Iniziato il processo a carico del 26enne che sparò a un uomo in via Nosedo a Massagno. Il procuratore Roberto Ruggeri ha formulato la richiesta di pena
C’è un regolamento di conti all'origine dello sparo esploso da un 26enne rumeno, nella notte tra l’11 e 12 settembre 2022 in via Nosedo a Massagno. Il proiettile colpì un suo connazionale di 35 anni al tricipite. L’imputato, che è comparso oggi in aula penale di fronte alla Corte delle assise Criminali di Lugano presieduta dal giudice Amos Pagnamenta, ha agito per dolo intenzionale. Ne è convinto il procuratore pubblico Roberto Ruggeri, tanto che al termine della sua requisitoria ha chiesto una condanna a otto anni e otto mesi di carcere e l’espulsione dalla Svizzera per dodici anni nei confronti del 26enne.
Nella fase di assunzione delle prove, all’inizio del processo odierno, il giudice ha posto parecchie domande all’imputato, che ha fornito risposte parziali e, in taluni casi, in contraddizione con le versioni rilasciate a verbale durante l’inchiesta. Il 26enne ha un precedente penale in Italia, dove ha scontato una pena di due anni e mezzo di carcere per il possesso di un'arma trovata nella sua abitazione in provincia di Milano. L’arresto del 26enne, per i fatti di Massagno, è avvenuto in Italia il 16 settembre 2022. Tuttavia, la procedura per l’estradizione è durata un anno. L’imputato si trova dietro le sbarre alla Stampa dal febbraio 2023, in carcere preventivo fino al maggio dello stesso anno, poi in regime di espiazione anticipata della pena.
Nei primi mesi del 2022, l’imputato avrebbe consegnato alla vittima, con la quale aveva un rapporto di amicizia, prima 35mila franchi poi altri 70mila, per acquisire una non meglio precisata società di noleggio e compravendita di auto. L’operazione non è tuttavia andata in porto e l’imputato ha richiesto la restituzione del denaro. Il 35enne, però, avrebbe temporeggiato. Nel frattempo, nell’ambiente è cominciata circolare la voce in base alla quale il 26enne, che non ha mai denunciato il fatto alla polizia, sarebbe stato gabbato. Una voce che sarebbe stata alimentata anche dalla compagna della vittima. Da qui, i vari contatti telefonici e le minacce reciproche tra i due e infine la spedizione verso il domicilio della vittima, da parte del 26enne che si è portato una pistola carica. Quella notte, tra i due ci sono state aggressioni verbali e fisiche, dopodiché il 26enne ha esploso il colpo di pistola verso il 35enne. Poi è tornato in auto in Italia, senza preoccuparsi dell’uomo che aveva ferito.