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Nel 2024 luganese meno incendi, ma più inquinamenti

Il Corpo Civici Pompieri di Lugano sta aumentando il suo organico di militi professionisti. In totale, sono state fornite 4’717 prestazioni

I dati del 2024
(Ti-Press - Infografica laRegione)
14 maggio 2025
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Il futuro del Corpo Civici Pompieri di Lugano sarà caratterizzato da una crescente specializzazione. Di conseguenza, aumenteranno i professionisti per garantire un servizio ancora più capillare ed efficiente. Questo è quanto è emerso nella presentazione odierna del rapporto di attività del 2024 del Corpo. La tendenza è stata confermata anche dai dati illustrati dal tenente colonnello Federico Sala, comandante del Corpo, a cui ha fatto seguito un intervento della capodicastero Sicurezza e Spazi urbani, Karin Valenzano Rossi, che ha ricordato la creazione del nuovo distaccamento di Melide, operativo da gennaio, e ha sottolineato l’importanza dell’operato dei pompieri: «Il lavoro che svolgono è spesso poco visibile, ma è proprio nei momenti di emergenza che si riconosce il loro valore». Infatti, circa il 60% dei 1’463 interventi effettuati nel 2024 non riguardava incendi. E a questi si aggiungono 3’254 servizi forniti alla popolazione, tra cui attività formative, supporto a manifestazioni, servizi igienico-sanitari (come la derattizzazione) e attività di prevenzione.

In aumento gli interventi in ambito chimico

«Fortunatamente, non siamo stati coinvolti nei cosiddetti interventi a catena, tipici del cambiamento climatico. Eventi che, purtroppo, vedremo sempre più spesso anche alle nostre latitudini, come accaduto in Mesolcina, in Valle Maggia e, in misura minore, nel Bellinzonese e nel Mendrisiotto», ha spiegato Sala. Tuttavia anche a Lugano nel 2024 si è registrato un aumento delle emergenze causate da fenomeni naturali – dai 62 casi del 2023 si è passati a 79 – come le forti piogge che hanno allagato varie zone del Luganese nella primavera 2024. Una tendenza in crescita, come dimostrato dalla recente frana ai Denti della Vecchia, che però non ha raggiunto zone abitate. A farla da padrona, ha continuato Sala, «sono gli episodi legati al fuoco quelli che restano i più numerosi, pur segnando un lieve calo rispetto ai 608 del 2023. Nel 2024, sono stati registrati 598 episodi classificabili come incendi, pari al 40,87% del totale». Questi comprendono casi gravi, come le violente fiamme divampate a Bidogno a fine agosto, ma anche principi d’incendio domestici, ad esempio nelle cucine.

Un altro dato significativo riguarda l’aumento dei casi dovuti a rischi Abc (atomici, biologici e chimici). Nel 2024, i pompieri luganesi non sono stati attivati per episodi legati a materiale radioattivo o ad agenti biologici – l’ultimo risale al dicembre 2023, con il rinvenimento di un pacco contenente polvere non identificata in un ufficio della polizia cantonale a Bellinzona –, mentre per quelli legati alle sostanze C (chimiche) nell’ultimo anno sono aumentati di circa il 15%, passando da 177 episodi a 207. Tra questi, Sala ha ricordato l’incendio avvenuto in una lavanderia industriale di Agno a gennaio, e la caduta di una trivellatrice da cantiere nel lago Ceresio a Melide, il 14 settembre scorso, che ha provocato lo sversamento di diversi litri di idrocarburi, richiedendo un’operazione complessa durata settimane.

Obiettivo 60 professionisti

Per far fronte all’aumento delle ore di servizio – passate da 45’144 nel 2023 a 46’857 nel 2024 – il Corpo, con il sostegno della Città di Lugano e degli altri 24 Comuni convenzionati, prevede di aumentare l’organico professionale. Già nel corso del 2024 sono stati assunti quattro nuovi aspiranti pompieri, portando il totale a 41 unità. L’obiettivo è raggiungere quota 60 nei prossimi anni.

Per Valenzano Rossi «l’impegno richiesto da queste persone è enorme, ma lo è altrettanto la loro professionalità che devono garantire con operazioni sempre più esigenti. Come politica, dobbiamo prepararci a questi cambiamenti. Già due anni fa, il Municipio ha deciso di rafforzare l’organico a tempo pieno. Ora si iniziano a vedere i frutti con le prime assunzioni, ma noi ci siamo dati dieci anni di tempo per concludere il progetto: una tempistica necessaria per rispettare le possibilità finanziarie della Città (che copre la maggior parte dei costi in quanto è il Comune con più interventi tra quelli inclusi nella convenzione, ndr)». La municipale ha inoltre ricordato le difficoltà legate a possibili tagli: «Ci rendiamo conto che in un contesto di risanamento finanziario della Città ci sono sfide importanti per gli enti pubblici, ma qui stiamo comunque parlando di un servizio di sicurezza per la popolazione. Questo impone una discussione sulle priorità». Infine, Valenzano Rossi ha voluto esprimere apprezzamento per la disponibilità dei volontari che affiancano il Corpo, dedicando il proprio tempo alla collettività. Alla fine del 2024, il Corpo contava 161 militi (152 uomini e 9 donne), oltre a tre consulenti esterni: uno per l’ambito chimico, uno per il salvataggio in terreni impervi (Unità Intervento Tecnica) e uno per il soccorso in acque vive.

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