Due gruppi di salici anti-erosione sono stati fatti sparire. Due anni fa era toccato a una quercia, scortecciata al piede prima di venire abbattuta
Prima un’accetta per uccidere una quercia. Adesso tutto l’armamentario del buon giardiniere per eliminare due gruppi di salici che proteggevano la riva dall’erosione. Il risultato è sempre lo stesso: un deturpamento gratuito e abusivo del contesto ambientale e naturalistico di via alla Riva. E, di riflesso, una denuncia penale contro ignoti, che oggi come allora rischia però di rimanere un esercizio senza conseguenze, se non formali, di avvertimento e monito.
Ogni tanto su via alla Riva a Minusio qualcuno esagera e lo fa per questioni di mero egoismo. Nell’agosto di due anni fa un’ignota manina aveva scortecciato al piede una quercia situata non lontano dal Portigon. La sua (presumibile) colpa: disturbare, con la chioma, la vista sul Lago Maggiore da una delle terrazze situate alla sua altezza, lungo la via pedonale. Togliere la corteccia significa uccidere: interrompendo il passaggio della linfa, alla pianta viene a mancare la vita. Così, prima che l’albero, lentamente, morisse, era stato necessario abbatterlo. Non era stata un’operazione da niente, visto che la quercia, messa a dimora fra 30 e 40 anni fa, aveva raggiunto un’altezza di 12 metri. Poi Patriziato di Minusio (proprietario della riva) e Municipio (che ne ha assunto, per convenzione, la gestione) avevano deciso di adire le vie legali, denunciando penalmente gli ignoti vandali.
Negli scorsi giorni è successo ancora: sempre su via alla Riva, ma davanti al ristorante con alloggio Casa al Lago, sono stati estirpati due gruppi di salici dei tre che erano presenti sulla riva con una funzione di protezione dall’erosione. Al loro posto il capo giardiniere del Comune di Minusio, Andrea Paganetti, ha trovato soltanto del materiale verde accatastato alla bell’e meglio: chi ha proceduto con l’eliminazione degli arbusti nemmeno si è preso la briga di smaltirne i resti, lasciando l’incombenza ad altri. Anche in questo caso, nessun colpevole. Ma una seconda denuncia penale contro ignoti che il Comune, come conferma il sindaco Renato Mondada, «presenterà per danneggiamento della proprietà pubblica».
Ricorda Paganetti che «la riva naturale ha un valore e va protetta. Nel caso specifico i gruppi di salici, con il canneto, servivano come protezione ma anche da prezioso habitat per anatre e folaghe. Intervenire come è stato fatto non va bene. Perciò, la conseguenza non potrà che essere una denuncia penale».
Restando sulla Rivapiana, di tutt’altro tenore – e soprattutto legale – è la vasta operazione di taglio alberi effettuata sui 40mila metri quadrati di bosco di ricreazione, in gran parte di proprietà patriziale, di cui avevamo riferito a giugno. Per questioni di sicurezza e prevenzione si era proceduto con il taglio di una decina di alberature di grosse dimensioni, cui farà seguito, quest’autunno, la messa a dimora di un numero equivalente di nuove piante. La necessità di agire con una certa urgenza era emersa dopo che a maggio un pioppo nero di 20 metri si era improvvisamente abbattuto al suolo al Portigon, in una zona solitamente molto frequentata da locali e turisti. Immediatamente era stato tagliato al piede un altro pioppo che già era stato oggetto di potature di alleggerimento, poi era scattato un rilievo di dettaglio sulle circa 300 alberature presenti sulla superficie dal confine con Muralto a Mappo. Contestualmente, a novembre sarà organizzata da Minusio Cultura una tavola rotonda a Villa S. Quirico, accompagnata da una passeggiata naturalistica sulle rive del lago.