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Scuola di Sessa pomo della discordia, con pericolo di fuga

Imminente la decisione del Consiglio di Stato sull'effetto sospensivo richiesto dai due ricorsi contro la riorganizzazione decisa dal Municipio di Tresa

In sintesi:
  • È ancora palpabile il malcontento di parecchi abitanti. Tra i genitori, c'è chi pensa al trasferimento o a portare i figli oltre confine
  • Il mantenimento della sede, pochi anni fa, prima dell'aggregazione, era stato promesso da più parti e dai rappresentanti dello Stato.
Lo striscione di protesta
(Ti-Press)
17 aprile 2025
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La chiusura della sede scolastica di Sessa, decisa dal Municipio di Tresa, ha generato un malcontento ancora palpabile in gran parte degli abitanti del paese. Tanto che alcuni genitori stanno pensando di mandare i figli a scuola oltre confine, a Dumenza, perché è più vicino rispetto a Croglio e probabilmente non ci sono costi così esosi per la mensa. Per il sindaco di Tresa, l’Udc Piero Marchesi, questo rappresenterebbe uno smacco. Non solo. C’è chi invoca il divorzio dal Comune di Tresa, tramite un’istanza in base alla Legge sulle aggregazioni e separazioni dei Comuni. Probabilmente non si arriverà a concretizzare questo passo, anche perché le speranze di ottenere la “secessione” sarebbero scarse. Di recente, il Municipio di Tresa ha intimato al Gruppo Sos Scuole comunali di togliere entro tre giorni gli striscioni di protesta esposti da sei mesi, il quarto giorno ha dovuto inviare gli operai per fare il lavoro.

Garanzie non onorate, una figuraccia

Contro la decisione adottata dal Municipio di Tresa di chiudere la scuola di Sessa, ricordiamo, sono stati presentati due ricorsi. Nel frattempo, al Comune e all’Ispettorato delle scuole cantonali era stata data la possibilità di prendere posizione sulla richiesta di concedere l’effetto sospensivo sulla riorganizzazione scolastica. Una riorganizzazione sulla quale non c’è ancora il preavviso favorevole della Divisione della scuola alla riorganizzazione scolastica, dietro la quale ci sarebbero anche questioni di carattere finanziario. La decisione sulla concessione di un eventuale effetto sospensivo, che è stato chiesto attraverso i ricorsi presentati al Consiglio di Stato, è imminente. I due ricorsi hanno messo il dito nella piaga, suscitando il malcontento dei residenti nella frazione di Tresa: il mantenimento della sede scolastica di Sessa, rientra nelle garanzie espresse da Consiglio di Stato, Gran Consiglio, ex Municipi, Commissione di studio, coordinata dalla Sezione enti locali, non mantenute, a pochi anni dall’aggregazione. Una figuraccia per i politici coinvolti, in primis il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, che proprio ieri ha assunto la presidenza del governo cantonale, ma anche per il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali, che ricopriva la stessa carica e firmò di suo pugno nel documento inviato dal Consiglio di Stato per la votazione consultiva. Non ci fa una bella figura nemmeno l’ex sindaco di Monteggio e attuale di Tresa, nonché consigliere nazionale Piero Marchesi che faceva parte della Commissione di studio sull’aggregazione tra Ponte Tresa, Croglio, Monteggio e Sessa. Chiaro che le promesse, soprattutto se pronunciate da politici navigati e solo qualche anno fa, sono da mantenere, altrimenti la credibilità istituzionale crollerebbe.

Il dilemma del presidente del governo

In questa vertenza l’effetto sospensivo sulla riorganizzazione scolastica riveste un ruolo non di poco conto. Sarà Norman Gobbi, nella veste di presidente del Consiglio di Stato a firmare la decisione. Se lo concedesse, farebbe uno sgarbo al Municipio guidato da Marchesi. Invece, se decidesse di non concederlo, metterebbe a repentaglio la politica delle aggregazioni portata avanti dal suo dipartimento, mandando un brutto segnale in vista dei prossimi progetti e alimentando gli argomenti di coloro che si schierano contro le fusioni tra i Comuni. In ogni caso, per ora, la riorganizzazione prevede che dal prossimo settembre i 24 allievi delle due classi elementari di Sessa si rechino ogni giorno a Croglio, salendo sui pulmini 4 volte al giorno. Le famiglie che si sono trasferite nel villaggio, dipinto come il quartiere dell’educazione, della cultura e del tempo libero nel rapporto della Commissione di studio sull’aggregazione, perché garantiva la sede scolastica resteranno o cambieranno domicilio?

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