Singolare e riuscita ricerca di fine Liceo per Liliana Bacciarini, che ha riscoperto la storica band locarnese, situandola nel suo contesto storico
Nota: 6. Già solo questo potrebbe dirci tutto sulla qualità del lavoro di maturità presentato da Liliana Bacciarini al termine del suo percorso liceale locarnese. La curiosità è che riguarda i Nightbirds, storica band che la giovane, già nel titolo del suo lavoro, e poi lungo le 42 pagine che lo compongono, inquadra e descrive come “i Beatles ticinesi” nel contesto storico degli anni 60.
Oltre a essere l’opera che ha permesso alla liceale di valorizzare il suo importante traguardo scolastico, la ricerca può essere considerata una tappa significativa lungo il percorso di riscoperta dei Nightbirds; un percorso avviato, per pura passione, da Mauro Broggini, che negli ultimi due anni ha rimesso insieme la band, organizzato con Giorgio Fieschi una serata evento (il 29 febbraio 2024 al Teatro di Locarno), ideato e fatto realizzare dall’artista Pedro Pedrazzini una targa commemorativa poi appesa al Kursaal, e infine dato alla luce un vinile curato da Corry Knobel.
Proprio in questo filone si inserisce dunque la ricerca di Liliana Bacciarini. È lei stessa a ricordarlo: «Alla fine della quarta, per il lavoro di maturità, c’erano diverse possibilità di scelta. Io ho optato per la materia “musica”, all’interno della quale c’era il macrotema “Il panorama svizzero a livello musicale”, che lasciava una grande libertà, fra cui quella riguardante il periodo da prendere in esame. In classe, a un certo punto, tramite la docente di musica Francesca Dellea, è arrivato Mauro Broggini, che ha proposto di approfondire la storia dei Nightbirds. Idea che mi ha subito incuriosita».
Liliana ricorda di averla affrontata «cercando di inserire la band nel suo contesto storico. Per farlo, ho dovuto partire dal panorama inglese degli anni 50, avviandomi verso gli anni 60. Questo passaggio è stato necessario per sottolineare l’ampiezza del cambiamento fra le due epoche, sia in Inghilterra, sia in Svizzera. Poi, nella seconda parte della ricerca, mi sono occupata della band e di tutti i suoi membri, intervistando quelli ancora in vita, partendo dal capostipite e membro onnipresente nei Nightbirds, Eliano Galbiati (dal quale tra l’altro era nata l’idea di formare la band dopo aver sentito, con il compianto Roby Wezel, gli Yardbirds all’Innovazione di Locarno). Poi via via sono arrivati gli altri, fra cui William Mazzoni, che ho intervistato nello scantinato di casa sua dove a suo tempo i Nightbirds facevano prova».
Unitamente a Galbiati e Mazzoni, la liceale ha incontrato Charlie De Marco, Mario Del Don e Corry Knobel, i cui profili sono presentati insieme a quelli di Chris Ackermann, Roby Wezel, Dino Morandi e Guido Margaroli. Ampio spazio è quindi dedicato all’evoluzione della band, ai suoi traguardi e alla discografia, e altrettanto ai mutamenti socio-musicali avvenuti fra gli anni 50 e i 60 in Svizzera e in Inghilterra. Particolarmente interessante è il passaggio in cui Liliana ricorda l’impatto della band sulla società ticinese: “Negli anni precedenti agli anni 60 la Svizzera e di conseguenza anche il Ticino sono di tendenza fortemente tradizionalista. In altre parole, sono molto legati alle tradizioni culturali e musicali. L’arrivo degli Yardbirds, dalla Gran Bretagna in Ticino, a Locarno e ad Ascona, rappresenta la scintilla che dà il via al progetto dei Nightbirds che a loro volta, tra gli anni 60 e gli anni 70, recandosi in Inghilterra, svolgono un ruolo di catalizzatore importando la cultura inglese nel territorio ticinese. Metaforicamente, se prima della nascita della band le novità culturali in Ticino giungono con il contagocce, loro contribuiscono alla velocizzazione e all’ampliamento di questo processo”. E ancora: “Durante i loro concerti i Nightbirds indossano capi provenienti direttamente da Carnaby Street, scatenando la volontà dei fans di emularli e diffondendo la musicalità Beat poiché ispirati alle band inglesi. Vengono dunque importate le novità stilistiche, prodotte in Inghilterra in quegli anni come le giacche indiane dei Beatles, le acconciature alla moda inglese, ma soprattutto molte novità dal punto di vista musicale come nuove chitarre, distorsori e amplificatori che permettono loro di migliorare e ampliare il loro repertorio”.
“Sicuramente l’elemento storico emergente dal mio lavoro di maturità è il grande distacco avvenuto fra gli anni 50 e i 60 – spiega l’autrice –, specialmente in un contesto come quello ticinese, dove dalle orchestre e dalle balere si è passati a tutto un altro genere di musica. Qui l’influenza inglese è stata fortissima, perché proprio in Inghilterra nascevano fenomeni che avrebbero cambiato il mondo musicale; parlo dei Beatles e dei Rolling Stones, i cui ritmi e le cui sonorità segnavano una svolta a dir poco epocale, e non solo a livello musicale, ma anche sociale e culturale. Mi ha divertita e fatto riflettere sentire com’erano considerati i Nightbirds qui da noi: da una parte apprezzati musicalmente e per quello che rappresentavano al tempo, ma dall’altra anche indicati come capelloni o ‘brozzoni’. Eppure, mi hanno raccontato, loro sono andati avanti senza farsi troppi problemi, conquistando poi traguardi significativi come ad esempio i concerti al “Piper”, emblema del Beat a Milano”.
Bella e significativa anche la conclusione della ricerca: “Non avendo vissuto questa fantastica epoca mi sono dovuta informare attingendo da fonti come libri, siti internet, documentari e interviste ad alcuni membri della band. Questi incontri hanno dato un valore aggiunto al mio lavoro di ricerca e mi hanno sicuramente permesso di crescere come persona. Discutere con persone che hanno delle passioni che ci accomunano è un’attività che ci permette di assorbire informazioni, condividere punti di vista, e imparare da chi ha più esperienza di noi. Oltre a tutto il bagaglio di informazioni ricevute, ho imparato una lezione che credo mi sarà molto utile per tutta la vita: inseguire un sogno richiede coraggio, sacrifici e la capacità di rimanere fedeli alla propria visione, anche quando il mondo intorno sembra scettico o diffidente. La vera realizzazione personale nasce dal credere fermamente in sé stessi e nelle proprie aspirazioni, superando le barriere dell’opinione altrui”.