Spettacolare esercitazione di soccorso nello specchio d'acqua antistante il lido di Gerra. Anche se la casistica è rara, il dispositivo va allenato
Soccorso acquatico in Ticino, anche se la frequenza degli interventi nei laghi non è, fortunatamente, preoccupante (grazie anche all’importante contributo dato dalle campagne di prevenzione), il lavoro per gli addetti (Polizia lacuale, Società di salvataggio e Rega) non manca. L'acqua è pur sempre un elemento che costituisce potenziale pericolo, soprattutto in caso di eventi meteorologici estremi (come alluvioni, trombe d'aria, repentini aumenti della portata degli affluenti). Per questo, soprattutto durante la bella stagione, le squadre di soccorso sono sempre pronte a partire per raggiungere le persone in difficoltà. Il sistema di intervento, di primaria importanza, viene dunque regolarmente testato per elevare gli standard di sicurezza e assistenza e garantire alla popolazione e ai turisti un aiuto di qualità.
Un tema che interessa anche la Base Rega di Locarno, il cui equipaggio ha effettuato questo pomeriggio, nello specchio d’acqua antistante il suggestivo Lido di Gerra Gambarogno, un’esercitazione congiunta di salvataggio con la Polizia lacuale. È andata in scena un’operazione spettacolare, con soccorritori acquatici della polizia che si sono tuffati nelle acque del Verbano (temperatura di circa 15-16 gradi) direttamente dall'elicottero, al fine di recuperare una persona in difficoltà.
Nel caso concreto, è stato ovviamente simulato ma, come spiega Amos Brenn, capo base della Rega, «anche se la tipologia d'intervento è rara, occorre farsi trovare pronti. Per questo la Rega testa questo genere di missione nei principali laghi svizzeri, come Ginevra e il Lago di Costanza». Anche in questo genere di operazioni, la tempestività dell’intervento rappresenta un fattore fondamentale per la risoluzione della missione di soccorso. «Dal momento dell'allarme – prosegue – viene fatta una valutazione sulla rapidità d'intervento: l'elicottero è ovviamente più veloce dell'imbarcazione e quindi, a seconda dell'area dell'incidente, viene subito preso a bordo il soccorritore della polizia mentre dalla riva parte il natante con gli altri agenti a bordo».
Oggi il personale impegnato ha dunque potuto testare le procedure e il materiale tecnico a disposizione delle unità (come la boa di segnalazione e l'apposito salvagente lanciato dal velivolo per consentire alla persona in acqua – a condizione che sia ancora cosciente – di non sparire dalla visuale inghiottito dalle acque. Non viene invece impiegato il verricello, per il quale è necessario che il velivolo rimanga in volo stazionario sopra la persona da soccorrere, il potente rotore spinge l'aria verso il basso, sollevando schizzi d'acqua che non farebbero che peggiorare la situazione di chi già si trova in difficoltà.
Stavolta, come detto, non si è trattato di un reale fatto di cronaca ma dello scenario previsto in un'esercitazione formativa. Nell'aprile del 2023, invece, nel Ceresio, nei pressi di Caslano, l'intervento fu reale. Due canoisti si rovesciarono nel lago e l'eliambulanza della Rega fu chiamata a soccorrerli; i due sfortunati protagonisti della vicenda furono poi caricati a bordo di un natante che si trovava nelle immediate vicinanze e riportati a riva.
Per gli equipaggi che operano per 365 giorni l’anno, 24 ore su 24, per garantire il soccorso su terra e sull’acqua in ogni condizione meteorologica, risulta quindi fondamentale l’addestramento periodico, in modo da essere pronti a intervenire in sicurezza e tempestività per esigenze di emergenza reali. Ma quali sono le difficoltà, per il pilota ai comandi? «Il problema principale – afferma Silvio Pini, test pilot – è legato alla mancanza di riferimenti. Sulla terraferma ci sono dei punti che aiutano l'equipaggio a orientarsi. Sulla superficie piatta di un lago, invece, no. Soprattutto se si è lontani dalla riva. E se poi il lago è increspato, o soffia forte vento, tutto risulta più difficile. Per questo ci aiutiamo con gli strumenti del cockpit per la navigazione verticale e laterale. Impieghiamo i radioaltimetri che ci facilitano il lavoro. Non meno importante è la continua comunicazione con il paramedico a bordo che dispone di un maggior campo visivo. Gli interventi nei laghi non sono il nostro pane quotidiano, bisogna perciò allenarsi. La nostra capacità di reazione e la tempestività del nostro intervento, soprattutto nel caso di acque gelide, sono ovviamente decisive». Concludiamo segnalando che la Rega dispone anche di un elicottero dotato di telecamera termica che, in caso di necessità, viene inviato sul posto dalla base di Wilderswil.