Il Municipio ha scritto ai Comuni ticinesi con molte abitazioni di vacanza. Obiettivo: esprimere coralmente preoccupazione per la riforma
L'introduzione dell'imposta speciale sulle case secondarie, in votazione il prossimo 28 settembre a livello federale, preoccupa. L'attuale quadro fiscale prevede l'imposta sul valore locativo per le residenze primarie e per quelle secondarie; ma in futuro, se gli svizzeri accetteranno alle urne il cambiamento totale nel sistema d'imposizione della proprietà abitativa, questo valore locativo potrebbe venir abolito. Per compensarlo, la riforma prevede l’accettazione di una nuova norma costituzionale (oggetto della votazione) che permetterà ai cantoni d'introdurre un’imposta speciale sulle abitazioni secondarie usate prevalentemente a uso proprio. Una mossa che crea incertezza.
Il Municipio di Gambarogno recentemente ha scritto a tutti i Comuni ticinesi nei quali, per legge, non è più possibile edificare case secondarie, poiché il limite è stato raggiunto. La proposta: esprimere in modo corale e pubblicamente la preoccupazione per l'abolizione del valore locativo e per l'introduzione dell'imposta speciale sulle seconde case. «Queste ultime in Gambarogno sono circa tremila, una quota pari quasi al 65 per cento delle abitazioni – indica il sindaco Gianluigi Della Santa –. E proprio perché questa cifra è alta, siamo preoccupati. Non è chiaro quale sarà la normativa che sostituirà quella legata al valore locativo; si parla di un'imposta reale, molto probabilmente basta sul valore di stima dell'immobile, ma non si capisce bene se a fissarla sarà il Cantone o i Comuni e se compenserà totalmente la mancanza del valore locativo. Il quadro fiscale attuale è chiaro, quello futuro lo è molto meno. E non vorremmo che a farne le spese siano i nostri domiciliati».
A oggi hanno aderito formalmente alla proposta di Gambarogno una trentina di Comuni: «Una buona rispondenza, decisamente significativa della preoccupazione che suscita questo tema – afferma Della Santa –. Tanto che prossimamente usciremo con un comunicato stampa congiunto».