laR+ Locarnese

Donazioni per i privati dopo il nubifragio, versato oltre un milione di franchi

Le considerazioni di Arnoldo Coduri, presidente della commissione che ha gestito i fondi raccolti per la Vallemaggia dalla Catena della solidarietà

Fontana, in Valle Bavona
(Ti-Press)
28 giugno 2025
|

In una sola notte il maltempo ha causato danni per decine e decine di milioni di franchi. La cifra globale (seppur ancora provvisoria) è stata stimata dal Consiglio di Stato nel recente messaggio per lo stanziamento e la ratifica dei crediti per i lavori di sistemazione urgenti dopo l’alluvione in Vallemaggia (e in parte minore per la Leventina).

La fattura totale dei danni alle infrastrutture pubbliche: quasi 80 milioni

Il totale della fattura per il ripristino dei danni, stimati sulla base di vari studi attualmente in corso, per le infrastrutture e gli edifici pubblici ammonta a 79,3 milioni di franchi. Per le strade e la gestione dell’emergenza il Cantone ha messo a disposizione 26,8 milioni e a questa cifra aggiunge un sussidio di 13,2 milioni agli enti locali (totale spesa del Cantone 40 milioni). La Confederazione verserà 10,7 milioni agli stessi enti locali. Questi ultimi (in sostanza i Comuni di Lavizzara, Cevio e i Patriziati) sono chiamati ad affrontare costi di ricostruzione per 52,5 milioni; deducendo gli aiuti di Bellinzona e di Berna, restano da coprire 28,6 milioni.

Una stima che non comprende i danni alle infrastrutture Ofima, Sopracenerina e di altri fornitori di servizi, ma neppure quelli a terreni e edifici privati e le conseguenze economiche indirette (ad esempio le perdite di guadagno per interruzioni di attività). Nel periodo successivo al nubifragio si era registrata un’ondata di generosità. Per decisione cantonale, i fondi destinati ai privati sono stati gestiti dalla Commissione indipendente per il coordinamento delle donazioni, presieduta da Arnoldo Coduri, cancelliere dello Stato. «La Catena della solidarietà ha raccolto oltre 13 milioni di franchi da destinare a privati e a piccole e medie aziende toccate dagli eventi alluvionali in Vallese, in Mesolcina e in Ticino, dove gli aiuti sono di principio limitati al perimetro dei due Comuni più toccati: Lavizzara e Cevio – spiega Coduri –. In aggiunta, i due Comuni si sono pure attivati con una loro raccolta fondi da destinare a opere d’interesse comunale».

Le richieste di aiuto sono state 42. Tra i problemi ‘l'orgoglio della valle’

Chi ha potuto beneficiare degli aiuti della Catena della solidarietà? «Sono stati elargiti, sulla base dei preavvisi consultivi della Commissione, a privati cittadini, piccole e medie aziende e associazioni. In secondo luogo, esaurite queste richieste e se rimane ancora disponibilità finanziaria, la Catena può destinare aiuti anche agli enti pubblici (Comuni e Patriziati). La nostra Commissione ha finora trattato 42 richieste d’aiuto, ripartite tra privati cittadini che hanno subito danni alle loro proprietà, proprietari di rustici o gestori di pensioni che si sono viste annullare delle prenotazioni, ristoranti, aziende agricole e altre piccole imprese che con diversa intensità hanno subito dei disagi a causa dell’alluvione di fine giugno 2024. Ricordo ad esempio che la strada della Valle Bavona è stata riaperta solo a Pasqua 2025. Fino ad oggi, la Catena ha elargito oltre un milione di franchi sulla base dei preavvisi consultivi della Commissione. È sempre possibile inoltrare delle richieste di aiuto attraverso Lorenzo Sonognini, incaricato di assistere privati cittadini e aziende colpiti dall’alluvione nella preparazione dei dossier».

Quali sono stati i principali problemi che avete incontrato? «Uno dei problemi era l’orgoglio “della valle”, nel senso che dovevamo convincere i potenziali richiedenti privati del fatto che non si trattava di aiuti statali, ma di donazioni destinate a loro».