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Sottrae denaro ai suoi assistiti: curatrice condannata a 30 mesi

La donna 59enne considerava quei prelevamenti di circa 240mila franchi come dei prestiti, ma non si è scusata con le sue vittime

Processo svolto con la formula del rito abbreviato
(TI-Press)
4 giugno 2025
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«Consideravo quei prelievi come se fossero dei prestiti. Mi sono trovata in una situazione finanziaria disastrosa e ho fatto una scelta inappropriata». Si è giustificata in questo modo una curatrice di 59 anni del Luganese per spiegare la sottrazione di poco più di 241mila franchi ai danni di sette suoi assistiti e di altre tre persone delle quali aveva conquistato la fiducia.

Con la formula del rito abbreviato, la Corte delle Assise criminali – composta dalla presidente Monica Sartori-Lombardi e dai giudici a latere Emilie Mordasini e Claudio Colombi –, ha condannato la donna a una pena detentiva di 30 mesi, dei quali 24 sospesi con la condizionale per tre anni, per i reati di ripetuta appropriazione indebita in parte aggravata; ripetuta truffa e ripetuta disobbedienza a decisioni dell’autorità. Come si evince dall’atto d’accusa firmato dalla procuratrice pubblica Francesca Nicora, la curatrice – difesa dall’avvocato Gabriele Banfi – ha compiuto i vari episodi tra l’estate del 2020 e la primavera del 2023. Tra i casi più rilevanti, la sottrazione di oltre 130mila franchi a un solo assistito e diversi prelievi in contanti dal conto di una persona deceduta appena tre giorni dopo l’ultimo ritiro.

La 59enne, attualmente beneficiaria dell’assistenza sociale, come ha sottolineato il patrocinatore privato di alcune vittime, Samuele Scarpelli, «non si è mai scusata e non ha dimostrato dispiacere durante l’inchiesta». Il caso era emerso in quanto l’Autorità regionale di protezione 5 non aveva ricevuto la documentazione contabile da parte della curatrice così come i rapporti morali relativi agli assistiti.