In un'interrogazione Muralto Democratica chiede conto a Stefano Gilardi, mentre in parlamento l'Udc critica l'operato di Claudio Zali
Domanda numero 7: “Dopo questa scottante e significativa sconfitta ritiene l’onorevole sindaco di essere ancora la persona idonea a rappresentare la popolazione di Muralto?”. Arriva sotto forma di interrogazione al Municipio, la resa dei conti fra Gian-Luigi Varini – primo dei referendisti che hanno portato alla bocciatura del credito per il nodo intermodale in stazione – e il sindaco Stefano Gilardi. È in un'interrogazione firmata da tutto il gruppo di Muralto Democratica.
La premessa è che la vittoria è stata risicata a livello cantonale, ma nettissima nel Locarnese e in particolare a Muralto (61,5% di no). “Ciò impone una dovuta riflessione sul futuro di chi ha condotto in prima persona, con irrefrenabile caparbietà e ostinazione, la pianificazione di un'opera attesa ormai da oltre un decennio, di valenza regionale e d’importanza vitale per lo sviluppo armonioso e sicuro del comune di Muralto. Il clima autoritario e di paura che da troppo tempo regna nel comune ha portato a una situazione insostenibile. Lo sperpero di un’infinità di risorse pubbliche in progettazioni finite in nulla rispecchia una conduzione irresponsabile e poco dignitosa”.
Considerando che il risultato del voto referendario “appare come un chiaro segno di sfiducia nell’esecutivo, che può tranquillamente venire circoscritto al primo cittadino, principale responsabile di questa scottante sconfitta”, Muralto Democratica chiede non tanto all'esecutivo, quanto direttamente al sindaco come legga il no emerso dal Locarnese; come valuti “l’accumulo di sconfitte personali collezionate nell’iter pianificatorio portato avanti in questi 10 anni a livello comunale”; e quali responsabilità si attribuisca.
Intanto, sulla stessa tematica si è concentrata anche l'Udc cantonale, in un'interpellanza con Andrea Giudici quale primo firmatario. Viene criticata la visione del ministro Zali, il quale, scrivono, parlando di “‘personalismi e rivalità contrari all'interesse dei cittadini’, sembra attribuire l'esito negativo del voto non alla scarsa qualità del progetto o al modo in cui è stato presentato, bensì alla frammentazione istituzionale e alla litigiosità degli attori locali. Colpisce che a rigettare il progetto siano stati proprio quei Comuni che, secondo il direttore del Dt, avrebbero dovuto trarne il maggior beneficio”. Seguono alcune domande al governo: se condivida la posizione di Zali; se sia stata fatta nel Dt un'analisi critica di quanto accaduto; se vi sia l'intenzione di riproporre il progetto sotto altra forma, “tenendo conto delle indicazioni dei referendisti, ovvero di progettare l'opera nel comparto Ffs a nord della stazione”; e in che modo e in che tempi il CdS intenda coinvolgere i promotori del referendum “per arrivare più facilmente a una soluzione condivisa”.