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Pretorio ristrutturato non prima del 2030 (con tanti saluti al Patto)

Nella risposta all’interpellanza Belgeri una tempistica poco incoraggiante. Mentre il 100° del Patto della pace rimarrà fuori dalla storica sede

In sintesi:
  • I traslochi avvenuti anzitempo per motivi di sicurezza
  • Intanto Locarno tratta col Cantone per avere il Tribunale di espropriazione
(Ti-Press)
14 giugno 2025
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La ristrutturazione del Pretorio di Locarno non inizierà sicuramente prima del 2026, quindi va da sé che neppure l’intenzione andrà a salvare l’anno giubilare (2025) per i 100 anni dal Patto di Locarno. Anzi, l’inizio dei lavori slitterà con ogni probabilità nel corso del 2027, visto che l’anno prossimo non si dovrebbe riuscire ad andare oltre la richiesta del credito di costruzione.

Lo ha detto il Municipio di Locarno rispondendo a un’interpellanza di Mauro Belgeri (il Centro) sulla tempistica del restauro. Municipio che un po’ malinconicamente ha detto di essere “interessato affinché l’edificio storico del Pretorio, a prescindere dalla ricorrenza dei 100 anni dal Patto di Locarno, ritrovi un decoro degno del suo passato e della sua importanza nel contesto della Città”. Sempre ricordando che “la competenza è del Cantone”.

Belgeri chiedeva inoltre quale fosse il motivo del “colossale ritardo”. Stando a quanto comunicato dal Cantone alla Città, “il prolungamento della fase di progettazione del restauro va ricondotto a una ponderata valutazione degli interventi di restauro volti alla valorizzazione della sostanza storico-originale del Pretorio e a una rivalutazione dei contenuti”. Inoltre, aggiunge l’Esecutivo cittadino, “già lo scorso 10 luglio il governo aveva informato la Commissione della gestione e delle finanze del Gran Consiglio sul fatto che, a fronte del risultato del progetto di massima, era stato necessario rivedere i contenuti del Pretorio ristrutturato, con la presenza delle Preture di Locarno Città e di Locarno Campagna e la futura presenza della Pretura di protezione di Locarno. Ciò in particolare in virtù degli importanti vincoli di conservazione del bene culturale, non facilmente compatibili con le esigenze operative della Polizia, per la quale si stanno cercando delle soluzioni alternative”.

Nel contempo, il Consiglio di Stato ha messo in evidenza un aumento dei costi rispetto alle stime iniziali; aumento legato alle accresciute esigenze di sicurezza e per le infrastrutture tecniche. “Se ne deduce – nota il Municipio di Locarno – che il progetto è stato evidentemente rivisto in modo significativo”.

Considerando dunque che i lavori non inizieranno prima del 2027 (“a dipendenza dell’esito delle procedure di approvazione del progetto e del tempo necessario per lo stanziamento dei relativi crediti di realizzazione”), la loro ultimazione non avverrà prima della fine del 2030. Questo, ricorda la Città, sulla base del fatto che il programma indicativo contenuto nel messaggio governativo del 2018 parlava di una durata sui 4 anni.

Traslochi per la sicurezza

Preventivamente, il consigliere comunale del Centro aveva chiesto informazioni sulla tempistica dei traslochi fuori dal Pretorio intrapresi con i suoi uffici dal Cantone con largo anticipo rispetto all’inizio dei lavori di restauro. Risponde il Comune che “la necessità di garantire la sicurezza per gli utenti e per i contenuti materiali del Pretorio ha imposto al Cantone la dislocazione dei Servizi indipendentemente dall’avanzamento della pianificazione per il riuso e il restauro dell’edificio”. E non va dimenticato che la violenta grandinata del 25 agosto 2023 aveva “danneggiato il tetto dell’edificio, provocando il cedimento di alcuni soffitti e l’allagamento dell’edificio su tutti i livelli”. Pertanto, “la dismissione tempestiva dello stabile ha evitato gravi rischi per le persone, danni irreparabili alle cose e la perdita degli archivi delle Preture. La preventiva dislocazione ha infine permesso di scongiurare interruzioni prolungate nelle attività di servizi essenziali come la Polizia cantonale, le Preture e la Carp”.

La presenza cantonale a Locarno

Belgeri si era spinto fino a chiedere se la Città non avesse “fatto pressioni sul Cantone per conseguire un iter sollecito del restauro dell’edificio”. In effetti, nota il Municipio, “nel corso degli ultimi anni vi sono stati numerosi incontri con la Sezione cantonale della logistica e con la direzione della Divisione della giustizia del Dipartimento delle istituzioni, ovviamente non solo per il progetto del Pretorio, ma più in generale sulla presenza dell’amministrazione cantonale e della giustizia sul nostro territorio”. A lungo si sarebbe discusso “della necessità di garantire degli spazi adeguati per autorità e servizi importanti come la Carp, la Polizia cantonale e le Preture”. Oltre a chiedere regolarmente aggiornamenti sull’avanzamento del progetto dello stabile del Pretorio – dove, prosegue la Città, “le problematiche in gioco sono diverse e totalmente estranee alle nostre competenze” – Locarno avrebbe cercato di “offrire collaborazione per gestire al meglio la fase di transizione tutt’ora in corso, così come mantenere la presenza di servizi e autorità cantonali in Città. Da qui, ad esempio, l’offerta del Palexpo Fevi per le attività della Carp e le verifiche pianificatorie per la futura sede della Polizia cantonale, come anche l’idea di portare a Locarno la sede del Tribunale di espropriazione” (attualmente a Lugano). Ipotesi sulla quale, informa il Municipio, “il Consiglio di Stato sta lavorando”.