e Alessandro Speziali) a scrivere al governo ticinese esprimendo le proprie perplessità e chiedendo di prendere ufficialmente posizione sulla questione, in modo anche da sapere come porsi con i genitori intenzionati a non far frequentare il percorso didattico ‘Sono unica/o e preziosa/o!’ ai propri figli.
“Il percorso didattico – si legge nella risposta inviata il 26 marzo da Palazzo delle Orsoline – è promosso su tutto il territorio nazionale da Kinderschutz Schweiz (Protezione dell’infanzia Svizzera, www.kinderschutz.ch), fondazione che opera in tutta la Svizzera a favore della protezione delle e dei minori in conformità con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, che ne ha definito modalità e contenuti. L’impostazione del percorso didattico, l’animazione e la conduzione dello stesso mirano a diffondere messaggi di prevenzione contro forme di abuso e maltrattamento sulle e sui minori, come pure a promuovere i diritti di questi ultimi e la lotta alle discriminazioni.
Nel 2022 Kinderschutz Schweiz ha attualizzato il percorso didattico adattandolo alle realtà cui sono confrontati allieve e allievi. I messaggi sono veicolati attraverso cinque personaggi le cui caratteristiche personali e le cui storie famigliari si possono ritrovare anche all’interno del nostro tessuto sociale. I cinque personaggi rappresentano diverse realtà sociali e personali; tale diversità, viene spiegato, aiuta le bambine e i bambini a sviluppare empatia e rispetto, riducendo stereotipi, pregiudizi e violenze. Risulta infatti che chi vive situazioni percepite come “diverse” è maggiormente a rischio di violenza”.
Il Consiglio di Stato fa poi notare come “il percorso didattico è stato portato da Aspi nelle classi delle scuole comunali ticinesi, nella sua versione aggiornata, dopo una fase pilota organizzata nel circondario del Luganese durante l’anno scolastico 2022/2023. Alla luce dei riscontri raccolti, per le edizioni tenutesi negli altri circondari sono stati introdotti dei momenti preparatori di incontro – prima dell’avvio del percorso rivolto a bambine e bambini – dedicati a operatrici e operatori scolastici, famiglie e autorità comunali; momenti animati dagli Ispettorati scolastici e dagli operatori di Aspi. Tale modalità di introduzione, adottata anche per il circondario Locarnese e Valli, è stata proposta da Aspi alle vostre Autorità nel febbraio scorso”.
Ed è in particolare in seguito al citato incontro informativo che sono emerse le perplessità poi confluite nelle missive inviate a Bellinzona. Considerazioni non tali da mettere in dubbio il progetto (“il Consiglio di Stato reputa di fondamentale importanza che esso possa continuare a essere proposto negli Istituti scolastici”), ma che hanno comunque portato il governo, “preso nota delle osservazioni sollevate” e “in attesa di ulteriori approfondimenti volti a valutare possibili e opportuni adattamenti del caso”, a suggerire, d’intesa con il Decs, “agli Istituti scolastici, in cui il percorso didattico è stato introdotto nelle ultime settimane, di rispettare il volere delle famiglie che preferiscono che le loro figlie e i loro figli non seguano il percorso nella sua interezza, proponendo loro attività alternative”.
Per concludere – non dopo aver ricordato come “lo scopo del percorso ‘Sono unico/a e prezioso/a!’ deve rimanere quello di aiutare bambine e bambini a proteggersi da possibili abusi sessuali e altre forme di maltrattamento” – affermando che “il Decs e il Dss saranno disponibili a organizzare un incontro alla presenza di una vostra (riferendosi ai Comuni locarnesi interessati, ndr) delegazione e dei referenti di Aspi”.
A proposito di incontri, da segnalare che sabato 10 maggio dalle 9 alle 12 all’Istituto per anziani San Carlo di Locarno è previsto un momento di porte aperte dedicato alle famiglie dei bambini e delle bambine che hanno visitato il percorso con la propria classe (sedi di Ascona, Bignasco, Brissago, Lavizzara, Locarno, Solduno, Locarno Saleggi, Locarno Monti, Terre di Pedemonte, Ronchini), durante il quale potranno mostrare alle persone (grandi e piccini) che li accompagnano gli “importanti messaggi di prevenzione e le attività che sono stati trasmessi e proposti loro durante la visita con la classe”.