Locarnese

Elicottero precipitato a Gordola: confermato il contatto con i cavi dell'alta tensione

Il Sisi sull'incidente del marzo 2022: disattenzione del pilota (che perse la vita) e mancanza di misure efficaci per mitigare i rischi

Il dispiegamento dei soccorsi il 16 marzo del 2022
16 maggio 2025
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Il 16 marzo del 2022 un elicottero si era schiantato al suolo a Gordola, dopo aver toccato i cavi dell'alta tensione. Un incidente che aveva causato la morte del pilota, un professionista esperto e istruttore di volo domiciliato in Riviera, che all'epoca dei fatti aveva 49 anni. A distanza di oltre tre anni arriva il rapporto finale del Servizio d'inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi). “L’incidente è stato causato dalla collisione del rotore principale dell’elicottero con un conduttore dell’elettrodotto ad alta tensione in esercizio, non avendo il pilota percepito per tempo l’avvicinarsi all’ostacolo al di sopra dell’elicottero – si legge nel documento –. I seguenti fattori hanno, in concomitanza tra loro, contribuito al verificarsi dell’incidente: la difficoltà nella stima della corretta distanza dei conduttori dal rotore dell’elicottero; la mancata messa in atto sul cantiere di misure di mitigazione del rischio efficaci; lo stress generato da un'inadeguata pianificazione delle tempistiche personali del pilota”. Lo stesso Sisi ha quindi emanato una serie di misure di sicurezza che dovranno essere adottate in futuro dai responsabili dei cantieri in cui vengono usati elicotteri, dai piloti e dai gestori degli impianti delle linee elettriche ad alta tensione, proprio per evitare il ripetersi di un simile incidente.

La dinamica dello schianto

Sono da poco passate le 11 di quel mercoledì 16 marzo 2022 quando un boato – preceduto da un rumore simile a un colpo di frusta – scuote la valle del Carcale, sopra l'abitato di Gordola. Un elicottero Ecureuil B3 della Heli-Tv di Lodrino, impegnato in lavori di trasporto di legname, si è appena schiantato al suolo, prendendo fuoco. Il pilota, solo a bordo, muore sul colpo. La dinamica della disgrazia, nei limiti delle evidenze acquisite, parla chiaro sin da subito: il rotore principale del velivolo ha urtato i fili della corrente che attraversano la valle, prima di precipitare nel sottostante riale da un’altezza di un centinaio di metri. A dare l'allarme sono alcuni testimoni presenti sul cantiere e i collaboratori della vittima che hanno assistito alla scena.

Una disattenzione dunque pagata con la vita, quella del pilota e istruttore esperto, che divideva il proprio impegno lavorativo fra i comandi della compagnia di Lodrino, presso la quale lavorava, e il Cantone, dove svolgeva il ruolo di collaboratore dell’Ufficio dei miglioramenti strutturali e della pianificazione alla Sezione agricoltura (al Dipartimento finanze ed economia).

Il pilota, è appurato, sapeva della presenza di quei cavi. Prima del volo tutto era stato pianificato con i collaboratori. Una dozzina, le rotazioni con materiale (legname e altro durante il tragico volo) previste quel mercoledì mattina, con il carico destinato a lavori di miglioria dell'acquedotto comunale di Gordola. Una disattenzione, purtroppo fatale, nell’avvicinamento al luogo di scarico, particolarmente impervio, chiuso tra pareti ripide e strette, con parecchi alberi d’alto fusto. La visibilità quella mattina era comunque buona, non soffiava vento. Impossibile, dopo il contatto delle pale con il cavo, il tentativo di un atterraggio d'emergenza. Il monoturbina è precipitato senza controllo.

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