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Losone, la ‘città morta’ verrà rasa al suolo e diventerà un prato magro

Diversi progetti di bonifica in consultazione: terreni affittati e utilizzati dall'esercito per decenni e che saranno riconsegnati al Patriziato

Il villaggio che veniva usato dai granatieri per le esercitazioni
(Swisstopo)
8 maggio 2025
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La “città morta”, una piazza d’esercitazione utilizzata per decenni dai militari stazionati all’ex caserma di Losone, sarà rasa al suolo. Il terreno verrà bonificato e trasformato in un prato magro. È uno dei progetti di risanamento e di sistemazione finale dei sedimi di proprietà del locale Patriziato, usati dall’esercito quando la piazza d’armi era in attività. Le opere, che presumibilmente costeranno diversi milioni di franchi, verranno eseguite su diversi lotti; lo scorso 9 aprile la Confederazione, tramite ArmaSuisse, ha aperto la consultazione pubblicando la domanda di approvazione dei piani di costruzione.

I sedimi in questione erano stati affittati all’esercito elvetico dal Patriziato dopo la costruzione della caserma, verso la metà del secolo scorso. “Durante l’ultimo conflitto mondiale i granatieri erano attestati a Locarno e quasi tutti i giorni si trasferivano a Losone per le loro esercitazioni – si legge sul sito del Patriziato –. L’esercito ebbe così modo di valutare l’idoneità del nostro territorio, soprattutto la Val Canale, la piana sulla riva sinistra della Melezza e la piana d’Arbigo e li trovò ideali per l’istruzione e la preparazione dei granatieri”. Attorno al 1950 si costituisce una società alla quale il Patriziato vende il terreno per edificare la caserma e concede in affitto le zone menzionate sopra, necessarie per le esercitazioni della truppa. In seguito la caserma San Giorgio passa alla Confederazione.

È storia più recente, e risale al 2016, l’acquisto per 4,5 milioni di franchi della caserma e della piana d’Arbigo (per un totale di circa 120mila metri quadri) da parte del Comune. Nello stesso periodo ArmaSuisse ha disdetto i contratti di locazione dei terreni patriziali. «Gli stessi contratti – ricorda Carlo Ambrosini, presidente del Patriziato losonese – prevedevano una riconsegna dei sedimi allo stato in cui erano prima dell’arrivo dei militari. Per questo la Confederazione deve procedere al risanamento. Alcuni lavori, relativi al primo lotto, sono già stati eseguiti: in particolare in Val Canaa, dove c’era il poligono per i tiri ai 50 metri. In quell’area abbiamo realizzato un deposito coperto per il legname, una tettoia e un piccolo stabile chiuso, utilizzati come piazza di lavoro per la nostra Azienda forestale (Afor). In questi giorni stiamo lavorando per la posa dell’allacciamento elettrico. Recentemente la Confederazione ci ha consegnato pure il magazzino delle munizioni nella stessa zona: una costruzione in cemento armato, impermeabilizzata e recintata. Un edificio oggi usato dall’Afor, ma che potrà trovare in futuro una diversa destinazione». I lavori previsti riguardano pure altri lotti. Uno di questi è un vasto terreno a monte del Silo Melezza, sempre in Val Canaa. «Potrà servire all’Azienda forestale per ammassare i tronchi di legno. Ma abbiamo anche altre ipotesi sul tavolo, legate allo svago e al tempo libero. In particolare, abbiamo commissionato un Masterplan che comprende un ampio comparto, dal golf al bosco di Maia (protetto a livello federale), salendo anche verso le aree pedemontane. Sarà pronto il prossimo autunno e da lì potranno uscire idee e proposte legate al benessere e al tempo libero».

Nella zona dell’argine c’è invece la “città morta”, con costruzioni in cemento armato fuori terra e cunicoli sotterranei, che venivano usati dai granatieri per le esercitazioni. «La bonifica di questo lotto sarà verosimilmente la più complessa e la più costosa – prosegue l’intervistato –. I manufatti dovranno essere demoliti e il terreno verrà convertito in prato magro, in tutto e per tutto simile a quelli che già ci sono in zona». Va detto che il Comune avrebbe l’intenzione di realizzare una ciclopista verso lo Zandone, che potrebbe andare a sacrificare una striscia di prato: la stessa potrà essere compensata proprio con la bonifica della “città morta”. «Tra le proposte sul tavolo, ma ancora da valutare, c’è pure la creazione di un apiario didattico».

Lo stand di tiro ormai in disuso sarà destinato a ‘zona umida’

Da segnalare, infine, l’ultimo lotto, legato all’ex stand di tiro alla distanza di trecento metri in zona Silo Melezza. Un poligono che non è più in funzione da anni e più precisamente da quando il fabbricato in legno che alloggiava i tiratori fu distrutto da un incendio. L’area, dove già si trova un grande stagno, verrà destinata a zona umida.

Le domande di approvazione dei piani di costruzione militari, pubblicate dal Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport, sono corredate dalle descrizioni dei progetti (con relazioni tecniche, concetti di risanamento, sistemazione finale e gestione dei materiali), come pure dalle domande di dissodamento e dalle relazioni ambientali. Resteranno in consultazione presso la Cancelleria comunale in via ai Molini 22 (durante gli orari di apertura della stessa) fino al prossimo 26 maggio.