Dopo il caso di Artore, quattro Municipi della Val Rovana scrivono al governo per chiedere soluzioni immediate anche nelle aree discoste del Ticino
Il lupo di città fa rumore, quello di montagna invece no. Quattro Comuni della Val Rovana (Bosco Gurin, Campo Vallemaggia, Cerentino e Linescio) non sono d'accordo con questo modo di fare e sulla questione hanno inviato una lettera al Consiglio di Stato.
“La recente predazione del lupo avvenuta ad Artore, quindi in una zona a diretto contatto con un centro urbano, vale a dire la città di Bellinzona, ha portato nuovamente agli onori della cronaca la questione – si legge nella missiva inviata nei giorni scorsi dai quattro Municipi al governo –. Una questione che purtroppo a Bosco Gurin, come in tutta la Val Rovana e in altre valli ticinesi, non si è mai assopita. Anzi. Prova ne è la recente predazione, avvenuta solo qualche giorno prima di quella di Artore e molto più, ci si passi il termine, ‘sanguinosa’, ma che nessun media ha raccontato”.
Non è solo questa sorta di trattamento differenziato a suscitare la reazione delle quattro località di valle: “Ora, notizia di pochi giorni fa, si apprende che per il caso di Bellinzona è già stato predisposto un sistema di ronde da parte dei guardiacaccia, autorizzati anche a fare dei tiri di dissuasione con proiettili di gomma. È stato addirittura emanato un ordine di abbattimento. Cosa mai vista nei nostri comuni. Oltre al danno, la beffa”.
E ancora: “Da diversi anni segnaliamo il problema del lupo per i nostri agricoltori, i contadini, la popolazione residente e, non da ultimi, i turisti, ma abbiamo ricevuto in risposta solo dei ‘bla, bla, bla’, senza nessuna misura concreta a tutela di tutte le realtà coinvolte. Ora accade che il lupo si manifesti nelle vicinanze di una città e magicamente, nel giro di pochissimi giorni, vengono prese misure concrete a dispetto del ‘non si può’... Viene spontaneo chiedersi se gli abitanti della Val Rovana, come anche delle altre valli che hanno lo stesso problema, siano cittadini di serie B”.
La richiesta dei quattro Municipi: “I buoi sono fuori dalla stalla già da diverso tempo ed è ora di affrontare il problema concretamente e di petto, senza più tergiversare. Per questo ci aspettiamo, anche per la Rovana e per tutte le valli ticinesi, soluzioni in tempi brevi per arginare il problema lupo. Il tempo delle parole è finito; è ora di passare alle azioni concrete. Rimanere ancora passivi, vorrebbe dire condannare l'agricoltura di montagna e il relativo territorio a un sempre più rapido abbandono, con tutte le conseguenze del caso”.