A oltre tre mesi dall’incidente, i pezzi del Tilo scomposto e che da allora si trovano a Cornaredo verranno spostati nelle prossime ore alle Officine
Da Lugano a Bellinzona. Si sposta il Tilo deragliato lo scorso 20 dicembre a Sigirino. Non perché sia previsto che torni sui binari, ma perché i pezzi scomposti del treno verranno spostati dal prato di Cornaredo in prossimità dell’ingresso della galleria Vedeggio-Cassarate – dove giacciono da oltre tre mesi – alle Officine di Bellinzona. Stando a nostre informazioni, il trasferimento dovrebbe avvenire già nelle prossime ore.
Una volta a destinazione, per la precisione sul piazzale sud vicino ai parcheggi, inizierà una nuova fase per il treno. I pezzi riutilizzabili verranno smontati, mentre dovrebbero proseguire le perizie già in corso da tre mesi per raccogliere eventuali altre informazioni che potrebbero aiutare a fare del tutto luce su quanto accaduto. In ogni caso, sin quando le inchieste in corso non saranno terminate, quel che resta del Tilo e che non può essere riparato o riutilizzato non verrà smaltito.
Il deragliamento, lo ricordiamo, è avvenuto pochi giorni prima di Natale attorno a mezzogiorno. Nell’immediato è stata aperta un’inchiesta d’ufficio da parte del Ministero pubblico, mentre il 20 gennaio ne ha aperta una anche il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza (Sisi). Entrambi gli accertamenti sono ancora in corso, dunque conferme esatte sulla dinamica al momento non ce ne sono. Tuttavia, è noto che si trattava di un elettrotreno a sei casse del tipo RABe 524, che ha cominciato la propria ‘fuga’ dalla Stazione Ffs di Rivera-Bironico, fermandosi solo grazie a un deragliamento programmato da remoto, ovvero dalla Centrale d’esercizio Sud di Pollegio, poco dopo la stazione di servizio di Mezzovico-Sigirino.
Lo sviamento è avvenuto su un binario morto nei pressi del fiume Vedeggio e sebbene non vi siano stati feriti né vittime, di fatto si è evitato un disastro di grosse proporzioni, in quanto nel giro di pochi minuti sulla linea sarebbe comunque transitato un treno con passeggeri a bordo. E già così, in ogni caso, i danni appaiono molto ingenti: al convoglio, ma anche all’infrastruttura stessa. Due le persone coinvolte nella dinamica: il macchinista, che non era presente sul Tilo al momento dei fatti, e il caposala che da Pollegio ha permesso di fermare la corsa di un treno che, complice la pendenza del terreno in direzione sud, stava acquistando forte velocità. In attesa di conferme, negli scorsi mesi ha preso molto corpo l’ipotesi di un errore umano, ovvero di una manovra sbagliata che avrebbe portato a sganciare – senza inserire i freni – il treno deragliato da un altro Tilo al quale era agganciato e che lo stava trasportando in direzione nord, per via (sembrerebbe) di un malfunzionamento al pantografo.