Azione Cattolica ribadisce le ragioni del progetto di accoglienza: ‘Desideriamo pregare e rispondere a un bisogno concreto di alcune persone omosessuali'
“Né la veglia, né il progetto di accoglienza, che abbiamo chiamato ‘La porta aperta – spazi di inclusione’, hanno finalità politico-ideologiche. Durante questa veglia di preghiera ecumenica, con i fratelli e le sorelle di altre Chiese cristiane, desideriamo semplicemente pregare”. Prende posizione Azione Cattolica ticinese per ribadire le motivazioni alla base del progetto di accoglienza e la veglia prevista mercoledì 21 maggio alla 20.30 nella Basilica del Sacro Cuore a Lugano. Motivazioni che non hanno nulla da spartire con le persone che si sono scagliate contro l'iniziativa adducendo ragioni che non corrispondono a quelle di Azione Cattolica: “Sono state rilasciate interviste e dichiarazioni, partecipazione a dibattiti, inviati scritti al Vescovo e addirittura lanciata una petizione per fermare la nostra iniziativa. Tutto ciò con argomenti che non corrispondono assolutamente con i contenuti dell’iniziativa da noi promossa. Per altro, non siamo stati neppure direttamente interpellati”.
Basterebbero queste righe per sconfessare i critici e coloro che hanno promosso e alimentato inutili polemiche. Sì, perché, ribadisce Azione Cattolica: “Il progetto ‘La porta aperta – Spazi di inclusione’ nasce dopo che abbiamo rilevato un bisogno concreto da parte di alcune persone omosessuali e delle loro famiglie che ci hanno espresso il bisogno di poter vivere la loro fede in un ambito protetto, poiché sono state allontanate dalle loro realtà parrocchiali e/o di comunità. Partiamo quindi da un bisogno concreto di persone che hanno vissuto sulla loro pelle questo tipo di discriminazione che le ha allontanate dall’esperienza di fede, e abbiamo deciso di accoglierle”. Con questo progetto, continua la presa di posizione, “vogliamo dare la possibilità di pregare, formarsi e approfondire un percorso di fede. Esattamente quello che è il nostro compito come Azione Cattolica e che la nostra associazione di laici, uomini e donne, svolge da sempre in collaborazione e in comunione con i nostri pastori. Andiamo nelle periferie, come ci ha indicato Papa Francesco. Come già si era fatto in passato, per esempio, con il gruppo dei separati e divorziati. Non abbiamo mai messo in discussione il valore del matrimonio religioso, abbiamo dato alle persone spazi di confronto, formazione e preghiera”.
Azione Cattolica precisa di non aver “nessuna intenzione di ‘sdoganare’ alcun concetto contrario al Vangelo, ma anzi di ribadire quello contenuto nel comandamento che Gesù ci ha lasciato: ‘Che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi”. Gettare un seme e poi affidare a Gesù stesso la sua crescita, a Lui che ‘fa buone tutte le cose’. È il motivo che ci ha spinti a promuovere, con altre Chiese cristiane, una veglia di preghiera. Non abbiamo inventato nulla di nuovo, ma solo deciso di aderire a un progetto promosso già da diversi anni in diverse diocesi italiane ed europee. Anche qui l’unico scopo è pregare affinché vengano superati in Ticino, in Svizzera e nel mondo, sentimenti di paura, di emarginazione e discriminazione di persone con diverso orientamento sessuale”. Un messaggio limpido rivolto in particolare a chi, leggi il domenicale della Lega dei Ticinesi, ha volutamente travisato a fini politici le ragioni della manifestazione.