Il consigliere comunale Filippo Beltrametti commenta la decisione di ‘Avanti con Ticino&Lavoro’ di allontanarlo dopo i commenti antisemiti in Facebook
Da una parte – quella dell’Associazione Svizzera-Israele, sezione Ticino – la notizia di una denuncia penale in arrivo per Filippo Beltrametti. Dall’altra – quella del diretto interessato – una certa, parziale assunzione di responsabilità, le scuse «agli elettori che si sono sentiti coinvolti o turbati dalle notizie apparse sui media», ma anche una risposta diretta – con minaccia di adire a sua volta le vie legali per diffamazione – ai vertici di Avanti con Ticino&Lavoro, il partito con cui è stato eletto in Consiglio comunale a Locarno, ma dal quale è stato espulso per direttissima.
Non si limita ad abbassare la testa, Beltrametti, dopo il polverone che ha contribuito ad alzare commentando su Facebook l’agire di Israele nella Striscia di Gaza. Un conto è criticare il governo Netanyahu per la guerra condotta anche e purtroppo soprattutto nei confronti del popolo palestinese; un altro è scagliarsi sul popolo d’Israele utilizzando formule e toni che oggettivamente scadono nell’antisemitismo. Che è poi ciò di cui viene accusato Beltrametti, il quale era arrivato al punto di evocare Hitler e lo sterminio degli ebrei. Una posizione, assolutamente censurabile, che aveva appunto spinto il movimento di Amalia Mirante a tagliare il cordone ombelicale, lasciando Beltrametti solo con il suo destino, che sarà quello, da qui al 2028, di consigliere comunale indipendente.
Parallelamente, come comunica a “laRegione” il presidente dell’Associazione Svizzera-Israele (Sezione Ticino), dottor Adrian Weiss, v’è dunque l’ufficializzazione della denuncia penale in arrivo nei confronti di Beltrametti. Dice Weiss: «La stiamo finalizzando con un avvocato e probabilmente già domani (oggi per chi legge, ndr) arriverà una comunicazione in merito. Sarà coinvolto anche il sindaco di Locarno Nicola Pini, affinché rimanga aggiornato sulla questione. Quanto ai post apparsi su Facebook, considero gravissimo siano stati scritti da un consigliere comunale eletto dal popolo. Altrettanto inqualificabili sono le reazioni di chi ha condiviso in rete certi pensieri».
La decisione di espellerlo dal movimento di Amalia Mirante era stata per l’appunto motivata da contenuti “che utilizzano un linguaggio denigratorio e discriminatorio nei confronti di persone e gruppi – aveva sottolineato Avanti con Ticino&Lavoro –. Tali espressioni, offensive e contrarie ai valori fondamentali di rispetto della persona, sono in aperta violazione dell’articolo 1 del nostro Codice etico, che condanna ogni forma di discriminazione e razzismo”. Di conseguenza, Avanti con Ticino&Lavoro aveva detto di “distanziarsi con forza da tali affermazioni” riaffermando “l’impegno per un dibattito politico fondato sul rispetto, sull’inclusione e sulla dignità di tutte e tutti”. L’unica mossa giocabile era separarsi da Beltrametti.
Sollecitato da “laRegione”, il consigliere comunale (ora) indipendente Beltrametti precisa innanzitutto che «molte delle affermazioni oggetto di polemica sono state estrapolate da un contesto più ampio, legato a una protesta politica contro lo Stato di Israele e le sue politiche, e non contro la popolazione israeliana. Nei miei post pubblicati o condivisi sui miei canali social non ho preso di mira una razza, un genere o un gruppo di persone. La mia critica è sempre stata rivolta a decisioni politiche e a comportamenti di leader di alcune nazioni, come nel caso della politica israeliana o delle scelte del presidente ucraino. È vero che ho utilizzato delle parole forti, ma di fronte alle fotografie di bambini palestinesi che chiedono una scodella di cibo, è difficile non prendersela con i leader politici e il loro esercito».
Beltrametti sottolinea come la sua attività di denuncia sia «da tempo orientata a sostenere i diritti della popolazione palestinese e a criticare le omertà internazionali rispetto a determinati conflitti. Tacciarmi di antisemitismo per aver espresso posizioni politiche contro lo Stato di Israele è ingiusto e diffamatorio».
Quanto alla possibile denuncia penale, Beltrametti precisa: «Se ci fossero stati reali rilievi penali, la piattaforma Meta avrebbe bannato sia i post condivisi che i miei commenti, cosa che non è mai accaduta».
Il consigliere, inoltre, denuncia le modalità con cui il suo partito, Avanti con Ticino&Lavoro, ha deciso la sua espulsione: «La decisione mi è stata comunicata solo due ore prima della pubblicazione online, senza concedermi alcuna possibilità di contraddittorio o di essere ascoltato. Parlare di comunicazione preventiva è quindi semplicemente ridicolo. Questo modo di procedere rappresenta un grave vulnus al rispetto della persona e delle più elementari regole democratiche».
Infine, il consigliere colloca la vicenda in un contesto più ampio di pressione interna al partito: «La questione dei post è stata utilizzata come pretesto per espellermi dal partito. Sin dalla mia elezione era evidente quanto fossi inviso ai vertici del movimento. Se non correggeranno alcune osservazioni lesive della mia persona, sono pronto a tutelare la mia reputazione nelle sedi legali, denunciando ogni diffamazione».