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Campus Supsi alla Stazione di Lugano: ‘Le Ffs confermino’

Ateneo e Città uniti nel chiedere che l’accordo per la realizzazione della struttura venga finalizzato, anche se ci sono ricorsi pendenti sul comparto sud

Il progetto vincitore anni fa
(Team Cruz Ortiz/Giraudi Radczuweit)
27 giugno 2025
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Le Ffs confermino entro fine anno la volontà di cedere il terreno a nord della stazione di Lugano alla Supsi, affinché possa costruirci il proprio campus. Questo, in estrema sintesi, l’appello della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e della Città. Di sottofondo, una certa preoccupazione per il fatto che a oltre dieci anni dalla lettera d’intenti e a un anno e mezzo dal via libera del Consiglio di Stato (CdS) alla pianificazione del comparto, le Ferrovie federali svizzere non abbiano ancora confermato nero su bianco le proprie intenzioni. Il contesto è intricato, diverse parti sono interdipendenti e se dovesse saltarne una, questo potrebbe avere conseguenze anche sul resto del mosaico.

Se ne parla dal 2010, votato nel 2014

«La nostra preoccupazione principale è riuscire a realizzare questo campus in un tempo ragionevole» ci dice il direttore della Supsi Franco Gervasoni. «Purtroppo però il tempo sta passando e le cose si muovono a rilento – osserva –. La prima menzione del progetto è addirittura del 2010, mentre nell’ottobre del 2014 il Gran Consiglio accolse il messaggio che comprendeva crediti e contributi per la realizzazione dei campus di Mendrisio, Viganello (entrambi già in funzione) e Lugano-Stazione, che avrebbe dovuto essere il perno della strategia ma che a distanza di anni non è ancora realtà. L’inaugurazione, inizialmente prevista per il 2016, è poi slittata man mano al 2018 e al 2023. Siamo a metà 2025. Questo, perché a Lugano il progetto si è incastonato in diverse altre modifiche pianificatorie, viarie, edilizie, che da anni toccano (e per i prossimi ancora toccheranno) la Stazione Ffs. Tradotto in termini pianificatori: StazLu1 (ammodernamento della stazione, nodo intermodale all’ex Pestalozzi e nuovo sottopasso Genzana, fra l’altro); StazLu2 (edificazioni a nord e a sud della stazione, tra cui il previsto campus Supsi) e TriMa (Piano regolatore intercomunale con Massagno per la copertura della trincea ferroviaria con un parco urbano).

Per queste ultime due pianificazioni, è arrivato il via libera del CdS solo nel dicembre del 2023, dopo oltre tre anni di attesa. Un semaforo verde, ma con pesanti limitazioni, per quanto riguarda la variante di Pr StazLu2, sul comparto sud della stazione: il governo ha fortemente ridimensionato le possibilità edificatorie che le Ffs intendevano sfruttare su terreni di loro proprietà. Ad appesantire la situazione, ci si sono messi dei ricorsi di privati tuttora pendenti al Tribunale cantonale amministrativo (Tram). «Intanto però sono passati quasi quindici anni dalle prime strategie e altrettanti rischiano di passarne, se i ricorrenti dovessero decidere di andare fino al Tribunale federale – lamenta Gervasoni –. È davvero frustrante vedere un progetto così importante e riqualificante stagnare per così a lungo». La Supsi, lo ricordiamo, intendeva inizialmente centralizzare a Lugano i servizi amministrativi e il Dipartimento economia aziendale, sanità e socialità. Nel frattempo, quest’ultimo è talmente cresciuto che si è deciso di spostare in città solo il Dipartimento, che è il più frequentato della Supsi. «In totale, parliamo di circa 2’000 persone al giorno che potrebbero spostarsi coi mezzi pubblici. L’interesse pubblico è evidente e per questo ci teniamo alla celerità, dopo aver perso già tanto tempo».

Le Ffs confermano la volontà, ‘ma i ricorsi...’

E proprio per non perdere altro tempo, si chiede alle Ffs di riprendere le discussioni. «Intanto – valuta il direttore – ci auguriamo che le decisioni del Tram sui ricorsi siano a noi favorevoli. In tal caso, potremmo anche aspettare qualora venissero impugnate e si andasse al Tf, in caso contrario sarebbe forse necessario valutare un’altra destinazione per il campus. Inoltre ci piacerebbe, qualora le sentenze del Tram fossero favorevoli e non venissero ulteriormente impugnate, poter subito procedere. Per questo abbiamo chiesto a Ffs di riuscire a finalizzare l’accordo entro la fine dell’anno». Le Ffs, da noi contattate, gettano acqua sul fuoco ribadendo “la volontà di trovare un accordo per mettere a disposizione di Supsi i sedimi necessari a nord della stazione”, verosimilmente costituendo un diritto di superficie, che entrerebbe in vigore solo una volta ottenuta la domanda di costruzione. Nel 2014 il Gc ha già accordato i 10 milioni necessari per il terreno. Tuttavia, non danno una risposta certa sulle tempistiche: “Dipenderà principalmente dalla crescita in giudicato delle varianti di Pr”.

Il peso della pensilina

Ma a volere maggiori certezze è anche la Città. Accanto al comparto nord sorge l’ex Pestalozzi, dove è previsto il nodo intermodale. Sopra, la Supsi vorrebbe costruire una costola del campus che dovrebbe sorgere accanto. Ma finché non c’è la certezza che quest’ultimo venga edificato, rimane teorico anche lo stabile sul piazzale. «Tutto dipende dalla volontà di Ffs di trovare un accordo con Supsi e dai ricorsi pendenti sul comparto a sud – ribadisce la capodicastero Spazi urbani Karin Valenzano Rossi –, ma intanto il Cantone sul nodo intermodale deve andare avanti. Se Supsi non trova un accordo con Ffs, che nel frattempo ha realizzato le opere di suo interesse, non può progettare l’estensione del campus anche sopra il nodo intermodale, ricomprendendo quindi nel progetto una copertura definitiva. Verrà così edificata quella provvisoria progettata dal Cantone, che costa oltre 6 milioni di franchi (che hanno già fatto discutere in Gc, ndr). Sono tanti soldi pubblici, che non vanno sprecati quando si può per tempo progettare in modo coordinato. Il comparto per la Città e per il Cantone è davvero strategico e l’insediamento Supsi fondamentale. Inoltre, sotto al nodo intermodale, la Città prevede anche un autosilo che potrebbe servire anche il campus».

In attesa di capire come si incastreranno i vari pezzi, StazLu1 prosegue. La Gestione di Lugano ha infatti firmato il rapporto che invita il Consiglio comunale, che si riunirà lunedì, ad approvare la quota parte (27 milioni su 88 circa) a carico della Città per i nuovi lavori, in particolare il nodo intermodale. E per paura che la soluzione della pensilina provvisoria diventi definitiva entro il 2029, ovvero quando verrebbe posata dal Cantone, anche la Gestione sorride all’ipotesi di un campus Supsi all’ex Pestalozzi.