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Un successo, naturalmente. E poi c’è l’idea che ‘spiazza’

Nonostante una serata clou rovinata dal maltempo, il bilancio del Vallemaggia Magic Blues è più che positivo. E nel futuro potrebbero esserci delle novità

12 agosto 2025
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Riprendendo lo slogan della 23esima edizione appena conclusasi, “Naturally magic” – scelto per sottolineare come l’evento sia ormai entrato nel patrimonio genetico della valle – il Vallemaggia Magic Blues 2025 è stato “naturalmente” un successo.

«Effettivamente possiamo dirlo, in primis per l’altissima qualità di tutte le proposte musicali, nel complesso paragonabile solo a quella del 2016 – afferma Fabio Lafranchi, co-fondatore, promotore e vera e propria colonna portante della rassegna musicale valmaggese –. Eccellenti, tra le altre, le esibizioni della Treves Blues Band con Lou Marini, dei sorprendenti Atomic Rooster, della scoppiettante Leif De Leeuw Band, di un fenomenale chitarrista quale Paul Rose con il suo Power Trio d.o.c., di Bat Battiston, accompagnato dalla sempre più brillante e possente band di Freddie and The Cannonballs. Ma il colpaccio è indubbiamente stato essere riusciti a riportare qui, dopo più di sessant’anni, i The Yardbirds, ospiti di Ascona e Locarno per una quattro-giorni di concerti nell’agosto del 1964. Non vengono praticamente mai in Europa e in effetti non è stato facile convincerli, diciamo che ci hanno fatto sudare, ma vederli sul palco ci ha ripagato degli sforzi. Peccato solo che proprio a Cevio, location che tra l’altro aveva un significato particolare dopo l’alluvione che lo scorso anno aveva isolato il Comune assieme al resto dell’alta valle costringendoci a rivedere il programma, la meteo non è stata dalla nostra e non abbiamo registrato il pienone che ci aspettavamo».

A tal proposito Lafranchi spiega come «di numeri (sulle presenze, ndr) non ne facciamo praticamente mai, anche perché paragonare le varie edizioni non ha molto senso essendo legate a davvero troppi fattori mutevoli, meteo in primis, ma possiamo dire che Cevio a parte, l’affluenza è stata buona, in particolare a Maggia e ad Avegno dove dovremmo essere sopra la media degli scorsi anni».

Il che si traduce, per una manifestazione promossa dall’omonima Associazione con il sostegno dell’Organizzazione turistica Lago Maggiore e Valli, del Cantone con Swisslos, dei Comuni valmaggesi e da numerosi sponsor (laRegione è tra i media partner) «che hanno creduto e continuano a credere in “The smallest big blues festival in Switzerland”», in conti relativamente solidi... «Non abbiamo ancora il bilancio contabile definitivo di questa edizione, ma calcolando anche che sono ormai diversi anni che chiudiamo in attivo (seppur leggero), da questo punto di vista siamo piuttosto tranquilli».

Valutazioni in vista del 2026: ridimensionare Cevio e ‘spostare’ Maggia

Chiusa una (grande) edizione è già tempo di guardare alla prossima, che dovrebbe scattare il 10 luglio 2026 sempre da Brontallo e che proprio a proposito delle splendide location (le piazze) che ospitano i concerti potrebbe riservare alcune novità… «Quest’anno non fa testo in quanto condizionato dal brutto tempo, ma già nelle scorse edizioni ci eravamo resi conto che portare la massa a Cevio non è facile, è un po’ troppo in su e la piazza è enorme, per cui stiamo ragionando sulla possibilità di ridimensionare la location e portare gli appuntamenti principali più in giù».

Ad esempio a Maggia, dove allo stesso modo sono in corso valutazioni importanti… «A livello logistico l’organizzazione dei concerti in piazza a Maggia (attraversata dalla strada principale del paese) comporta tutta una serie di problematiche logistiche, dalla chiusura della stessa e delle stradine adiacenti (calcolando montaggio e smontaggio, rimane tutto bloccato per una settimana) alla vicinanza con le abitazioni. Una situazione che sta portando a qualche mugugno e siccome preferiamo prevenire che curare, stiamo lavorando per trovare delle soluzioni».

Come ad esempio lo spostamento della kermesse in zona pontina (con Moghegno), meglio accessibile e più lontana dalle case certo, ma forse anche dal fascino del borgo? «La piazza è sempre stata un elemento caratteristico della nostra manifestazione, una carta vincente, per cui un certo rischio ci sarebbe nel prendere una decisione del genere, ma c’è anche da dire che l’esperienza già fatta a Gordevio in una location simile (lo scorso anno al posto di Cevio e nel 2021 per “colpa” del Covid i concerti si erano tenuti al campetto di calcio, ndr) ci dice che si può fare. Come detto però per il momento rimangono delle possibilità che stiamo valutando, quel che è certo è che anche la prossima sarà una grande edizione».